San Lorenzo (in latino Laurentius; Valencia o Huesca, forse 31 dicembre 225 – Roma, 10 agosto 258) è stato uno dei sette diaconi di Roma, dove venne martirizzato nel 258 durante la persecuzione voluta dall’imperatore romano Valeriano, avvenuta nel 257. La Chiesa cattolica lo venera come Santo. Nella città di Andria, nella zona dell’omonimo pendio, vi è una chiesa intitolata al popolare Santo:
Secondo quanto riportato nella pubblicazione dal titolo “La Chiesa di San Lorenzo”, precisamente nel capitolo “Il Capitolo Cattedrale di Andria ed i suoi tempi”, la chiesa fu rifatta nel 1877 mentre la sua forma originaria, così come la costruzione della stessa struttura, resterebbero, al momento, una storia tutta da ricostruire (e verificare). La zona della città è quella delle “Fornaci” (chiamata cosi per via dell’antica presenza di locali utilizzati per la lavorazione delle ceramiche tipiche da parte dei maestri figuli, poi riconvertiti ad uso abitazione e deposito, così come spiegato in un documentario pubblicato su VideoAndria.com). Costruita probabilmente su di un luogo ove un tempo vi era un tempietto per il culto pagano dedicato a Marte (come osservato nella pubblicazione “Storia della Città di Andria”, attraverso la quale il D’Urso menziona anche l’antico culto per Venere in un tempio andato distrutto lì dove oggi v’è la chiesa Cattedrale di Piazza Duomo, così come si presume l’esistenza di un tempio dedicato a Mercurio lì dove oggi è presente la chiesetta di San Bartolomeo). A dimostrazione di origini precedenti al XIX secolo, la chiesetta ha visto almento tre grandi visite: quella di Francesco Antonio Triveri (avvenuta nel 28 novembre 1694); quella di mons. Andrea Ariano (verificatosi il 17 settembre 1697) ed infine quella di mons. Nicola Adinolfi, quest’ultima segnalata il 19 ottobre 1711. Di origini alquanto misteriose, la struttura attuale presenta anche l’evidente segno di archetto murato situato ad un livello inferiore a quello dell’attuale portone d’ingresso, avvalorando l’ipotesi della presenza di un antico ipogeo:
Anche in questa circostanza, dunque, sarebbe forse possibile parlare di sotterranei antichi. Quest’ultima osservazione fa parte di una vera e propria speculazione che potrebbe essere confermata oppure smentita nel tempo. Consapevoli del contributo per nulla esaustivo, con questo semplice intervento, gli autori di VideoAndria.com, senza (ovviamente) la pretesa di sostituirsi agli studiosi, vogliono ulteriormente sensibilizzare l’opinione pubblica alla tutela di questo patrimonio storico-architettonico. Infine, a tutti gli appassionati di Storia locale, ricordiamo la possibilità di seguire tutti gli aggiornamenti su Facebook cliccando “mi piace” sulla pagina Facebook.com/andriantica.
(Nick).
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