La Gazzetta: “fumi” a Barletta, Collettivo Exit “fosse vero sarebbe grave” ma Buzzi smentisce: “accuse diffamatorie”

timac-cementeria-barletta“Se la notizia, riportata dalla gazzetta, di una fuoriuscita di fumi con isotropi radioattivi e tossici dalla Cementeria lo scorso maggio dovesse essere vera, sarebbe un fatto di una gravità inaudita, saremmo oltre il disastro ambientale, ci troveremmo difronte al rischio di una catastrofe. Se questa denuncia è partita da un operaio dello stabilimento significa che anche tra i lavoratori c’è la consapevolezza che non si può più continuare così, con una città immersa fino al collo in una crisi ambientale che durerà molti anni se non dovesse essere invertita la rotta. Noi abbiamo sempre rimarcato la necessità di tutelare i lavoratori e non certo multinazionali che hanno un notevole impatto sulla salute della popolazione e sull’ambiente” – è il commento di Angelo Di Leo, del Collettivo EXIT di Barletta in merito ad un articolo apparso nelle ultime ore sul noto giornale

“Cittadini” – proseguono dal Collettivo EXIT di Barletta – “che stando ai numerosi commenti sui social network, sembra si stiano svegliando dal loro torpore e dall’assuefazione allo status quo, visti i dati emersi sull’aumento della mortalità del 25% in 3 anni nel periodo tra il 2011 e il 2014, mentre nel resto della Regione si è verificato un aumento del solo 2,9% e l’aumento degli aborti spontanei(il doppio rispetto al dato regionale)”.

“La sola a restare indifferente e immobile, nonostante abbia il potere di intervenire per incominciare a cercare delle soluzioni che possano affrontare le numerose emergenze, è la classe politica di questa città”.

“Bisogna tornare indietro di un po’ di anni, alla nostra battaglia vinta contro la realizzazione di una centrale a biomasse di 56 MW( di fatto un vero e proprio inceneritore) promossa dall’allora amministrazione Maffei, per comprendere quanto la classe politica abbia cercato in tutti i modi di rimuovere la questione ambientale dal dibattito politico”.

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“Quasi 10 anni fa affermavamo la necessità di riconvertire un modello industriale ormai obsoleto e incentrato su industrie multinazionali ad alto impatto ambientale, con una nuova propensione a trasformare la nostra città in una piattaforma per lo smaltimento dei rifiuti attraverso l’incenerimento e il conferimento in discarica”.

“Denunciavamo inoltre che tutto questo ci avrebbe portato a fare i conti con una crisi sociale e ambientale di proporzioni enormi, mentre la classe politica negava spudoratamente l’esistenza di un problema di tal genere, accusandoci di creare facili allarmismi”.

“Oggi si continua imperterriti a rimuovere la questione, con un’amministrazione Cascella e un Partito Democratico che facendosi dettare la linea politica dalla Confindustria( a cui fanno capo le aziende insalubri), decidono di stravolgere la delibera di iniziativa popolare sul monitoraggio ambientale delle aziende insalubri promossa dal Forum Salute e Ambiente e di portare in Consiglio Comunale una nuova versione che nulla ha a che vedere con quella originale”. 

“Certo fa sorridere leggere gli interventi sulla stampa e sui social network di esponenti di primo piano della politica cittadina che parlano di affrontare i problemi ambientali e di aprire un confronto, mentre i propri consiglieri di riferimento nell’assise comunale si apprestano ad affossare una proposta di delibera che potrebbe finalmente gettare le basi per individuare i veri responsabili della crisi ambientale e sanitaria”.

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“E’ la seconda volta che l’amministrazione comunale tenta di portare e approvare in Consiglio Comunale una delibera farlocca, lo ha fatto lo scorso marzo e solo grazie alla mobilitazione dei movimenti si è impedito che fosse approvata”.

