Nel 1948, in Italia, si svolse la seconda consultazione elettorale a suffragio universale, dopo quella del 1946. Le elezioni si tennero il 18 aprile. Queste elezioni politiche furono decisive per il popolo italiano, i due grossi schieramenti rappresentavano infatti due realtà contrapposte: la Democrazia Cristiana ed Il Fronte Democratico Popolare per la libertà, la pace, il lavoro (o semplicemente Fronte Democratico Popolare), una federazione politica di sinistra, costituita il 28 dicembre 1947 e formata principalmente dal Partito Comunista Italiano (PCI) e dal Partito Socialista Italiano (PSI). L’esito delle elezioni fu favorevole alla Democrazia Cristiana. Non tutti sanno, però, che una figura particolare della campagna elettorale del 1948 fu curiosamente Giuseppe Garibaldi:
Seppur deceduto nel 1882, il popolare personaggio storico fu utilizzato (attraverso un disegno raffigurante il suo volto) per promuovere la campagna elettorale della coalizione di sinistra. Successivamente, le tracce di quelle stelle – ancora oggi visibili sulla facciata di un edificio di via San Francesco e su di una palazzina di via Ferrucci, ad Andria – sono state in passato confuse con tracce risalenti all’epoca garibaldina. Un’interpretazione storica errata, smascherata anni fa dal ricercatore autodidatta andriese Michele De Lucia attraverso un video-approfondimento a cura di VideoAndria.com, diffuso in rete nel 2011:
Tra i tanti manifesti dal contenuto informativo non proprio veritiero che purtroppo caratterizzano oggi come allora le partite elettorali più importanti, infatti, la figura di Giuseppe Garibaldi, “l’eroe dei due mondi” come molti lo chiamano, fu effettivamente utilizzata per pubblicizzare il Fronte Democratico Popolare nell’imminente nelle elezioni nazionali. Svariati furono, infatti, i manifesti con i più disparati slogan che caratterizzarono la campagna elettorale dei partiti sostenitori. Uno degli “stili” più evidenti fù l’inserimento del disegno del volto di Garibaldi con dietro una stella a cinque punte. Questo “stemma elettorale” fu inciso anche sui muri di alcuni edifici della città di Andria, dove a distanza di anni, con un’evidente perdita della memoria storica, questi furono poi erroneamente considerati da alcuni come il segno di messaggi politici risalenti al Regno D’Italia, dove proprio Garibaldi fu candidato anche ad Andria come deputato. Un clamoroso errore che non è passato inosservato alla mente attenta di Michele De Lucia, storico autodidatta della città di Andria che ha voluto così descrivere la curiosa vicenda politica. A tal proposito, a tutela di una memoria storica puntuale e completa, vogliamo riproporre qui sotto il link a quel video-approfondimento:
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