Lavoratore andriese sequestrato e rapinato, lo sfogo della moglie: “vergognatevi, siete la feccia della società”

Un sequestro con rapina è avvenuto nelle ultime ore nel barese ai danni di un onesto lavoratore andriese. A comunicarlo è la moglie che sui social ha riportato un lungo commento dopo la bruttissima esperienza che il marito a dovuto subire. La moglie dell’uomo, da tempo attiva nel mondo del volontariato animalista, ha confermato di aver sporto denuncia alla locale caserma dell’Arma dei Carabinieri. Stando a quanto riportato nel racconto, l’uomo è stato rapinato mentre trasportava merci con il suo furgone tra i comuni di Altamura e Gravina in Puglia in direzione Poggiorsini. Sarebbero in corso le indagini, anche se l’indignazione, nel frattempo, aumenta, anche da parte di decine di cittadini andriesi che nelle ultime ore hanno espresso solidarietà e vicinanza nei confronti di questa famiglia ingiustamente maltrattata. Auspichiamo che le indagini possano giungere al termine in maniera soddisfacente, consegnando alla Giustizia gli autori di questo vergognoso gesto ai danni di chi lavora, questo senza contare anche le conseguenze psicologiche. Il racconto diffuso sui social:

“Capita a volte che ti alzi la mattina…Una mattina come tante…Ti vesti di corsa perché magari alle 5 di mattina vorresti ancora dormire un po’ ma devi alzarti…Il lavoro aspetta…Il posto di lavoro è distante quindi devi andare presto…Ti vesti di corsa scendi ti avvii sulla strada con colleghi di lavoro con un furgone carico di merce…La nebbia è fitta ma tu piano piano ti avvii…Ed ecco qui che accade ciò che non ti aspetteresti mai o non vorresti mai che accadesse…Una macchina fari accesi, delle persone armate ti intimano di accostare..Tu cerchi di difendere il tuo lavoro…I sacrifici di una vita di un azienda…ma è tutto inutile loro sono più forti e riescono a fermarti…Con una Pistola puntata alla tempia la vita ti scorre davanti…Non si accontentano di portarsi via tutto…ma ti caricano in macchina e sfrecciano come pazzi con l’auto per disorientarti…Non devi capire dove sei…devi solo stare zitto e immobile per più di un ora..Per poi essere lasciato un mezzo al nulla privo di cellulare e senza un anima intorno….Io sono moglie di chi oggi ha subito questo ma non faccio a che pensare a voi mogli di delinquenti e mafiosi, che magari oggi siete soddisfatte e orgogliose dei vostri mariti, che con la scusa di…Il lavoro non c’è vi vestite di firme di sudore di famiglie di sacrifici di soldi non piovuti dal cielo…Non è crisi…sequestrare una persona non fa parte della crisi, sottrarre beni conquistati con duro lavoro non è crisi, prendersi dal portafogli di un dipendente quello che ha nel portafogli pensando possano essere magari i risparmi che ha per un intera settimana oltre al grosso bottino fatto non è crisi…togliere la dignità ad un uomo che piange davanti ad un arma non è crisi…È mafia….E spero che il bene che oggi vivete domani possa essere speso in medicine per le peggiori malattie…A testa alta domani si ritorna a lavoro…ma voi a testa bassa vestitevi di vergogna….Perché siete feccia della società….”

La tecnica pare sia sempre la stessa, addirittura i luoghi sembrano essere gli stessi. Di sicuro le vittime sono le stesse cioè gli ambulanti che attraversano quella che è stata ribattezzata la strada del terrore cioè la Corato-Altamura. A distanza di qualche mese dal tragico evento criminoso che comportò il furto di un furgone bianco Iveco Daily, sottratto ad un venditore ambulante andriese mentre questi stava raggiungendo Gravina in Puglia, sotto la minaccia di pistole, con conseguente sequestro di persona, giunge un’altra tragica notizia sovrapponibile all’episodio denunciato a dicembre scorso. Accade di nuovo ed accade la mattina di mercoledì 4 aprile sulla stessa strada. Vittima dell’episodio ancora una volta un trio di ambulanti andriesi che hanno subito il furto dell’automezzo pieno di merce sul quale viaggiavano in direzione Matera per una giornata lavorativa in uno dei mercati rionali. Immediata la vicinanza e la solidarietà delle Associazioni CasAmbulanti e Unimpresa alle vittime del gravissimo episodio.

Per le due Associazioni è intervenuto il sindacalista Savino Montaruli il quale ha dichiarato: “quest’altro episodio criminoso alimenta il senso di insicurezza, di terrore e di isolamento istituzionale vissuto dai commercianti ambulanti che continuano a viaggiare sulle strade del terrore pugliesi. Un episodio di una gravità inaudita; un’aggressione con furto, rapina e sequestro di persona che avrebbe dovuto riempire le cronache ma che quasi non fa notizia. Un silenzio che alimenta quel senso di abbandono vissuto da chi per lavorare è costretto a sottoporsi a qualunque forma di sopruso e di violenza. Se le istituzioni credono che gli ambulanti debbano difendersi da soli devono solo dirlo, perché già lo hanno dimostrato. Non vogliamo rassegnarci all’idea che gli ambulanti debbano arrivare a premunirsi di porto d’armi per potersi difendere da soli ma se si continua di questo passo, con questa indifferenza e con questa recrudescenza di episodi che lasciano un segno indelebile in chi subisce violenza inaudita e gratuita, allora il passo sarà breve e le responsabilità saranno di chi ha sminuito, ha minimizzato, ha banalizzato quella che, invece, è una vera e propria emergenza criminale. E’ intollerabile che i Corpi di Polizia operino al trenta per cento rispetto alle necessità di organico così come è inaccettabile che di fronte a quanto sta accadendo si continui a tacere e a tollerare fino al punto che a prevalere ormai siano i silenzi. Con i silenzi non si fa altro che dare ancor più spazio alla delinquenza e alla violenza. Se qualcuno vuole questo non ci troverà mai complici. Noi non siamo per nulla rassegnati e pretendiamo quelle risposte mai giunte” – ha concluso Montaruli

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