“Ancora una volta è necessario un nuovo sforzo da parte di tutti i cittadini e dei vari soggetti sociali per impedire un nuovo colpo di mano che affossi definitivamente le speranze di un cambiamento, ed è per questo che invitiamo tutti a far sentire la propria voce nel prossimo consiglio comunale” – concludono dal Collettivo EXIT. 

A distanza di alcune ore è stato diffuso anche sulle testate un comunicato della Buzzi, che riportiamo qui sotto:

La Buzzi Unicem, unitamente alla Direzione dello Stabilimento di Barletta, ritiene doveroso rappresentare tempestivamente alla cittadinanza di Barletta la realtà dei fatti, molto distante da quanto riportato da parte della stampa locale negli ultimi giorni. La Società ha appreso dalla lettura dei giornali, in data 5 novembre 2016, che la Procura della Repubblica di Trani ha chiesto il rinvio a giudizio dei suoi legali rappresentanti con riferimento alle presunte violazioni in materia ambientale contestate ad inizio anno. Con la pubblicazione sui quotidiani nasce dunque il diritto di prendere visione degli atti e gli avvocati della Società hanno legittimamente chiesto e recentemente ottenuto copia del fascicolo. E’ stato quindi possibile appurare che quanto sostenuto dalla Società nelle memorie difensive a suo tempo presentate, e in parte sintetizzato nei comunicati stampa diramati alcuni mesi fa, non è stato in alcun modo contrastato dai consulenti tecnici del Pubblico Ministero, e anzi, sotto alcuni specifici e rilevanti profili, le tesi della Società hanno trovato conferma – diretta o indiretta – da parte di quei consulenti che costituiscono l’unica fonte di prova a sostegno della ricostruzione dell’accusa. Spiace dover rilevare che il Pubblico Ministero non abbia saputo trarne le opportune e dovute conseguenze. Ma non è questa constatazione ad indurre la Società ad affacciarsi nuovamente all’opinione pubblica, certi che questi aspetti verranno risolti davanti al Giudice chiamato a decidere nel merito delle contestazioni.

Si ritiene, invece, di dover assumere posizione precisa e inequivoca riguardo le accuse diffamatorie circaun presunto incidente che sarebbe occorso nella notte del 30 – 31 maggio scorso all’interno dello stabilimento, generando una “esplosione” con conseguente sprigionamento di una “nube di fumi incombusti e radioattivi” e presenza di “isotopi radioattivi”, che avrebbero “by-passato i filtri”. Ricostruendo i fatti, il 28 giugno 2016, militari della Guardia di Finanza si sono recati presso la Cementeria di Barletta per “acquisire l’elenco del personale impiegato presso la linea forno nei giorni 30 e 31 maggio 2016”. Una richiesta che ha lasciato interdetta l’Azienda, in ragione del fatto che non era stato esplicitato il motivo della stessa, né vi erano elementi e circostanze conosciuti che aiutassero a comprenderlo. Avendo ora esaminato gli atti del fascicolo del Pubblico Ministero, è stato possibile apprendere dell’esistenza di un farneticante esposto, inviato alla Guardia di Finanza di Barletta e ad altri Enti a inizio giugno, ove un presunto “operaio specializzato della Buzzi Unicem”, alla cui firma non è stato possibile ricollegare alcuna persona fisica (di fatto un anonimo), ha narrato di questo evento, che non trova alcun riscontro nei tracciati di produzione dello stabilimento. Nelle date indicate non si è registrata alcuna anomalia nell’alimentazione delle materie prime o dei combustibili al forno da cemento, non vi è stato alcun ingresso né tantomeno fuoriuscita di “materiale radioattivo”, né di conseguenza si sono rese necessarie procedure di sicurezza particolari, come riportato nel suddetto esposto. E’ stato inoltre possibile apprendere che il Pubblico Ministero, ricevuto l’esposto, ha delegato la Guardia di Finanza, in data 8 giugno 2016, affinché “verificasse la veridicità di quanto affermato”.

