“Preso atto ormai che il rischio esiste e si fa sempre più preoccupante, diventa fondamentale acquisire la consapevolezza che è necessario, a questo punto, intervenire in modo deciso per evitare di incorrere negli stessi fatali errori fatti per gli olivi del Salento. Premesso che, per fortuna, siamo agli inizi dell’inverno e il vettore responsabile della diffusione del batterio, ovvero la famosa sputacchina, ossia il Philaenus Spumarius, non è presente atteso che la schiusura delle uova avviene in primavera, questo ci consente di avviare una concreta programmazione delle iniziative da mettere in campo, partendo innanzitutto dall’obbligo, e sottolineo obbligo, delle arature e/o sfalciature dell’erba infestante da marzo in poi con un continuo monitoraggio che deve vedere responsabilizzati in primis gli stessi olivicoltori anche con l’immediata e doverosa denuncia in caso di eventuali sospetti. Il tema della prevenzione diventa prioritario ed è per questa ragione che la Regione deve assolutamente ricorrere all’innovazione tecnologica investendo sui droni adeguatamente attrezzati con termo camere capaci di rilevare la vitalità e funzionalità dell’apparato vegetativo aereo. Una innovazione utile per monitorare in modo efficace i milioni di alberi di olivo che costituiscono il nostro importante patrimonio olivicolo legato, principalmente, alla nostra importante cultivar autoctona costituita dall’oliva coratina o a racioppa, una coltivazione tra le più estese e più produttiva d’Italia. Non è possibile neanche lontanamente ipotizzare che da noi possa avvenire una sostituzione di varietà con la cosiddetta Favolosa o F17 che dir si voglia:
nel modo più assoluto. Ecco perché è necessario mettere in campo ogni utili iniziative preventive e sinergiche che veda Regione, Province e Comuni unitamente alle associazioni di categoria rappresentanti delle decine di migliaia di olivicoltori, coordinarsi, con una cabina di regia, al fine di organizzarsi, ciascuno per la propria parte, per contrastare e scongiurare sul nascere questo flagello che, purtroppo, ci è capitato e che potrebbe mettere a rischio un sistema produttivo economico, sociale, paesaggistico e culturale oltre che ambientale, le cui conseguenze potrebbero provocare un danno per l’intero comparto olivicolo oleario dalle conseguenze inestimabili“ – ha concluso Miscioscia.
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