Andria e la battaglia di civiltà: “bene il blocco dei “botti” nelle Feste Patronali, tuteliamo persone fragili, animali e ambiente”. La nuova analisi di Montepulciano

Tutela di persone, animali e ambiente nonché l’utilizzo più intelligente delle risorse messe in campo per gli eventi pubblici al fine da sensibilizzare la popolazione. E se quasi ogni mezzanotte i “soliti ignoti-imbecilli” continuano a far saltare in aria fuochi pirotecnici da qualche edificio del centro cittadino (respirando per primi le polveri sottili, con tutte le potenziali conseguenze negative sulla salute, oltre a mettere in pericolo di incidenti se stessi e i residenti del loro quartiere), i fenomeni illegali non devono scoraggiare le istituzioni e i cittadini perbene che conoscono le alternative più sostenibili ed istruttive dei “botti”. Questo il sunto della nuova analisi di Nicola Montepulciano. Il nostro concittadino ecologista, da tempo attivo anche in una costante campagna di sensibilizzazione, è nuovamente tornato ad analizzare il fenomeno dei “botti” (o “spari“), plaudendo la strategia dell’amministrazione comunale:

“Per il secondo anno consecutivo in occasione delle Feste Patronali non ci sono stati fuochi d’artificio (localmente detti “spari”), né luminarie (localmente dette “appicciata”) lungo corso Cavour. Le luminarie, in verità, ci sono state ma molto molto ridotte. I fuochi d’artificio sono stati sostituiti dai giochi d’acqua, meglio definiti “Fontane danzanti”. Festa abbastanza riuscita visto il grandissimo afflusso di cittadini sia lungo corso Cavour per la classica passeggiata, che in piazza Catuma per lo spettacolo delle “Fontane danzanti”. E’ augurabile che questo modo alternativo civile, moderno, ecologico ed economico di celebrare la Festa Patronale diventi patrimonio culturale della nostra città. Sia le luminarie che i fuochi d’artificio sono inquinantissimi e costano molto. Le prime producono inquinamento sia atmosferico che luminoso. Quello atmosferico perché, per produrre la quantità di elettricità sufficiente ad illuminare le migliaia di lampadine, si fa ricorso a diversi minerali fossili fra cui gas, petrolio, carbone, che producono tanto inquinamento, subìto maggiormente dalle popolazioni in cui si trovano le centrali a combustibili fossili” – ricorda Montepulciano che nella sua analisi prosegue:

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“L’inquinamento luminoso è in loco e le conseguenze sono tante per gli esseri umani, per tutta la fauna e per tutta la flora. I fuochi d’artificio producono inquinamento atmosferico, con molti danni descritti in diversi interventi, qui se ne descrive un altro. I contenitori delle polveri piriche possono essere di plastica e di cartone. Il loro destino, dopo eventuale e dovuto trattamento, è la discarica. Ma cosa avviene nella discarica? Non si sa, ma è chiaro che, nonostante tutto, avvengono reazioni chimiche sconosciute, con relativi danni sconosciuti. L’inquinamento acustico è l’altro regalo dei fuochi d’artificio ed è prodotto dallo scoppio dei fuochi ad alto decibel con gravi conseguenze psico-fisiche per persone affette da una qualsiasi fragilità. Ma già molte persone non affette da problemi di salute non gradiscono rumori forti, men che meno quelli dei petardi. Anche gli animali ne soffrono. E’ augurabile che questo modo di celebrare la Festa Patronale prosegua sino ad instaurare una mentalità, un patrimonio culturale ad alto tasso di civiltà” – ha concluso Montepulciano. Tale analisi va intepretata quindi non solo come un commento positivo nei confronti dell’operato dell’amministrazione comunale – tra le prime ad aver avviato l’eliminazione dei “botti” per gli eventi ufficiali, rimpiazzandole con spettacoli decisamente più originali e meno pericolosi – ma anche nel difficile tentativo di sensibilizzazione dell’intera cittadinanza visto l’avvicinarsi dell’ultimo periodo dell’anno, quando si rischierà nuovamente che i “botti di Capodanno” possano causare gravi feriti, drammatiche fughe e morte di animali nonché il rischio di incendi. Sta quindi a noi cittadini scegliere da che parte stare, se polemizzare per l’eliminazione di un’usanza dannosa che non gode di una vera tradizione o se concretizzare quotidianamente la voglia di cambiamento tanto auspicata attraverso iniziative progressiste ma non meno affascinanti.

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