La centralina meteo di Via Vaccina, ad Andria, Martedì 8 Ottobre ha rilevato uno SFORAMENTO del PM 2,5 del 12% in più rispetto al limite consentito:
come riporta anche l’associazione ambientalista 3Place sui social, infatti, “sono stati rilevati 28 µg/m3, rispetto a 25 µg/m3 che è il limite consentito dalla Legge: Non si registrava valore simile dallo scorso 2 Aprile. Giovedì 10 Ottobre, invece, è stata la volta del diossido di azoto NO2, i cui valori certamente non hanno superato i limiti previsti dal Decreto, ma comunque elevati: 104 µg/m3 (valori simili non si registravano dallo scorso Luglio). Mettiamo un attimo da parte le polemiche sul piano urbanistico del traffico, sulla viabilità sostenibile inesistente, ecc….Ma siamo sicuri che le nostre non sono CATTIVE ABITUDINI? Non sarebbe il caso di fermarsi un attimino a riflettere sui nostri stili di vita, e magari di iniziare a cambiarli? ❌QUALCOSA NEL NOSTRO PICCOLO QUOTIDIANO POSSIAMO FARLO…ANZI DOBBIAMO FARLO! ❌❌PER IL NOSTRO PIANETA…PER LA NOSTRA SALUTE…PER IL NOSTRO FUTURO! ❌❌” – concludono. Il post:
Il PM2,5, lo ricordiamo, è una frazione del particolato totale interamente contenuta nella frazione di PM10) (fibre, particelle carboniose, metalli, silice, inquinanti liquidi o solidi), presenti nell’atmosfera terrestre per cause naturali e antropiche o in luoghi di lavoro industriali. Lo SCENIHR (Scientific Committee on Emerging and Newly Identified Health Risks) comitato scientifico UE che si occupa dei nuovi/futuri rischi per la salute, considera i motori a gasolio e le auto con catalizzatori freddi o danneggiati i massimi responsabili della produzione di nanoparticelle.[15] Lo SCHER (Scientific Committee on Health and Environmental Risks, Comitato UE per i rischi per la salute e ambientali) afferma che le maggiori emissioni di polveri fini (questa la dicitura esatta usata, intendendo PM2,5) è data dagli scarichi dei veicoli, dalla combustione di carbone o legna da ardere, processi industriali e altre combustioni di biomasse. Gli effetti possono essere gravi:
Si parla di particelle toraciche che corrispondono grosso modo alla frazione di PM10 e che sono in grado di raggiungere la trachea e i bronchi. Infine si parla di particelle respirabili per indicare la classe di particelle più piccole (PM2,5) che è in grado di raggiungere gli alveoli e attraverso questi trasmettersi nel sangue. Tra i disturbi attribuiti al particolato fine e ultrafine (PM10 e soprattutto PM2,5) vi sono patologie acute e croniche a carico dell’apparato respiratorio (asma, bronchiti, enfisema, allergia, tumori) e cardio-circolatorio (aggravamento dei sintomi cardiaci nei soggetti predisposti). Lo schema:
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