Pertanto durante lo sciopero-come si legge nella nota USB inviata alla Sangalli, al Prefetto di Bari e alla Commissione di garanzia- “saranno garantiti i servizi minimi essenziali”.
Potrebbe essere una giornata campale, quella di domani, per la città di Firenze (luogo della manifestazione). Il venerdì, di solito, è sempre complicato dal punto di vista del traffico e lo sarà anche di più, visto lo sciopero generale di 24 ore proclamato dai Cobas insieme all’Usb (Unità sindacale di base) e che prevede una manifestazione a Firenze riguarderà anche alcune società di trasporto pubblico a livello nazionale. Una manifestazione si svolgerà poi a Roma il giorno successivo, come spiega questo comunicato dell’USB:
“Il 10 novembre sarà sciopero generale nazionale di tutte le categorie pubbliche e private. Quindi non si fermeranno solo i trasporti urbani, gli aerei, le navi e i treni, come sembrerebbe a leggere le notizie di stampa, ma anche gli uffici pubblici, le fabbriche, le scuole, i servizi”.
“La Legge di stabilità per il 2018 esprime meglio di ogni altra cosa il perché dello sciopero generale: spending review, cioè nuovi tagli per i servizi sociali, soldi e sgravi alle imprese, nulla a favore del reddito e dell’occupazione stabile”.
“Le grandi crisi aziendali erano e restano tali, dall’ILVA all’Alitalia, e sono 70 i tavoli aperti al Ministero dello Sviluppo economico con la prospettiva di oltre 200.000 licenziamenti; i contratti pubblici vengono finanziati con stanziamenti ridicoli ed insufficienti dopo nove anni di blocco economico”.
“La previdenza continua ad essere il bancomat del Governo e l’attuazione della legge Fornero sta distruggendo il futuro milioni di lavoratori e lavoratrici a cui vogliono imporre di rimanere al lavoro fino a 67 anni”.
“Lo sfruttamento si sta intensificando soprattutto nei settori ad alta presenza di lavoratori migranti quali la logistica, l’agricoltura, l’ambulantato, spesso accompagnato da una forte carica di xenofobia e razzismo. Per contenere l’inevitabile crescere della conflittualità, la deriva securitaria e repressiva sta diventando sempre più pressante e chi lotta è soggetto quotidianamente a denunce e intimidazioni”.
“INSOMMA CHE ALTRO SE NON LO SCIOPERO GENERALE?”
“In oltre 40 città italiane venerdì 10 si terranno mobilitazioni, cortei, presidi in occasione dello sciopero generale”.
“Sabato 11 a Roma MANIFESTAZIONE NAZIONALE con corteo alle ore 14 da Piazza Vittorio insieme alla Piattaforma Eurostop”.
In un comunicato,l’USB spiega le ragioni dello sciopero: “Le sanno gli operai delle aziende in crisi dei cui licenziamenti si discute come si trattasse di numeri e non di persone in carne e ossa; le sanno i braccianti sfruttati dai caporali e tenuti in condizioni miserabili; i facchini della logistica alle prese con le cooperative “di sfruttamento”; le sanno i lavoratori del pubblico impiego in attesa da anni del contratto a cui vogliono rifilare l’ennesimo bidone, gli autisti e i lavoratori tutti dei trasporti alle prese con la fame di privatizzazioni; le sanno le donne e gli uomini del commercio a cui tocca lavorare trecentosessantacinque giorni l’anno e della cui vita familiare non frega nulla a nessuno;le sanno gli insegnanti e gli studenti a cui hanno trasformato la loro scuola in una azienda; le sanno gli sfrattati e i cittadini in difficoltà con i pagamenti dell’affitto e del mutuo; le sanno tutti coloro che sono costretti a curarsi e trovano un servizio sanitario pubblico ridotto al lumicino per far ingrassare la sanità privata; le sanno i migranti e i rifugiati che combattono ogni giorno per la sopravvivenza in mezzo a razzismo e xenofobia”.
“Le sanno tutti coloro che assistono increduli alla ignobile pantomima in corso sull’allungamento dell’età pensionabile da 66 anni e 7 mesi a 67 anni come se il problema fosse quello e non il fatto che la Fornero, con l’acquiescenza dei sindacati gialli, ha massacrato le aspettative di milioni di italiani e italiane facendoli lavorare fino allo sfinimento e forse alla morte. Le sanno i pensionati che non arrivano a fine mese.
Le sanno i giovani, e quelli che non sono più nemmeno tanto giovani, alle prese con un mercato del lavoro fatto solo di precarietà e sfruttamento, di totale assenza di futuro costretti a girovagare da un lavoretto all’altro e che la pensione pubblica non la vedranno mai e nemmeno potranno farsi quella privata – come auspicano assicurazioni e fondi pensione gestiti dai sindacati gialli – perché non hanno i soldi per pagare oggi i premi che dovrebbero poi assicurargli uno straccio di pensione. Le sanno tutti quelli che ogni giorno affrontano a muso duro un sistema che garantisce profitti ai padroni e miseria a tutti gli altri. Ci vediamo domani”.
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