«Non si fa in tempo a provare meraviglia e compiacimento per il rifacimento del manto bituminoso di molte nostre strade, dopo anni e anni di noncuranza, trascuratezza fino alla strafottenza verso di noi concittadini, che subito ci tocca vederle di nuovo rovinate. Infatti, su molte di queste appena rimesse a nuovo susseguono lavori di interramento di materiale vario: cavi, tubi,etc. Riporto il malumore, la protesta di amici, conoscenti e anche di persone che non conosco ma che sanno, con mia sorpresa, che sono io quello che scrive articoli sul web e mi fermano per strada» – osserva Nicola Montepulciano. Il nostro concittadino – attivista ecologista ma anche attento all’evoluzione della strategia di gestione della cosa pubblica – ha quindi proseguito con la sua personale analisi:
«È da presumere che codesti sacrosanti lavori comportino una spesa notevole e vedere il manto stradale “sfasciato” immediatamente dopo essere stato messo a nuovo fa star male e si pensa, all’istante, al danno economico, allo spreco di soldi pubblici e a qualche altra cosa. Ma non è possibile informarsi, venire a sapere, prima di asfaltare una determinata strada, se sono previsti lavori di vario genere e farli eseguire prima di asfaltarle? È da ritenere cosa possibilissima, altrimenti si deve pensare, quanto meno, ad inefficienza o cattiva volontà di operare con appena un poco più di impegno. Qual è l’ufficio addetto e chi è l’Assessore responsabile? Perché dobbiamo sempre sentirci dire che nel Nord perfetto sino all’inverosimile questo non succede, salvo poi vederlo costantemente alluvionato per mancato rispetto della geologia e della vegetazione del territorio? Per tornare alla nostra città, si vuol sapere a spese di chi avviene il rattoppo» – ha proseguito Montepulciano che ha quindi concluso:
«All’Amministrazione comunale o all’azienda interessata allo sfasciamento del nuovo manto bituminoso? In quasi tutti i casi il tratto di strada rattoppato subisce, col passar del tempo, cedimenti o avvallamenti, che saremo costretti a tenerci per sempre, brutti a vedersi, e a subire, quando li si percorre in macchina, sbalzi ora lievi ora consistenti ma sempre dannosi perché sollecitano, a volte anche oltre misura, la colonna vertebrale, manco se si stesse lavorando con martelli pneumatici, che ora pare non si usino più. Sembra che il rattoppo sia realizzato con un tipo di asfalto che rilascia tanto pietrisco fastidioso, anche questo brutto a vedersi e, ancora, non si riesce mai a livellarlo con il manto stradale preesistente, anche questo sgradevole alla vista. Insomma, si cerca di lavorare alla men peggio, il tutto con una buona dose di inquinamento. Infine, mi è stato fatto notare che il materiale estratto dalla trincea non viene usato per colmarla alla fine dei lavori ma si usa altro materiale. Perché? Noi profani attendiamo risposte chiarificatrici» – ha concluso Montepulciano.
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