All’insegna di un percorso digitale finalizzato alla riscoperta della Storia locale – oramai da tempo ben noto ai nostri più assidui lettori – VideoAndria.com, al 137° anniversario dalla sua scomparsa, un personaggio storico forse meno conosciuto di altri ma non meno influente dal punto di vista artistico-culturale:
Andria, nel 1847 – nasce il compositore Luigi Maria Caracciolo:
Il 22 luglio 1887 moriva a Londra Luigi Maria Caracciolo. Nato ad Andria il 9 agosto 1847 (data confermata dai documenti conservati nel conservatorio di Napoli, anche se dal Fétis, pone la data al 1849) i suoi genitori si chiamavano Enrico e Angelica di Giorgio. L’anno successivo, la famiglia di Luigi Maria Caracciolo si trasferì a Bari, e fu in questa città che, una volta cresciuto, l’artista cominciò ad avviare i suoi studi sulla musica. Successivamente, Caracciolo si trasferì Napoli dove, nel 1863, fu ammesso al conservatorio ove divenne allievo di B. Cesi per il pianoforte, di C. Conti per l’organo e l’armonia e di S. Mercadante per la composizione. Nel 1869 al saggio finale dei suoi studi fece eseguire la cantata Goffredo sotto le mura di Gerusalemme, che riportò un lusinghiero successo:
Una volta terminata l’esperienza in conservatorio, Caracciolo si dedicò principalmente all’insegnamento del canto, senza tuttavia trascurare i suoi interessi musicali. Scrisse infatti un gran numero di composizioni vocali, per lo più romanze da camera e canzoni napoletane, su testi di G. Carducci, E. Panzacchi, R. Bracco, E. Praga, L. Stecchetti, H. W. Longfellow e altri poeti italiani e inglesi, che ebbero gran diffusione per la ricchezza e l’originalità degli spunti melodici. Tra queste si ricordano: la Danza delle memorie, Mattinata, Serenata napoletana, Un sogno fu!, una suite di duettini intitolati Rime popolari. Dedicatosi anche al teatro, Caracciolo fece rappresentare l’opera Maso il montanaro (libretto di E. Golisciani, dal romanzo Il piacere della vendetta di V. Bersezio, Bari, teatro Piccinni, 1º febbr. 1874), che ebbe un brillante successo. Nel 1878 venne chiamato a dirigere la scuola di canto della Royal Irish Academy of Music di Dublino, raggiungendo ben presto una posizione di grande prestigio:
Lasciò la cattedra nel 1881 per trasferirsi a Londra seguendo le orme di F.P. Tosti, che nel 1880 era stato nominato maestro di canto della famiglia reale. Anche per Caracciolo si aprirono le porte dei salotti dell’aristocrazia londinese che lo tenne in gran conto come maestro di canto e come animatore di serate musicali; tuttavia non trascurò di rivolgersi a un più vasto uditorio organizzando concerti pubblici. Nel 1882 ritorna a Napoli dove musicò alcuni versi di Roberto Bracco, che parodiavano “lo sbarco dei reduci dall’Egitto” (Paliotti, p. 42). Ne nacque la canzone Salamelic, “cantata per la prima volta la sera di Piedigrotta dai cronisti del Corriere del Mattino … dai balconi della redazione al Largo della Carità. E la folla si unì al coro e portò in trionfo gli autori fino alla piazza del Plebiscito (Paliotti, p. 43). Il solo critico perplesso fu, strano a dirsi, lo stesso Bracco che, alcuni anni dopo, così commentava l’avvenimento: “Non avevo mai fino allora e non ho mai più sentito una canzone grigia, affliggente, opprimente, plumbea come quella che L. Caracciolo ed io imponemmo, nostro malgrado, alla fragile umanità. La musica di L. Caracciolo era di una gravità pari al carattere di lui, tranquillo, serio, positivo, corretto, più inglese di un inglese autentico”, e concludeva dicendo: “E nessun lavoro giornalistico, nessun libro, nessuna commedia mi hanno fruttato, ve lo giuro, gli onori che mi ha fruttato Salamelic” (ibid.). Tra tutte le composizioni del Caracciolo quella che rimase forse la sua preferita fu, secondo il Villani, L’angel più bel, mentre quella che ebbe un successo tale da eguagliare la popolarità delle più famose liriche del Tosti fu la Danza delle memorie. Tuttavia Caracciolo non ebbe la fortuna del compositore abruzzese, forse anche perché una morte prematura venne a stroncare la sua carriera di musicista, già in parte limitata dal peso degli impegni didattici. Morì di tisi a Londra il 22 luglio 1887. Gran parte delle sue melodie furono rielaborate da Alfredo Azzaroli, che ne utilizzò i motivi più popolari adattandoli per complessi bandistici, poi inseriti nella Biblioteca dei Corpi di musica civili e militari (serie I, n. 20) dell’editore Ricordi. Fonti e Bibl.: Notizie, in Gazzetta musicale (Milano), 2 marzo 1884, pp. 85 s.; C. Villani, Scrittori ed artisti pugliesi, Trani 1904, p. 203; U. Manferrari, Diz. univ. delle opere melodrammatiche, I, Firenze 1954, p. 198; V. Paliotti, La canzone napol., Milano 1962, pp. 34, 42, s.; E. De Mura, Encicl. della canzone napoletana, I, Napoli 1969, p. 2 13; F. J. Fétis, Biogr. univ. des musiciens,Supplement et Complément, I, Paris 1878, p. 550; G. Garollo, Diz. biogr. univ., I, Milano 1907, p. 443; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 293; O. Thompson’s international Cyclopedia ofMusic and Musicians, New York 1956, p. 248; LaMusica,Diz., I, p. 346; Enc. della Musica Ricordi, II, p. 5.
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