Inquinamento ad Andria, “se la centralina è influenzata dal cantiere perché non si interviene per risolvere il problema?”

Il Rapporto di Legambiente Mal’aria di città 2023 ha determinato scientificamente un livello di inquinamento ambientale che ha posto la città di Andria alla pari di quelle più inquinate d’Italia, regalando un primato del quale i cittadini ne avrebbero tranquillamente fatto a meno. Successivamente, dopo che “il danno” era già stato consumato con ripercussioni gravissime all’immagine della città federiciana, l’Arpa ha precisato che “i dati rilevati non possono essere considerati per un giudizio completo sulla qualità dell’aria:

la centralina in via Vaccina è stata infatti interessata da un cantiere edile di grandi dimensioni e di lunga durata, le cui attività hanno sensibilmente alterato le concentrazioni di inquinanti nell’ambiente”. Proprio le dichiarazioni di Arpa, riportate sui Quotidiani, suscitano la dura reazione da parte del Comitato Quartiere Europa di Andria, lo storico sodalizio fondato 26 anni fa dall’Attivista Sociale Savino Montaruli, regolarmente iscritto nella 4^ Sezione Ambiente Associazioni dell’Albo Comunale, dal cui ufficio di coordinamento dichiarano:

“le dichiarazioni di Arpa sono pesantissime e più che rappresentare una difesa “d’ufficio” sembrano essere un gravissimo atto d’accusa. Eppure, a distanza di giorni da quelle dichiarazioni, nessun intervento è stato registrato dalla parte Istituzionale che detiene la responsabilità assoluta della Salute Pubblica dei Cittadini. Da parte nostra – proseguono dal Comitato – riteniamo gravi e preoccupanti quelle dichiarazioni evidentemente tardive di Arpa, che non hanno evitato che la città di Andria fosse classificata da Legambiente quale prima in Puglia e quarta in Italia per sforamento dei limiti di legge, che significa inquinamento atmosferico. Successivamente alla divulgazione del dato disastroso per l’immagine della città e molto preoccupante per la salute dei cittadini, vennero da più parti formulate numerose proposte per rendere quel cantiere più green, più sostenibile e forse addirittura più “conforme” alle norme” – osserva Montaruli che aggiunge:

“Nella fattispecie le proposte andavano nella direzione di prevedere, ad esempio, accorgimenti che evitassero la dispersione nell’aria di agenti inquinanti derivanti dagli scavi così come l’adozione di precauzioni in fase di trasporto dei materiali di scavo con idonea copertura dei materiali polverosi e pulizia degli pneumatici prima dell’attraversamento urbano e, non per ultimo, un’attenta verifica sulle enormi quantità di gas di scarico emesse dai grossi veicoli in transito nel cantiere e al di fuori di esso. Precauzioni spicciole e minimali che verrebbero ancora oggi omesse dal momento che una gran quantità di materiale video-fotografico lo testimonierebbe, dimostrando che nulla sarebbe cambiato rispetto alle richieste ed alle proposte che addirittura avrebbero visto d’accordo i dirigenti di Ferrotramviaria. Riteniamo, a questo punto ed alla luce della situazione venutasi a determinare, che la massima Autorità cittadina di Salute Pubblica diffidi formalmente chi ne abbia responsabilità e potere d’intervento affinché vengano adottate le precauzioni necessarie per evitare che quei dati continuino ad essere “inquinati” dalla presenza e dai lavori del cantiere. Da parte nostra invieremo la presente nota informativa – sotto forma di Esposto – anche alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani affinché prenda atto della situazione e valuti, nel merito, se siano stati adottati o meno tutti i principi di precauzione e di rispetto delle norme in materia di rimozione, trasporto e trattamento dei materiali da cui, secondo quanto riferito da Arpa e dalle Autorità cittadine, potrebbero essere alla base delle rilevazioni di sforamento dei limiti rilevati nel Rapporto di Legambiente. Qualora si ravvisassero inadempienze e/o atteggiamenti o comportamenti, passati o presenti, che possano anche determinare responsabilità di profilo penale si invita la Procura di Trani ad avviare le necessarie azioni a tutela della legge, della salute dei cittadini e del buon nome della città di Andria” – hanno concluso dall’Ufficio di Coordinamento del Comitato Cittadino.

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