Gurgo di Andria: ecco cosa accadrebbe in caso di trasformazione in vasca di laminazione. L’impatto sul territorio e la soluzione alternativa nella relazione dell’arch. Zito

Dopo la pubblicazione della relazione dell’attivista ecologista andriese Nicola Montepulciano – presentata nel corso dell’evento pubblico dal titolo “Gurgo: dalla tutela ambientale al rischio idrogeologico” (incontro promosso dall’Intergruppo Consiliare “Cultura, Salute e Ambiente” dedicato alla dolina carsica andriese) svoltosi ad Andria lo scorso sabato 22 febbraio 2025 e successivamente inviata per iscritto a VideoAndria.com da Montepulciano – riceviamo e riportiamo di seguito anche la relazione dell’architetto Vincenzo Zito, autore anch’esso di un interessante intervento (“Il progettato canale deviatore verso la dolina carsica del gurgo e il suo impatto sul territorio) presentato nel corso dello stesso evento pubblico:

«Per mitigare il rischio idrogeologico di una parte della città di Andria, edificata nel letto della lama Ciappetta-Camaggio, è stato progettato un canale deviatore atto ad intercettare parte delle acque pluviali a monte della città in modo da scaricarle nella dolina carsica del Gurgo che in tal modo verrebbe trasformata in vasca di laminazione. Tale intervento dovrebbe far fronte agli eventi meteorologici aventi un periodo di ritorno di 200 anni e superiori, eventi che l’attuale canale che attraversa la parte a sud della città non è in grado di assorbire. Conseguentemente il canale progettato è destinato a restare asciutto per gran parte degli anni del periodo considerato. Dal punto di vista ambientale tale progetto è stato contestato sia dall’Ordine dei Geologi e sia da ambientalisti e politici sensibili al problema. Quindi non sarà il caso di riprendere le argomentazioni svolte con tanta competenza. Dal punto di vista dell’impatto che il suddetto canale avrebbe sul territorio si possono avanzare diverse riserve che si seguito si esplicitano. Il canale progettato ha una lunghezza di circa 2.200 metri e taglia trasversalmente una parte dell’agro a sud della città densamente coltivato ad oliveto. Lungo il suo percorso intercetta la lama di S. Croce. Poiché il canale taglia trasversalmente il sistema delle lame secondarie che vanno da sud a nord, la sua profondità non è costante ma varia dai circa 3,5 metri sino a 12,5 metri circa. Conseguentemente anche la sua larghezza, comprensiva delle strade laterali di servizio, non è costante ma varia anch’essa dai circa 10 metri sino a 22 metri. Da quanto precede è evidente il suo impatto negativo sul territorio agricolo. Il canale verrebbe a costituire una ferita che taglia orizzontalmente parte dell’agro a sud di Andria. Secondo il progetto si prevede di espiantare ben 800 circa alberi di ulivo che si dovrebbero reimpiantare parte a ridosso del canale (presumibilmente sui terreni soggetti soltanto ad occupazione temporanea) e parte su altri siti da individuare. Poiché il canale è destinato a rimanere pressoché asciutto per numerosi anni, lo stesso potrebbe finire per diventare ricettacolo di discariche abusive. Questo richiederà interventi di pulizia poco agevole (alla profondità di 12 metri) il cui onere per le casse comunali si sommerà all’onere della pulizia dalle erbe e altre piante spontanee che periodicamente bisognerà estirpare per mantenere intatta la capacità del canale. Infine per quanto riguarda lo smaltimento dell’enorme quantità di terreno riveniente dagli scavi, si rileva che non risultano individuate le cave di deposito della stessa, che nella Relazione sono poste genericamente in agro di Andria» – si legge nel testo della relazione che prosegue:

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«Anche sotto il profilo dell’efficacia dell’intervento sorgono diverse perplessità. Il bacino idrografico che gravita intorno alla lama Ciappetta-Camaggio a sud della città ha un’estensione territoriale di circa 48 Km2 e genera notevoli deflussi in occasione di precipitazioni intense e di lunga durata. Lo stesso è diviso in due sottobacini di estensione pressoché identica (Fig. 1). Tuttavia soltanto la parte terminale del letto del sottobacino di sx è stata regolarizzata a partire dall’intersezione con la SP 30 (c.d. via Appia-Traiana). Il canale deviatore si innesta dall’asta del sottobacino di sx in corrispondenza di una curva a valle della SP 30 mentre il sottobacino dx si immette nell’asta del sottobacino di sx più a valle del punto di innesto del canale deviatore. Ne consegue che il canale assorbirà parte delle acque pluviali solo del sottobacino di sx mentre le acque di quello di dx proseguiranno regolarmente verso la città di Andria. Considerato che i due sottobacini hanno estensione pressoché identica, l’efficacia dell’intervento progettato resta quindi quanto meno incerta. Soluzioni alternative. Dalle Relazioni del progetto preliminare e del progetto esecutivo non si rileva uno studio per l’individuazione di soluzioni alternative alla realizzazione del canale deviatore. A completamento di questi appunti si reputa utile indicare almeno una possibile soluzione alternativa avente minor impatto sul territorio. Si potrebbe intervenire lungo le due aste principali dei due sottobacini mediante la formazione, in punti opportunamente individuati, di una serie successiva di piccole vasche di laminazione a carattere occasionale attraverso la realizzazione di briglie e/o stramazzi in grado di ridurre anche la velocità dell’acqua di superficie. In tal modo l’impatto sul territorio sarebbe notevolmente frazionato e quindi molto meno invasivo. Si potrebbe inoltre verificare la fattibilità di utilizzare come vasca di laminazione, con opportuni interventi, il grande invaso artificiale scavato a ridosso della ex SS 16, ora via Togliatti» – conclude l’arch. Zito nella relazione. Si ricorda che successivamente all’incontro pubblico, in Consiglio Comunale si è poi svolta l’approvazione di un Odg per il riconoscimento dell’importanza di tutela del Gurgo di Andria. Nello stesso perioso, è stata resa nota anche la pubblicazione della versione digitalizzata del libro “Il Gurgo di Andria – Aspetti speleologici, geologici, botanici e faunistici. Un bene ambientale da valorizzare e recuperare” (avvenuta nel 1993 e oggi disponibile online sul sito web Andriarte.it e sul sito della Società Italiana di Geologia Ambientale). Obiettivo di questi numerosi contributi è quello di mantenere alta l’attenzione su un patrimonio storico, geologico, culturale, ecologico ed ambientale rappresentato dal Gurgo di Andria. Un ringraziamento va dunque a chi – come l’arch. Zito e l’ecologica Montepulciano – da tempo si sta attivando per sensibilizzare ulteriormente la popolazione attraverso interventi puntuali e ricchi di spunti propositivi.

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