Beni Confiscati ad Andria: Giorgino pronto a querelare don Geremia, centrosinistra e M5S difendono il parroco

Le dichiarazioni di don Geremia Acri, nella sua qualità di responsabile di Casa di Accoglienza “Santa Maria Goretti”, rilasciate in un intervista a Repubblica, pubblicata domenica 21 aprile 2019, giorno della Santa Pasqua, stanno facendo molto discutere:

Non poteva certo passare inosservata la denuncia pubblica del religioso, qualora la Magistratura ora ne accerti la consistenza e fondatezza, sarebbe una drammatica storia che alimenterebbe ancora di più il clima già tesissimo che si respira in una città messa duramente alla prova, anche dal punto di vista amministrativo e politico, dopo la rovinosa e mai preventivata caduta dell’amministrazione comunale. Si parla di ruoli, incarichi e/o posizionamenti sui procedimenti e procedure amministrative per l’affidamento dei beni confiscati alla mafia. Ancor più grave se trattasi di soggetti con cariche ed incarichi pubblici, a qualunque livello e di qualsiasi natura. In un secondo Articolo, ex Sindaco di Andria Nicola Giorgino e il Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari Tullio Bertolino hanno reso noto un incontro con il Vescovo della Diocesi di Andria per valutare una querela nei confronti di don Geremia. Nelle ultime ore, sono state diffuse parole in difesa di don Geremia Acri da parte del consigliere regionale Sabino Zinni (centrosinistra) e degli esponentilocali del M5S:

“”Lei non sa chi sono io!”: se non fosse che la vicenda è seria, serissima, a fronte della reazione scomposta dell’ex Sindaco di Andria, l’avvocato Nicola Giorgino, le prime parole che verrebbero in mente sono quelle, già citate, di Totò, con la conseguente aggiunta: “Ma mi faccia il piacere!”. I fatti sono noti e mi permetto di richiamarli attraverso quanto pubblicavo in un mio post alcuni giorni fa. Scrivevo:
«Su tutto il territorio della Bat solo un bene su quattro, di quelli sequestrati alla mafia, viene effettivamente riassegnato e restituito alla collettività.
L’ultimo bene affidato ad Andria risale al 2011, eppure i progetti ci sono e sono a costo zero per il Comune, che avrebbe dovuto solo facilitare l’assegnazione.
Questo secondo don Geremia Acri avviene perché spesso tutto si arena in una zona grigia, fatta di connivenza, fra chi si è visto sequestrare questi beni, e chi dovrebbe riassegnarli. 
Se le cose dovessero stare così, sarebbe davvero gravissimo. Nel frattempo però che la giustizia fa il suo corso, l’appello di don Geremia non può cadere nel vuoto. 
Sarebbe il caso di scoperchiare il vaso e rendere noto a tutti, quale sia la situazione dei beni confiscati, nonché a che punto sono le procedure di riaffidamento. Quelli sono beni comuni e comune e limpida deve essere la loro gestione».
Ora, se fossimo in tribunale diremmo: fatto e diritto. Il fatto è questo. L’amministrazione Giorgino ha assegnato un sol bene, nel 2011, il che significa che ha portato a compimento un atto la cui procedura era partita ancor prima che lui diventasse Sindaco. Dopodiché il nulla. Questo il fatto. Ora segue il diritto: il diritto di sapere, da parte di tutti noi, come mai, nei successivi 8 anni, l’Amministrazione Giorgino non abbia assegnato alcun altro bene confiscato alla mafia. A questo diritto dei cittadini dovrebbe corrispondere il dovere di Giorgino di rispondere. E lui che fa? Preferisce provare a intimidire un uomo, prima che un sacerdote, che è ogni giorno in trincea a favore della legalità e contro lo sfruttamento degli ultimi. I fatti si commentano da soli. Il diritto dei cittadini resta inevaso. Una cosa però è certa: don Geremia non è solo. Se Giorgino vuol quererarlo, che quereli tutti i cittadini che da troppi anni attendono le sue risposte” – ha dichiarato Sabino Zinni. Parole di sostegno a don Geremia anche dal M5S

“Le solite Bat Stranezze. Un sacerdote denuncia la situazione dei beni confiscati alla mafia ad Andria ipotizzando collegamenti quanto meno inopportuni tra chi amministrava Andria ed il fatto che i delinquenti siano difesi dagli stessi amministratori, ed addirittura il Presidente dell’ordine degli avvocati del foro di Trani e l’ex Sindaco di Andria Giorgino si muovono incontrando il Vescovo e minacciando di querela il sacerdote. Strano posto questo nostro territorio.  Ci si muove immediatamente per una denuncia del genere e non per approfondire il problema vero che il sacerdote denuncia e che anche il sottoscritto ha evidenziato all’Agenzia Nazionale per i beni confiscati di Reggio Calabria ed al Prefetto della Bat.  Ci si muove immediatamente per difendere la categoria degli avvocati ma non mi sembra che il sacerdote abbia detto che tutti gli avvocati fanno questo, ma ha chiesto di sollevare attenzione sull’opportunità di alcuni pericolosi incroci di interesse. E poi, a quale titolo interviene l’ex (per fortuna degli andriesi) ormai Sindaco di Andria? In quanto avvocato? E perchè non intervengono con lui anche tutti gli altri avvocati presenti nella sua amministrazione e nella sua maggioranza? Ha forse qualche “carboncino bagnato”? 
Non si spiega a quale titolo intervenga se non quello dello stile del solito prezzemolino Giorgino. 
Non è intimidendo un sacerdote che l’Ordine degli avvocati risolve i problemi dei cittadini andriesi. Piuttosto sarebbe stato molto più opportuno chiedere un incontro al sacerdote, senza questi clamori, per conoscere più approfonditamente la sua denuncia e magari intervenire dopo, proprio per tutelare il buon nome della categoria degli avvocati senza minacciare inutili e controproducenti querele. Sia chiaro che noi del MoVimento 5 Stelle da tempo ci muoviamo su questo, da tempo chiediamo notizie sui beni confiscati alla mafia e da tempo denunciamo le lentezze e stranezze che anche Don Geremia ha evidenziato e continueremo a seguire la vicenda perchè questi beni hanno un grande valore etico e di risarcimento alla comunità andriese rispetto a chi la danneggia con i propri reati. Volete querelare anche noi per questo? Fatelo pure” dichiara sui social il parlamentare andriese Giuseppe D’Ambrosio (Movimento 5 Stelle).

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