Dehors ad Andria, Montaruli: “vicenda contaminata da malapolitica e da polisindacato consociato”

“Se non fosse drammatico sarebbe perlomeno curioso assistere a sceneggiate al limite della commedia con protagonisti i soliti noti, vecchi e nuovi, ritrovati e in cerca di nuove fortune. Sulla questione dehors ad Andria, ma non solo ad Andria, sembra che tutti vogliano oggi apparire verginelli mentre le cose si conoscevano bene, benissimo” – comincia così l’ennesimo comunicato a firma di Savino Montaruli (Presidente di Unimpresa Bat) riguardo la delicata questione dehors ad Andria. Nel comunicato, Unimpresa Bat prosegue così:

“Lo sapevano i politici che si sono avvicendati alla stessa Corte come lo sapevano i Polisindacalisti, vecchi e novelli. Lo sapevano tutti coloro che abbiano avuto il buon senso e la capacità di leggere tra le righe dei miei numerosi scritti, pubblicati sull’argomento. Lo sapevano coloro che hanno vissuto direttamente la stessa vicenda nei comuni di Barletta e di Canosa di Puglia ma che lì non si erano resi protagonisti delle minacce di ricorrere al Tar come fanno oggi di fronte alle telecamere, timidamente. Come potrebbero oggi dire di non saperlo i protagonisti della storia politica consumatasi sulla vicenda, visto che la Soprintendenza e gli uffici comunali, anche gli stessi dirigenti, hanno sempre intrattenuto relazioni con la Soprintendenza e sapevano tutto; come possono far finta di non saperlo gli illustri “esperti” del Polisindacato, che continuano a ricevere denaro pubblico dalla Camera di Commercio, che essi stessi governano, come se fare il sindacato fosse diventato peggio che far politica spartitoria”. Unimpresa Bat poi prosegue così:

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“Certo che anche costoro lo sapevano perché hanno partecipato all’incontro storico di mercoledì 31 gennaio 2018, organizzato dal comune di Canosa di Puglia, al quale partecipò anche la dott.ssa Simonetta BONOMI, allora Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Barletta-Andria-Trani e Foggia, la quale si soffermò in particolare sulle esigenze di salvaguardare e tutelare il patrimonio culturale ed artistico per contemperare tale salvaguardia con l’installazione dei dehors. A quell’incontro io c’ero e c’erano anche i “massimi” dirigenti ed esperti delle altre due Associazioni che oggi si meravigliano dell’accaduto. Le parole della Soprintendente nei confronti della città di Barletta furono durissime e severe. Come si fa poi a far finta di nulla di fronte alle recenti parole della Soprintendenza di Foggia e Bat che non ha usato mezzi termini per ribadire che: «Non è agli atti alcun regolamento dehors formalmente condiviso con il comune di Andria, ai sensi dell’art. 52 del D.lgs. 42/2004»”. L’analisi di Unimpresa Bat continua:

“La Soprintendenza lo scrisse per ben due volte e lo fece evidenziandolo in grassetto nella nota di risposta alla mia richiesta cioè quella dell’unica associazione di categoria che, per il bene degli esercenti e per evitare tutto ciò che purtroppo è accaduto in seguito al lassismo ed alle inadempienze dell’amministrazione comunale andriese, si è attivata presso la Prefettura Bat la quale, a sua volta, ha richiesto i chiarimenti alla Soprintendenza che ha risposto sia al Prefetto che a Unimpresa. Una sottolineatura da parte della Soprintendenza quasi a significare la netta presa di distanze da tutto quanto accadeva in quei comuni dove la concertazione prevista dalla norma con la Soprintendenza venne completamente interrotta o addirittura omessa, come nel caso anche della città di Trani dove si abbatterà la prossima azione. Dalla lettura integrale della nota, cosa ben diversa da sommarie valutazioni polisindacali o parapolitiche, emergevano con chiarezza omissioni, incertezze, distrazioni e persino elementi che potrebbero essere indice di valutazioni più profonde e di carattere ancor più rilevante se si pensa alla condizione in cui sono stati portati, esasperandoli, gli esercenti andriesi sottoposti anche a verbali, diffide e altri provvedimenti i cui esiti sono ancora oggi molto incerti, con il comune di Andria che non ha rilasciato i rinnovi delle autorizzazioni, rischiando di fatto anche il danno erariale per i mancati introiti Tosap. Un pasticciaccio tutto in salsa andriese. Altro che minimizzare e far finta di nulla; altro che minacciare di andare oggi al Tar. La Soprintendenza scrisse che: «In merito alla situazione negli altri comuni della Provincia Bat e, per quanto riguarda gli atti di questo ufficio, si segnala che risultano condivisi, ai sensi dell’art. 52 del citato Codice BB.CC. i regolamenti dehors dei soli comuni di Barletta e Canosa di Puglia», precisando che per quanto riguarda il comune di Barletta il regolamento condiviso è esclusivamente quello riportante il parere favorevole della Soprintendenza nr. 605 del 13 gennaio 2012 e non altri”. Montaruli conclude così:

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“Il sottoscritto, attento osservatore e promotore degli odierni chiarimenti che hanno portato alla significativa nota della Soprintendenza datata 18 gennaio 2019, giunta via Pec l’altro giorno a Unibat, al Prefetto e al Sindaco di Andria, dichiarò che non c’erano ulteriori parole da aggiungere a quanto affermato dalla Soprintendenza e l’alone di mistero che ha attorniato l’intera vicenda dehors ad Andria la dice lunga come l’amministrazione comunale abbia trattato argomenti così delicati cagionando danni enormi agli esercenti e alle casse comunali. Il consiglio comunale non volle prendere atto di quella nota e intese procedere velocemente per apparire Salvatore del mondo. Altro che meravigliarsi, oggi! Altro che apparire novelli. Si meravigliano? E di che? Di se stessi? Si, forse si meravigliano di se stessi e di come giustificare cotanto pressapochismo, sciatteria e autoreferenzialità.
ì s’ v’lèv’n stèi, angòur?” – conclude Montaruli. 

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