Proprio quest’ultimo si avvicinava all’uomo al quale imponeva, con minacce, di salire a bordo della Fiat Tempra. Ad un suo netto rifiuto, S. L. che era seduto al lato passeggero saliva sull’autovettura della vittima, minacciandolo questa volta di salire a bordo con lui. A questo ulteriore rifiuto, S. L. agiva asportando le chiavi della macchina, nonché un borsello nero contenente gli effetti personali dell’uomo e si allontanava dal luogo a bordo della Fiat Tempra.
Dopo pochi minuti, la vittima ricontattava il Commissariato di Barletta riferendo che i due soggetti in questione, lo avevano nuovamente raggiunto presso la stazione “Q8”. Aggiungeva che a bordo dell’autovettura dei due soggetti andriesi aveva visto suo zio, che sedeva accanto al lato guidatore, il quale appariva visibilmente spaventato. Inoltre, aggiungeva che i due gli imponevano nuovamente di salire a bordo, altrimenti non avrebbero lasciato andar via l’anziano zio che, nella circostanza, implorava di essere lasciato libero.
Anche a questa nuova minaccia, veniva disattesa dall’uomo, motivo per il quale L.S. e il suo complice, andavano via in direzione Andria, sempre con a bordo l’anziano. Sulla scorta delle indicazioni fornite immediatamente dagli operatori di Barletta, gli agenti del Commissariato di Andria, rintracciavano i due andriesi, che si trovavano in compagnia della vittima del sequestro.
A seguito di una perquisizione, lo stesso personale di polizia, rinveniva nella disponibilità dei due soggetti andriesi, le chiavi dell’autovettura ed il borsello asportati a Barletta, al nipote dell’anziano uomo. Le due vittime, ed in particolar modo l’anziano sequestrato, denunciavano formalmente quanto accaduto, ricostruendo in maniera dettagliata gli eventi così come accaduti. In particolare gli investigatori, accertavano che l’anziano uomo avrebbe avuto un debito di poche centinaia di euro nei confronti dei due andriesi che, al fine di recuperare il danaro, lo sequestravano per indurre il nipote a saldare quanto dovuto.
Tale ricostruzione, permetteva agli investigatori di acquisire importanti ed esaustivi elementi probatori, tali da consentire l’arresto dei due uomini, ritenuti responsabili dei reati di sequestro di persona e rapina in concorso, nonché esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza. Gli arrestati venivano condotti presso la Casa Circondariale di Trani su disposizione dell’A.G. nella persona del Sost. Proc. dr. Giovanni Lucio VAIRA.
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