Da Andria l’allarme: “nella BAT chiudono anche alcuni pronto soccorso, grazie alla sinistra ipocrita regionale che risparmia sulla pelle dei cittadini. Facciamo fronte comune”

“Gli strascichi delle catastrofiche scelte politiche sulla sanità pugliese iniziate con il Governo Vendola nel 2005, proseguono con il Governo Emiliano, colui che si è presentato ai pugliesi come il “Sindaco di Puglia”, in procinto di sopprimere gli ultimi avamposti dei punti di Primo Intervento presenti nei comuni più piccoli del nostro territorio. E’ paradossale che da un lato l’art. 32 della Costituzione Italiana stabilisce che “la Repubblica Italiana tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti…” e dall’altro il Governo regionale di Emiliano lo limita sopprimendo i punti di primo intervento con meno di 6 mila accessi l’anno. Si è iniziato, con i Governi Vendola a smantellare tanti ospedali in nome dei tagli e del contenimento della spesa sanitaria “operata” sulla pelle dei pugliesi, ed ora si prosegue smantellando gli ultimi avamposti di quelli che una volta venivano chiamati pronto soccorso presenti nei comuni piccoli, quelli sfortunatamente con una popolazione anagraficamente più anziana e distante come nel caso di Minervino Murge e Spinazzola da Città come Andria o Barletta” – a dichiararlo in un comunicato è il consigliere comunale Benedetto Miscioscia (Lega). 

“Altro che “Pronto soccorso”, adesso i cittadini pugliesi che sfortunatamente abitano in comuni piccoli, rischiano di dover affidare la propria salute alla buona sorte. A questa grave sottrazione di servizi che si va concretizzando, nessuno degli strateghi preposti a organizzare e gestire la sanità pugliese ha però pensato anche alle conseguenze che si potrebbero determinare a carico delle strutture di Andria e Barletta a causa della maggiore affluenza di cittadini richiedenti soccorso, che potrebbero rischiare di farle “collassare”. Tutto questo in nome del risparmio o della fantomatica “razionalizzazione” della spesa sanitaria che manda a farsi benedire uno dei servizi primari che, costituzionalmente, dovrebbero essere garantiti ai cittadini per la salvaguardia della loro vita e del diritto alla salute”.

“Tagliamo i punti di primo intervento in nome del risparmio, ma è giusto risparmiare sulla pelle dei cittadini pugliesi? Si accusò e condannò l’allora piano sanitario del governo regionale guidato da Fitto, ma chi gli è sfortunatamente succeduto non solo non ha dato seguito a quanto propagandato durante l’allora campagna elettorale, ma lo ha completamente stravolto chiudendo addirittura gli ospedali. Ora tocca alle postazioni di primo intervento disponibili anche per le piccole comunità. Di questo modo di fare non ne possiamo più ed è ancora più grave pensare che a smantellare e a ridurre il diritto alle cure primarie sia proprio quella sinistra che fa il contrario di quello che a parole va propagandando, ossia di voler difendere le prerogative della classe dei cittadini più debole e bisognosa di assistenza sanitaria, mentre in realtà le sottrae inopinatamente”.

“Ora è giunto il momento che si faccia fronte comune non solo per difendere i diritti di queste piccole comunità come Minervino M. e Spinazzola oltre Canosa di P., ma anche per garantire i Pronto Soccorso delle comunità più grandi come Andria e Barletta che subiranno, inevitabilmente, ulteriori disagi dovuti alla maggiore affluenza di cittadini provenienti dalle comunità penalizzate. Ma questi strutture, mi chiedo, verranno implementate di personale e attrezzature necessarie per garantire una pronta assistenza ed evitare un sovraccarico di lavoro degli operatori già oberati? E’ questa la visione della sanità di chi si professa di sinistra e, ipocritamente, si dimentica della Costituzione tanto strumentalizzata quando gli torna comodo? Altro che diritto all’assistenza, temo che i cittadini pugliesi dovrebbero incominciare a preoccuparsi seriamente per la tutela dei propri diritti” – conclude Miscioscia. 

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