Riccardo Muti: l’amore per Castel del Monte e la cittadinanza onoraria di Andria. Il discorso integrale del Sindaco Bruno

A sinistra il Sindaco di Andria – Giovanna Bruno – con il maestro Riccardo Muti (foto: Comune di Andria) a destra, una foto d’archivio di Castel del Monte (VideoAndria.com)

Il Maestro Riccardo Muti è Cittadino Onorario Andriese: nella giornata di ieri (martedì 24 settembre 2024) a Sala Consiliare gremita ed emozionata ha accolto il Maestro Muti per la Cerimonia di conferimento della Cittadinanza Onoraria decisa dalla Giunta Comunale, con delibera n.173/2024, su proposta del Sindaco avv. Giovanna Bruno. Ad accogliere Riccardo Muti il coro Fantasie di Note degli alunni della scuola primaria dell’i.c. “Verdi Cafaro”. Al Sindaco il compito di spiegare le ragioni alla base del conferimento della Cittadinanza, istituto previsto dallo Statuto Comunale a favore di coloro che pur non residenti rendano lustro a questa comunità con la propria attività. Per il Maestro Muti c’è una ragione ulteriore, accanto al suo contributo eccezionale alla cultura, alla musica ed alla formazione dei giovani testimoniata in tutto il mondo: il Maestro è molto legato a questa terra, alla Puglia, a Molfetta e ad Andria, in particolare a Castel del Monte ed al Puer Apuliae Federico II di Svevia. Il Maestro si è detto grato e commosso di questo dono che la Città gli ha fatto, ha raccontato della sua infanzia e della sua ricerca instancabile di materiale intorno a Federico II. Ma soprattutto il Maestro ha rimarcato il valore imprescindibile ma purtroppo incompreso della Cultura e della Musica, settori in cui è necessario – ha detto – che la Politica torni ad investire altrimenti non c’è futuro. In serata il Maestro ha ricevuto un omaggio in musica a Castel del Monte, nell’ambito delle iniziative tese alla valorizzazione del bene Unesco: ad esibirsi giovani musicisti pugliesi con la consulenza artistica della prof. Sara Allegretta, soprano e membro della Fondazione Petruzzelli.  Di seguito il discorso pronunciato dal Sindaco avv. Giovanna Bruno prima del conferimento al Maestro Muti della Cittadinanza Onoraria, insieme allo Stemma ed alla chiave della Città di Andria, realizzati in legno d’ulivo dall’ebanista Antonio Quacquarelli:

“Un cordiale e deferente saluto a tutti Voi; sono commossa e grata per questa bella presenza e partecipazione. A Sua Eccellenza il Prefetto di Barletta-Andria-Trani dott.ssa Silvana D’Agostino, al nostro Vescovo mons. Luigi Mansi, a tutte le autorità civili e militari intervenute, di ogni ordine e grado, della Comunità andriese e dell’intero territorio provinciale e regionale. Ai colleghi sindaci, in particolare al Sindaco di Molfetta, Città ‘prima’ per i legami più intimi e profondi del Maestro Muti; ai suoi famigliari e amici. Benvenuti. Un saluto timido e fiero al contempo a Lei, illustre e prezioso cittadino del Mondo, dell’Italia, della Puglia. A Lei che non mi pare ancora vero avere qui, al mio fianco, in mezzo a noi, in questa prestigiosa sala consigliare, nella nostra Andria Fidelis, tanto cara al Puer Apuliae, dalle radici normanno-sveve, dalle mura antiche, dalla gente vivace. L’appuntamento con la Storia, non una semplice diacronìa di date ed eventi, si sostanzia oggi attraverso l’incontro con Lei. Con Lei, caro Maestro Riccardo Muti, che rappresenta molto di più che un nome nella pubblica opinione; quanto e soprattutto un testimone dei tempi. Di questo, un Sindaco non può che sentirsi lusingato senza, congiuntamente, avvertirne il peso, la responsabilità morale, emotiva (oltre che quella organizzativa, di non poco conto). Per quanto l’appartenenza ad una nazionalità comporti obblighi di onore ad ogni latitudine, chi nasce nel nostro Paese apprende presto di non essere venuto al mondo in un luogo qualsiasi. L’Italia è per eccellenza la culla della bellezza, nonostante le tortuose derive a cui ci hanno condotto tempi che hanno segnato un leggero declivio nella coscienza di una nazione” – ha dichiarato la Sindaca Bruno che ha quindi proseguito:

