“L’interrogativo sull’osservanza o meno del dovere di astensione dall’esercizio della propria attività di libero professionista in territorio andriese, da parte dell’Assessore ai Lavori Pubblici, secondo quanto disposto dall’art. 78, III co. del TUEL, resta inevaso” –
è quanto lamentano i tre consiglieri di centrodestra: Barchetta (Fratelli d’Italia), Fracchiolla (Forza Italia) e Grumo (Lega), i quali avevano, da mesi, sollevato la questione, in forma privata, interrogando prima, mediante un’istanza di accesso agli atti, il Segretario generale, poi, non soddisfatti della risposta, presentando un’interpellanza, con risposta scritta, direttamente al Sindaco. In entrambi i casi, le istanze sono state riscontrate ben oltre i termini che la legge indica a riguardo e non hanno fornito il chiarimento richiesto. La norma citata infatti statuisce che:
“i componenti della Giunta competenti in materia di urbanistica, edilizia e lavori pubblici devono astenersi dall’esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio da essi amministrato”. Tale astensione è prevista per ovviare ad evidenti posizioni di vantaggio rispetto a qualsiasi cittadino o professionista. Per l’Amministrazione, tuttavia, si tratta di un mero “dovere soggettivo di astensione … da parte del soggetto investito del munus publicum” e la garanzia del dovere di astensione sarebbe fornita “dal fatto stesso che l’Assessore sia a perfetta conoscenza di tale obbligo, dalla cui inosservanza possono scaturire conseguenze di varia natura”, si prende atto dalla risposta del Sindaco Bruno. “Orbene,” – osservano dall’opposizione di centrodestra – “pur volendo aderire all’assunzione secondo il quale la fattispecie prevista dal TUEL non configurerebbe un’ulteriore ipotesi di incompatibilità, secondo i pareri espressi dal Ministero dell’Interno, resta il fatto che è lo stesso Ministero, nei medesimi pareri, a precisare che l’istituto – che altrimenti non avrebbe ragione alcuna di esistere – identifica un “precetto generale di comportamento dei componenti della Giunta che svolgono attività professionale privata e che siano titolari di quell’Ufficio pubblico nell’ambito del territorio da essi amministrato, finalizzato ad evitare posizioni potenzialmente conflittuali con l’Ente territoriale”. La ratio della disposizione è, infatti, quella di garantire l’imparzialità dell’azione amministrativa, altrimenti vacillante. L’Assessore ai lavori pubblici ha osservato, dal momento della sua investitura ad oggi, questo logico e doveroso dovere di astensione normativamente previsto? Il quesito resta ancora aperto in base alle risposte incomplete dell’Amministrazione. Di fatto invece, resta una dichiarazione mai prodotta nelle nostre richieste e diversi cantieri aperti a firma dello stesso assessore/professionista. È evidente che la coerenza e il rispetto delle norme e dei cittadini non è di casa a Palazzo di Città” – hanno concluso dal centrodestra andriese. A distanza di poche ore, la coalizione di centrosinistra – che sostiene il Sindaco Bruno e quindi anche l’assessore al ramo – ha, di fatto, rispedito al mittente le accuse di una parte dell’opposizione:
“Ormai non passa giorno che non si debba leggere sui social e sui media da parte di alcuni (pochi per fortuna) consiglieri di minoranza, quasi fosse un mantra “l’Assessore ai Lavori Pubblici deve dimettersi” e come ogni mantra dopo un po’ stufa e denota la pochezza di argomentazioni di cui tali consiglieri sono in possesso per poter ad arte alimentare polemiche nei confronti dell’Amministrazione. Sentenziano sulla osservanza del dovere di astensione dall’esercizio della propria attività di libero professionista in territorio andriese da parte dell’assessore ai Lavori Pubblici, architetto Mario Loconte. Ora in cosa consiste questo dovere di astensione? In una ipocrita dichiarazione pubblica in tal senso o in un effettivo mancato esercizio della propria attività professionale? A quanto pare la soddisfazione dei (pochi per fortuna), consiglieri di minoranza risiede nella prima delle ipotesi. Non è sufficiente che il suddetto professionista, da quando esercita il suo ruolo pubblico abbia, con eccesso di zelo, rimesso un proprio incarico acquisito anni prima del conferimento della delega assessorile e non abbia più avuto modo di esercitare la propria attività in ambito comunale se non per attività edilizie avute inizio anni addietro e riferentesi tra l’altro ad edilizia privata e non pubblica. Si richiede fariseicamente l’atto formale. Si richiamano normative di legge, come se queste, come tutte le leggi, non debbano essere applicate solo quando la legge viene violata. L’assessore in oggetto a dispetto del martellante assedio mediatico è ben consapevole delle responsabilità a cui andrebbe incontro e possiede una sua alta etica professionale per sufficientemente comprendere il comportamento da mantenere e ciò che necessita per ricoprire quel ruolo delicato” – rendono noto dal centrosinistra andriese, che aggiunge:
“La chiave di lettura dei reiterati ingiustificati attacchi ad un professionista serio, competente, preparato e la cui limpida storia professionale nasce ben prima della sua investitura politica è probabilmente un’altra e risiede nella sua abnegazione, nel suo operato quotidiano, proprio in veste di assessore ai Lavori Pubblici e Patrimonio. Dopo quasi un decennio che ha visto il patrimonio pubblico comunale andare in decadenza fino al degrado (vedi stadio, palestre scolastiche, scuole), un decennio nel quale si è poco provveduto ad acquisire risorse statali per la realizzazione di infrastrutture al servizio della città, un decennio nel quale si è depauperato paurosamente il capitale di competenze umane e professionali in possesso della macchina amministrativa comunale, il verificare oggi, nei fatti, una radicale inversione di tendenza fa male e provoca un insano risentimento, che assume aspetti di attacchi alla persona. L’aver ridato al settore, grazie al lavoro dirigenziale e degli operatori, una sua dignità ed operatività che ha conseguito di mettere finalmente in cantiere le risorse abbandonate del Sisus, l’aver acquisito 45 milioni di finanziamenti pubblici per la riqualificazione urbana con il bando Pinqua, l’avere sbloccato situazioni di opere pubbliche stagnanti (vedi ex Macello e scuola Jannuzzi), l’aver partecipato a numerosi bandi per altri 26 milioni di cui si attende l’esito, l’aver innanzitutto prestato attenzione alle singole piccole richieste quotidiane dei cittadini, evidentemente non rientra nella logica di etica dell’operare ed è lontana dallo spirito di servizio di chi continua a dire “l’Assessore ai Lavori Pubblici deve dimettersi”. L’invito per questi consiglieri di minoranza (pochi per fortuna) è quello di farsi una bella vacanza rigenerante, così da riprendere a settembre, finalmente rilassati, i loro posti nelle commissioni ingiustificatamente abbandonati ed a trovarsi nuovi obiettivi su cui puntare. Ma che siano obiettivi realmente funzionali alla vita dei cittadini” – concludono dalla maggioranza del Consiglio Comunale.
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