Queste informazioni, ritenute di estremo interesse sin dalle prime battute, sono state corroborate da ulteriori elementi che sono stati raccolti dagli inquirenti con un meticoloso lavoro investigativo che ha consentito di fornire quelli che il G.I.P. di Trani ha definito “elementi indiziari oltre che di natura fattuale, in virtù delle emergenze dettagliatamente indicate, anche di natura logica, quale lettura combinata, precisa e scrupolosa, dei molteplici indizi raccolti dall’organo inquirente, a fronte di un evidente clima omertoso permeante la vicenda in disamina. Ciò nondimeno, però, gli indizi raccolti, chiaramente univoci e concordanti, si rilevano di numero considerevole, ma soprattutto si dimostrano convergenti nel focalizzarsi sugli odierni indagati”. Le investigazioni hanno seguito il doppio binario della ricerca del corpo di Michele Cilli, avvenuta anche mediante unità specializzate della Polizia di Stato (cinofili, sommozzatori, droni), e della ricerca degli elementi idonei a ricostruire la dinamica dei fatti, avvenuta mediante una complessa analisi delle immagini registrate dai numerosi sistemi di video sorveglianza presenti nella zona attenzionata, nonché dei tabulati telefonici e telematici e dei tracciati GPS di alcune autovetture di interesse investigativo, che ha consentito di appurare lo svolgimento degli eventi e le condotte di alcuni specifici soggetti. Insomma, una ricostruzione certosina che può essere sintetizzata nei seguenti termini:
la sera tra il 15 ed il 16 gennaio, S.D., dopo aver cenato in compagnia di altre persone in un ristorante di Barletta, è andato in un bar dove ha incontrato Michele Cilli, con il quale si è allontanato alle ore 01:38, guidando la propria auto; percorrendo la direzione del lungomare Pietro Mennea, l’auto guidata da S.D., con a bordo Michele Cilli, è stata ripresa entrare alle ore 01:40 circa all’interno di un garage ubicato in un complesso condominiale di Barletta, dove è rimasta circa mezz’ora; alle successive ore 02:10 circa, la stessa auto è uscita dal garage per parcheggiare in prossimità di vicine abitazioni dove è rimasta pochi minuti, per poi ripartire con a bordo il solo S.D. e giungere alle successive ore 02:24 in prossimità del bar, dove è rimasta giusto il tempo di far salire a bordo persone che erano già in compagnia del S. quando questi era arrivato in precedenza al bar. L’autovettura condotta dall’indagato farà poi ritorno all’abitazione di quest’ultimo dopo circa due ore;
la sosta dell’auto di S.D. nel garage e, dopo, per pochi minuti, nei pressi di alcune abitazioni, non è sfuggita all’attenzione degli investigatori che, approfondendo questo nuovo tassello che si andava ad aggiungere agli altri, sono riusciti a comprendere il motivo di questa breve sosta dell’auto susseguente a quella più lunga all’interno del garage. Infatti, in prossimità di quelle abitazioni, dopo poco è uscito un uomo alto e longilineo che, correndo, si è diretto verso il complesso condominiale dove si trova il garage, entrandovi e restando pochi minuti prima di uscire e, sempre correndo, è stato ripreso dirigersi verso la propria abitazione da dove, dopo poco, usciva un’autovettura. Seguendo il percorso di tale autovettura è stato possibile accertare che l’auto in questione è andata presso una vicina stazione di servizio dove lo stesso uomo alto e longilineo di cui sopra, che era alla guida dell’auto, ha riempito una tanica di benzina per poi andare all’interno del garage dove era stato S.D.. L’uomo in questione è stato identificato dagli inquirenti nell’indagato B.C.D., che nel compiere le azioni che gli vengono contestate indossava un pantalone della tuta ed un paio di scarpe che si ritiene essere quelle ritrovate dagli investigatori in zona Fiumara di Barletta il successivo 21 gennaio, seguendo la pista di un altro soggetto di cui si dirà a breve.
Al ritrovamento di tali indumenti, nei giorni successivi, seguirà un altro fatto – anche questo non sfuggito ai poliziotti della Squadra Mobile e del Commissariato di Barletta -, ovvero, la denuncia di furto dell’auto utilizzata dal B. la notte del 16 gennaio. È proprio seguendo il percorso di questa auto che i poliziotti sono giunti in una delle contrade di campagna di Barletta, dove nel pomeriggio del 31 gennaio hanno trovato gli occhiali che si ritiene essere con ragionevole certezza quelli di Michele Cilli. Nella stessa contrada B.C.D. tornerà la mattina del 16 gennaio, dopo alcune ore dai fatti verificatosi nella notte di quello stesso giorno. Questi elementi vengono contestati a B.C.D. che, oltre ad essere indagato per favoreggiamento, è stato sottoposto alla misura della custodia cautelare in carcere perché, in concorso con S.D., ha soppresso il cadavere di Michele Cilli. Il ritrovamento degli abiti in zona Fiumara – così come quello degli occhiali – è stato un momento molto importante delle indagini, cui si è giunti non per caso, ma seguendo una diversa autovettura – rispetto a quella utilizzata la notte del 16 gennaio – di S.D., nella circostanza guidata da un altro uomo che è entrato nel mirino degli investigatori sin dai primi giorni. Infatti, sin dall’inizio delle indagini è stato appurato che S.D. la mattina del 16 gennaio ha lasciato Barletta per farvi ritorno il successivo 17 gennaio, giorno in cui dava una delle auto nella sua disponibilità ad un uomo che, alla guida della stessa, si recava nella zona Fiumara, sostando in un punto vicino ai canneti che si trovano sulla rive dell’Ofanto, dove è stata trovata incastrata una busta con all’interno abiti e le scarpe che si ritiene essere quelle calzate dal B.C.D.
L’uomo in questione è lo stesso nella cui disponibilità i poliziotti della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Barletta hanno trovato l’auto condotta dal S.D. la notte dell’omicidio. Sottoposta a sequestro, su tale auto sono state svolte attività di polizia scientifica da parte del Gabinetto Interregionale di Polizia Scientifica per la Puglia e la Basilicata che ha rinvenuto all’interno formazioni pilifere, presunte sostanze vegetali, biologiche e, soprattutto, sostanze ematiche sul clacson ed in altri punti dell’abitacolo. Il giorno in cui sono scattate le indagini, S.D. aveva ferite su entrambe le mani di cui sono state fornite giustificazioni considerate dal G.I.P. come “falso alibi”. Pertanto, sulla scorta degli elementi rassegnati dal Pubblico Ministero, il G.I.P. ha accolto la richiesta di custodia cautelare in carcere nei confronti di S.D., indagato per l’omicidio di Michele Cilli.
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