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“In questa partita appassionata di rivendicazione delle prerogative culturali italiane, abbiamo ritenuto il maestro Riccardo Muti essersi sempre esposto in prima linea, sostenendo un impegno con la credibilità personale di una vita spesa ai massimi livelli artistici e culturali. Non è valso allo scopo solo quello che si è prodotto sul suolo natio, quanto e soprattutto quella credibilità disseminata in giro per il mondo, da ambasciatore di un’appartenenza. Oggi qui celebriamo laicamente una storia, un percorso, una catena di sforzi intelligenti che hanno formato un uomo, un musicista, ma soprattutto un artista che il mondo invidia al nostro Paese. Non da adesso e a ben ragione! Prendendo in prestito dai linguaggi della scienza l’uso della metafora, mi viene in soccorso l’immagine dell’uomo sul podio, del direttore di un’orchestra, l’ipotipòsi dell’unicità, dell’essere soli nella direzione, senza che questa condizione sia banalmente intesa, da chi osserva, come solitudine in senso stretto. Piuttosto, come responsabilità di scelte. Perché scegliere comporta sacrificio ed esposizione, a volte proprio di solitudine; quando, di converso, sarebbero più agevoli altri sentieri da percorrere: quelli della semplice gestione, come quando si asseconda la piena impetuosa degli eventi sfavorevoli, anziché schierarsi come una diga in difesa delle condizioni più deboli. Tante volte, illustre Maestro, l’abbiamo vista interprete di scelte coraggiose, in campo sempre dalla parte della Cultura. La Cultura…questa a taluni sconosciuta, o maltrattata, o superficialmente invocata; potente e fragile…la Cultura: l’unica possibilità di redenzione in un tempo in cui si intravede la comodità di una china che, però, si badi bene, porta dalla barbarie alla decadenza. È così che il Maestro Muti, l’uomo sul podio, ha dato prova di cosa significhi “responsabilità”, che è ciò che deriva naturalmente da esposizioni maggiori. Una condotta che può ben definirsi eroica e che assume dell’eroismo il valore militante della contemporaneità, ovvero l’impegno civile contro ogni forma di degrado. Riecheggiano ancora, caro Maestro, le sue forti parole pronunciate lo scorso giugno, alla presenza del Capo dello Stato. Uno scossone per tutti, sicuramente anche per chi non avrebbe preferito ascoltare: “L’orchestra è il sinonimo di società. Ci sono i violini, i violoncelli, le viole, i contrabbassi, flauti, oboe…ognuno di loro ha parti completamente diverse, ma devono concorrere tutti pur avendo frasi diverse, ad un unico bene che è quello dell’armonia di tutti. Non c’è il prevaricatore…Molte volte l’impedimento alla musica è il direttore d’orchestra”. Grazie, Maestro, per questa energica lezione di vita!” – ha aggiunto il Sindaco di Andria che ha quindi concluso:

“Ecco, l’uomo sul podio. Che ha scelto la chiarezza, la determinazione del pensiero, la forza della testimonianza. L’uomo che non si sottrae alla delicatezza e importanza del suo ruolo; che si prodiga affinché si spinga sì l’acceleratore, ma quello della cultura. E con essa della musica, che non è mai unilaterale. “Chiunque limitasse il flusso della cultura, e quindi della musica, in qualsiasi parte del mondo, commetterebbe un’azione antisociale e persino pericolosa”. Tornano ancora le Sue parole, caro Maestro. Permettetemi una sincera commozione. La cittadinanza onoraria è conferita all’uomo sul podio ammirato da ogni dove, che oggi lega un po’ la sua storia alla nostra, a quella di questa Città, di questa comunità che di cultura vuole avere sete; che non vuole elemosinarla ma contribuire a diffonderla, a moltiplicarla, ad esitarla ai giovani, ai ragazzi, ai bambini. Che vuole viverla come linguaggio di Pace, di armonia. Un linguaggio che non può essere sporcato da convenienze politiche di parte o da offensivi e miseri giudizi. La cultura, come la musica, è “alta”. Come l’uomo sul podio ci dimostra, ad ogni movimento del suo capo o delle sue braccia. Ecco…quando ho pensato al direttore d’orchestra, quell’immagine è divenuta immediatamente metafora per descrivere la “solitudine” di un sindaco, ma contestualmente di chiunque eserciti ruoli similari: l’essere soli di fronte alle responsabilità che tempi complessi, costruiti su velocità disumanizzanti, comportano. Tempi in cui ancor più è richiesto il coraggio; la chiarezza di pensieri e azioni. La determinazione nelle scelte. Sento che l’unica strada percorribile oggi sia quella dell’ascolto e dell’esempio, che uomini come il M° Muti hanno tracciato con la propria parabola umana ed artistica. Di questo, ma non solo di questo, credo di doverLe essere grata. Raccogliendo in questa gratitudine una intera Comunità cittadina, un intero territorio pugliese che con ammirazione celebra questo suo figlio illustre, riconoscendolo come esempio di raro, più unico direi, spessore umano e culturale. Pregiatissimo Maestro, da questo momento in poi, porti Andria nel suo cuore. Nei suoi pensieri; anche nelle sue azioni, se fosse possibile. Viva questa Comunità con quella stessa intensità e delicatezza che la musica regala. La musica…necessità per lo spirito. La viva non solo come la piana ulivetata del meraviglioso e unico Castel del Monte, a Lei tanto caro; la viva con quel piano e quel forte di emozioni che si dedicano a un luogo caro della propria esistenza, quale questa Città che ho l’onore di rappresentare, vuole essere per Lei da oggi e per l’eternità. Grazie, grande Maestro!” – ha concluso Il Sindaco di Andria, Giovanna Bruno. A questo link è visibile la Cerimonia di Palazzo di Città:

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