Il marito della Prof.ssa ha anticipato i gatti prendendolo e poi ponendolo in uno scatolo al sicuro e subito dopo ha telefonato allo scrivente che è andato a prelevarlo alle ore 9,30 da casa. Al momento del ritrovamento, il grillaio e/o Falco Naumanni si presentava in ottimo stato e lo scrivente delle Guardie Giurate Zoofile Volontarie IVEA con Andrea Fortunato e Santo Riccardo, dell’associazione Ambiente e/è Vita CPA Nat. Federiciana Verde Onlus prima di portarlo a Bitetto al centro recupero della Fauna Protetta ha provveduto a rifocillare il rapace che poi, alle ore 16,00 circa, è stato consegnato all’AREF. Un’altra foto scattata durante il recupero dell’animale:
Ammirare il più piccolo fra i rapaci può essere un’esperienza interessante. Meno intollerante di altri rapaci alla presenza umana, è possibile scorgerlo mentre si sistema il piumaggio o si ciba di qualche piccola preda – le dimensioni non gli consentono certo di “prelevare” conigli o scoiattoli – senza per questo procurargli fastidio o spavento.
Il “minuscolo” Grillaio è uno dei rapaci più importanti che nidificano abitualmente sul suolo italiano. Nonostante la popolazione relativamente abbondante, l’areale di nidificazione risulta estremamente circoscritto e limitato a determinate aree del meridione d’Italia: Basilicata, Puglia, Sicilia, Sardegna, Calabria.
L’attività riproduttiva del Grillaio comincia in primavera, al ritorno dai lontani siti di svernamento. Le uova, covate per 30 giorni, si schiudono tra giugno e luglio, mentre giovani e femmine risultano abbastanza simili nel piumaggio al “cugino” Gheppio. Più agevole distinguere il maschio adulto – un esemplare misura mediamente 30 cm di lunghezza per un apertura alare di 70 cm – privo sul dorso delle caratteristiche macchie nere che caratterizzano l’altra specie.
Lasciati i cieli italiani, il Grillaio parte per l’africa subsahariana, compiendo un viaggio lunghissimo che in alcuni casi può spingersi fino al Capo di Buona Speranza. In Italia, la principale area di nidificazione è costituita dalla Murgia apulo-lucana, dove è stata registrata anche una – seppur modesta – espansione della popolazione.
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