In particolare, in relazione agli omicidi, tutti risultano essere stati commessi con il metodo tipico della c.d. “lupara bianca”. Le quattro vittime (conosciute e compartecipi delle azioni delittuose commesse dagli indagati, in particolare nel traffico e nello spaccio delle sostanze stupefacenti), secondo le risultanze investigative vagliate positivamente dal GIP, vennero attirate con l’inganno nelle campagne dei Comuni del nord barese di Canosa di Puglia e Minervino Murge (BAT), uccise a colpi di pistola e, successivamente, i loro corpi dati alle fiamme. In un caso, ad una delle vittime venne anche fracassato il volto con un masso.
Le indagini, coordinate da questa Direzione Distrettuale Antimafia e delegate alla Squadra Mobile della Questura di Bari e al Commissariato di P.S. di Canosa di Puglia, corroborate da attività tecniche ed escussioni testimoniali e sviluppate a seguito anche delle dichiarazioni accusatorie di alcuni collaboratori di Giustizia, hanno consentito di dare una articolata lettura unitaria dei risultati investigativi, delineandone il comune filo conduttore, legato al controllo delle attività illecite, principalmente al traffico di sostanze stupefacenti ed ai fenomeni estorsivi, nel territorio canosino. VIDEO:
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