“Tutte la volte che mi reco al Santuario della Madonna dei Miracoli d’Andria mi viene in mente la documentatissima, rammaricante ma stimolante pubblicazione dell’arch. Vincenzo Zito “La guerra dei 200 anni- I beni culturali di Andria distrutti dagli andriesi, tra Ottocento e Novecento”. Tutti coloro che amano la nostra città dovrebbero leggerla e, seppure con tanto strazio nel cuore, si renderanno conto, incontestabilmente, di quanto bella fosse Andria sino agli inizi del 1900. Troppe le distruzioni architettoniche, pittoriche, panoramiche, oltre a quelle documentarie, a tal punto che al confronto col passato anche recente, l’Andria di oggi può paragonarsi ad una grande masseria. E’ rimasta qualche piccola bella testimonianza architettonica, immancabilmente deturpata, per fortuna in modo reversibile, da elementi di varia natura” – ha ricordato Nicola Montepulciano. Da sempre attento anche al contesto paesaggistico – oltre che storico-culturale ed ecologico – del nostro territorio, il nostro concittadino appassionato di Storia locale ha quindi proseguito:
“E’ il caso della piazza intitolata a Pio X antistante al Santuario-Basilica della Madonna dei Miracoli e all’ex monastero dei Benedettini, dalle bellissime strutture architettoniche deturpate dalla presenza di alberi e piante del tutto incongrui. I due complessi architettonici offrivano una sensazione di graduale, gradevole serenità a quanti raggiungevano questo luogo del sacro. La piazza, probabilmente, doveva essere più ampia perché dal 1602 fino al 1770 ospitava due importanti fiere commerciali all’anno. <<L’una si apriva nel primo Sabato di Giugno in ricordanza dello scoprimento della prodigiosa Immagine e l’altra nel giorno di S. Lorenzo, 10 Agosto, in memoria della consagrazione di detta Chiesa>>( R. D’Urso “Storia della Città di Andria”, p.143. 1842). Ora il bell’effetto panoramico è impedito dalle presenza di rozze palme poste nel centro della piazza, oltre che dai pini piantati in lunghe e strette aiuole che la delimitano. Ma, ancora, vi sono oleandri piantati or qua or là senza criterio. La piazza era libera da ingombri per dare la possibilità ai fedeli, che numerosissimi accorrevano da ogni parte d’Italia con traini, carrozze ed altro di parcheggiarli in piazza, ma anche agli altrettanto numerosi commercianti delle due fiere. Per questi ultimi <<eranvi nel dintorno del Monistero tante baracche per comodo delle merci da negozio e tanti stanzini, de’ quali ancora oggi esistono gli avanzi>> (R. D’Urso, p.144, op. cit.). Chiarissime, quindi, le destinazioni della piazza. Esprimo il mio parere:
chi mise a dimora le palme, mostrando una quanto mai rozza mentalità, lo fece in ostilità alla Chiesa. Non c’era motivo di piantare un qualsiasi albero. Ridusse lo spazio riservato al parcheggio, che dal ‘600 era ed è funzionale alla chiesa, allora per ospitare carrozze, traini e simili, oggi per automezzi di vario genere. Le palme vanno eliminate e va rivisto tutto l’assetto della piazza e oltre. Molte sono state eliminate, forse distrutte, fortunatamente, dal punteruolo rosso. Era l’occasione buona per eliminarle tutte e fare “piazza pulita”. Invece ne stanno piantando altre, con ignobile spesa di soldi. Si fanno lavori giusto per far vedere che si fa qualcosa, ciò che con un mio neologismo definisco “farismo”, cioè purchè si faccia. Non sono diversi dai loro predecessori distruttori di opere artistiche. Degni eredi, ci stanno privando delle ultime bellezze. A quale istituzione politica appartiene la piazza? Alla Provincia, al Comune di Andria? Quale che sia si decida e per meglio affrontare il problema si decida pure a consultare gli “ Studiosi di Storia Locale”, che saranno in grado di suggerire soluzioni idonee (come già per gli affreschi esterni della valle di S. Margherita) e non quelle tipo raddoppio della tangenziale o riqualificazione della Valle e altre amenità del genere che non riporto per brevità. Potrebbe essere un primo passo per attirare visitatori di un certo livello e non rimanere avvinghiati al solito Castel del Monte“ – ha concluso il nostro concittadino che ringraziamo ancora una volta per la sua importante analisi. A tal proposito, riportiamo qui sotto i link ad alcune straordinarie foto d’epoca che rivelano il contesto paesaggistico della piazza dell’antico santuario andriese in un periodo compreso tra la fine del 1800 (XIX) e i primi decenni del 1900 (XX secolo):
Andria, il Santuario della Madonna dei Miracoli in una foto di fine ‘800 (XIX secolo) utilizzata anche per una cartolina della famiglia Borbonica (Regno delle due Sicilie), a quanto pare particolarmente devota alla “Madonna dei Miracoli“:
Una straordinaria foto della Madonna dei Miracoli risalente al 1907:
Una foto più recente (probabilmente anni 60):
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