“Se nella BAT scattasse la “zona rossa” senza aiuti alle imprese sarebbe un disastro economico. I professionisti stanno ricevendo cartelle di pagamento” – osserva Montaruli (Unibat – Unionecommercio)

La richiesta di classificare quale Zona Rossa il territorio della Provincia Barletta Andria Trani, formulata dal Governatore Michele Emiliano al Ministro della Salute Speranza, suscita un dibattito nel mondo delle Imprese e del Lavoro in provincia. A prendere posizione è il Presidente Unibat – Unionecommercio, Savino Montaruli, il quale si sofferma su ciò che significherebbe per le Imprese dei comuni della Provincia BT lo status di Zona Rossa. Montaruli ha dichiarato:

“non mi è ancora chiaro se la richiesta formulata dal Governatore Michele Emiliano, estremamente tardiva a mio avviso e forse neppure oggetto di attenta “contrattazione”, sia il riconoscimento e l’ammissione di un sistema sanitario estremamente incapace ed impreparato ad affrontare questa seconda fase epidemica ampiamente annunciata ma sottovalutata oppure una richiesta di soccorso a sostegno delle Imprese messe a durissima prova. Dando quasi per acclarato il primo punto deficitario di un sistema sanitario di cui sempre, spesso in modo infondato, la politica è giunta persino a farne cavallo di battaglia e macchina elettorale virtuale, quello che più mi interesserebbe conoscere e se la “letterina” di Emiliano sia stata o meno accompagnata da un serio e puntuale Piano di Intervento Strutturale per le Imprese. Il mondo delle piccole imprese commerciali, artigiane e dei servizi al centro di vere e proprie azioni di ricerca di capro espiatorio utilizzate a proprio piacimento da amministratori locali spesso sprovveduti ed incapaci di gestire persino le minime misure di contenimento e di controllo del territorio” – il sindacalista andriese, ancora convalescente da una brutta forma di Covid-19 che lo ha colpito profondamente, ha poi aggiunto:

“Spero che ci sia stata un’azione congiunta e collegiale che abbia messo insieme competenze e responsabilità politiche ed amministrative di un territorio, quello della Provincia Bat che si vorrebbe far diventare Zona Rossa, ampiamente e degnamente rappresentato in Regione salvo ancora oggi verificarne l’effettivo “peso” e capacità di essere positivamente condizionanti rispetto a scelte che fino ad oggi, in verità, continuano a vedere emarginata la rappresentanza politica locale se non per politiche di facciata spesso inconsistenti. Quel Piano di Intervento Strutturale per le Imprese non può essere il generico intervento abitualmente strutturato per le Zone Rosse già individuate quindi la nostra condizione economica e strutturale non può essere sovrapposta ad altre ma va riconosciuta una condizione completamente differente vissuta in uno scenario disastroso che è quello registrato ormai da anni in questo territorio, soprattutto dal punto di vista occupazionale. Servono quindi interventi economici di ristoro immediati e puntuali ma soprattutto un Piano Straordinario finalizzato all’ottenimento dell’anno bianco delle tasse quale unica reale possibilità di dare fiducia a tantissimi imprenditori che a fine dicembre non ci arriveranno, in queste condizioni. Congelamento di scadenze e soprattutto di oneri ed adempimenti burocratici, locale e centrali, per ripartire con un Patto di Riconciliazione che ricomprenda anche la possibilità di annullare il debito con strumenti adeguati e rapportati alle drammatiche condizioni di sovraindebitamento che comportano anche una sovraesposizione alle aggressioni da parte dei gruppi criminali che riciclano denaro sporco anche attraverso le acquisizioni di aziende o di rami d’azienda. La Zona Rossa nella Provincia Bat? No, non può essere un cambio di colore o addirittura il rimedio estremo a qualcosa che non ha funzionato, che non funziona e che purtroppo continua a vedere nel mondo delle Imprese l’agnello sacrificale in un contesto sempre più fatto di mediaticità ma che tanto poco spazio lascia alla capacità reale della politica e del cosiddetto mondo della rappresentanza, inesistente ed inconsistente, di dare soluzioni e soprattutto supporto reale a chi, abbassata la saracinesca all’orario deciso da ogni singolo sindaco spesso in modo scriteriato e persino illegittimo quando trattasi di attività completamente fermate in violazione della legge, come per i mercati, si ritrova da solo nel terrore di non poter far fronte alla prossima scadenza che addirittura potrebbe essere quella cartella di pagamento della tassa rifiuti che quegli stessi sindaci sceriffi non hanno mai voluto né fermare né tantomeno riconsiderare. Se queste non sono beffe allora c’è qualcosa di ancor più grave che si chiama inadeguatezza” – ha concluso Montaruli di Unibat.

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