Di qui la richiesta, rivolta allo Stabilimento, di fornire i nomi dei lavoratori presenti in quei giorni. In base a quanto presente in atti, la narrazione contenuta nell’esposto non ha trovato alcuna conferma negli atti di indagini. Tanto è vero che nessun seguito è stato dato a questo esposto, se non la sua inserzione tra gli atti nel fascicolo. Addirittura, ci sembra evidente che l’autore non conosca le peculiari caratteristiche del forno da cemento e confonda le condizioni operative della Cementeria con altre realtà produttive, dal momento che richiama apparecchiature e tipicità estranee al nostro processo produttivo.

In relazione all’infondatezza di tali addebiti, la Società e la Direzione della Cementeria di Barletta intendono inoltre evidenziare che:
• nella notte del 31 maggio 2016 non è stato compiuto alcun errore nelle manovre di alimentazione del combustibile principale o del combustibile solido secondario (CSS);
• non si è registrata alcuna esplosione, né alcuna nube di alcun genere e forma è stata rilasciata dagli impianti del ciclo produttivo;
• i presidi tecnici di depolverazione del forno sono tutti costituiti da filtri a maniche, che non sono soggetti al rischio di esplosione, diversamente da quelli dotati di elettrofiltri;
• non è tecnicamente possibile by-passare alcun filtro e, in generale, i sistemi di controllo delle emissioni;
• il Produttore di CSS, che approvvigiona lo Stabilimento, effettua il controllo radiometrico su tutti i carichi di rifiuti in ingresso e la Buzzi Unicem verifica che la dichiarazione di conformità del CSS impiegato attesti l’assenza di sostanze radioattive prima dell’impiego del CSS medesimo; • nello Stabilimento non è presente alcun contatore “geiger”;
• il sistema di monitoraggio delle emissioni (SME) della Cementeria è sempre online, 24/24 ore, durante tutte le fasi produttive: nessun parametro è risultato discordante con le medie rilevate, né fuori limite. Ciò trova conferma nei dati di qualità dell’aria misurati nelle due centraline presenti sul territorio di Barletta nella giornata del 31 maggio 2016, dove non sono stati rilevati superamenti o anomalie per tutti i parametri misurati, comprese PM10, PM2.5, NO 2, SO2, CO, O3, H2S, C6H6;
• i dati dello SME sono consultabili da chiunque e pubblicati quotidianamente sulla pagina internet del Comune di Barletta all’indirizzo http://www.comune.barletta.bt.it/retecivica/ambiente Ancora una volta si constata che esistono soggetti, la cui unica finalità è quella di screditare l’immagine dell’Azienda, al punto da riportare fatti e circostanze del tutto fantasiose, ed è altrettanto spiacevole rilevare che si raccolga qualunque presunta notizia o affermazione, in difetto di ogni più minimale verifica di serietà della provenienza e veridicità dei fatti narrati, fornendo una informazione totalmente alterata, se non addirittura falsa e fuorviante.

Questo attacco mediatico crea inevitabilmente un allarmismo ingiustificato e una fonte di preoccupazione per la popolazione interessata, in relazione ad un’indagine del tutto priva di presupposti e che, anche nel suo culmine, rappresentato dalla richiesta di rinvio a giudizio, non ha saputo individuare alcun elemento degno di censura nei confronti della nostra Società. I Cittadini di Barletta meritano serietà: la nostra Società si augura di aver fornito una prima risposta alle domande che ciascuno può legittimamente porsi a fronte della pubblicazione di notizie che riguardano la salute di tutti e l’ambiente in generale ed è disponibile – così come sta già avvenendo da mesi con centinaia di persone – a confrontarsi nel merito tecnico con chiunque desideri maggiore approfondimento, in un’ottica di chiarezza, collaborazione e massima trasparenza.

La Cementeria di Barletta continua a restare aperta alla Cittadinanza; chiunque desideri effettuare una visita presso lo Stabilimento per approfondire il ciclo produttivo del cemento può farne richiesta scrivendo a visitabarletta@buzziunicem.it”.

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