Altro punto della esegesi scalfariana è, ancora, l’indimostrabilità della esistenza di Dio, per via razionale. Ciò che osiamo sommessamente chiosare di bel nuovo, in proposito, è che certo la posizione delle famose cinque vie di San Tommaso ( per certi versi riconducibili a quattro), (3)che risultare inappagante o insufficiente nella storia del pensiero moderno e contemporaneo, con tutto il carico di neo-aristotelismo malinteso, di scolastica e neoscolastica che arriva in parte sino a Padre Gemelli o Carmelo Ottaviano. E risulta inappagante, tale posizione, soprattutto per l’altra linea, quella – per dir così – “pascaliana” che procede dalla “scommessa” tra finito e infinito ( “le Pari” ) e le ragioni del “Cuore”, sino al salto nella fede di Kierkegaard ( “Aut Aut” ) e che trova oggi in Italia un sostenitore nel pensiero cattolico liberale di Dario Antiseri. Pure, non va espunta una terza via, la posizione dedotta implacabilmente dall’orologiaio di Koenigsberg, Immanuel Kant, nella “Dialettica trascendentale” della sua “Critica della ragion pura” ( 1781), e prima ancora nello scritto precritico “L’unico argomento possibile per la prova dell’esistenza di Dio”, là dove si dimostra – con la dialettica intesa come “smascheramento” di false antinomie, e con la meraviglia dell’universo – come la creazione del mondo presupponga un elemento statistico così alto da impegnare l’intervento divino (1763). (4) La prova fisico-teologica ( dice Kant ) “merita di essere ricordata con rispetto. E’ la più antica, la più chiara, la più adatta al senso comune”.
E prima ancora, nello scritto precritico, al paragrafo “Veduta d’insieme dell’universo”, a partire dall’esempio della Via Lattea, aveva dedotto che il sistema solare, con quelli delle altre stelle, “costituiscono un sistema cosmico, che è ordinato in grande con le le stesse leggi, con cui in piccolo è ordinato il nostri mondo planetario”.Questa linea è nettamente ripresa, tra l’altro, nel dialogo tra Karl Popper e il Nobel per la Medicina John Eccles, “L’io e il suo cervello” “La scienza consegue grandi successi nel suo limitato ambito di problemi, ma i grandi problemi, il ‘misterium tremendum’, dell’esistenza di tutto quello che conosciamo, non si lasciano spiegare con nessun mezzo scientifico”(5). Recentemente alcuni epistemologi, studiosi della “Vita”, come Edoardo Boncinelli, che sembravano fino allora averla espunta o non del tutto considerata, l’ hanno riospitata almeno in parte, riguadagnando la menzione filosofica di Karl Popper. Si vuol dire, cioè, che trattasi di questioni dottrinali e filosofiche assai complesse e delicate, tali da non poter esser trattate alla lesta e magari con pose “pontificali” del giorno ( scherzosamente, dissi altra volta: a “filosofia minima”, corrispondono “pontefici minimi” ). Ora, chioserei la provocazione teologica scalfariana: “Che cosa accadrà quando non ci sarà più l’uomo sulla terra ?” ( provocazione, forse, da “papa laico”, un poco il “terzo” pontefice attuale ?);’ pro-vocazione’ cui Papa Bergoglio ha risposto: “Allora, tutta la luce sarà in tutti”. Donde ancora Scalfari, a “Otto e mezzo”del 13 settembre 2013 sulla “7”, trae la legittimazione – a suo dire – della prospettiva immanentistica, della piena e totale “immanenza”. Ma non si avvede, dato e non concesso che il caso limite prospettato ( ossia, la totale scomparsa dell’uomo sulla terra ) possa realizzarsi, e dunque restando negli stessi presupposti del suo ragionamento, che in quel caso così disegnato, o meglio fantasticato e vagheggiato, non si potrebbe più nemmeno parlare di “immanenza” o “trascendenza”, di assoluta “immanenza” ( di tutta la luce in tutti gli esseri viventi sopravvissuti, sarebbe da dirsi ) in contrapposizione alla assoluta “trascendenza” ( come Scalfari vorrebbe ), ma semmai di immanenza e trascendenza insieme, cioè di ‘immanenza trascendente’ e ‘trascendenza immanente’. Ma ciò ci porterebbe nel campo dei problemi insolubili, perché mal posti, avrebbe detto Croce nel 1917, con il saggio “Sulla filosofia teologizzante e le sue sopravvivenze”, posto in Appendice ai “Nuovi saggi di estetica”.
Giuseppe BRESCIA – Libera Università “G.B.Vico”-ANDRIA
N O T E
(1)Edizioni Albatros, Milano 2013.
- Cfr., tra l’altro, Michele MARSONET, in “Legno Storto” del 15 settembre 2013.
- Cfr. la mia “Teoria della Tetrade”, Guglielmi, Andria 2002.
- Cfr. “Scritti precritici”, a cura di Rosario Assunto e Rolf Hohenemser, Laterza, Bari 1953.
- 3 voll.: Armando Editore, Roma 1975: vol. III, pp. 674-680, discusso nella mia “Azione a distanza”. Conclusioni, Schena, Fasano 1990, pp. 101-115.
- Eugenio GARIN, “Intellettuali italiani del secolo XIX”, Editori Riuniti, Roma 1975.
- Gianni PARDO, in “Legno Storto” dell’11 settembre 2013.
- Vendran GUERRINI, in “Il Giornale” del 18 settembre 2013.
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