“Andria e la questione ambientale, una tema delicato affrontato sempre con estrema leggerezza e senza una visione d’insieme che dia certezze ma soprattutto prospetti rimedi e soluzioni. Una materia affrontata con superficialità ma anche e soprattutto con estrema distrazione se non con rassegnazione” – dichiara Savino Montaruli (Presidente dell’associazione di categoria Unimpresa Bat e Componente 1^, 3^ e 4^ Consulta della città di Andria).
“E’ evidente che le politiche ambientali, in una città enormemente compromessa dal punto di vista della salute pubblica, sono praticamente a zero, altrimenti non si spiegherebbe la disarmante rassegnazione espressa anche sui volti dei maggiori responsabili della gestione della cosa pubblica durante i loro interventi su un tema che pare abbia trovato nei “distrattori d’occasione” la soluzione alla difficoltà di parlarne seriamente ammettendo l’impotenza delle istituzioni di fronte ad un problema che è ben più difficile da affrontare rispetto alle baruffe di consigli comunali al limite del teatrino di palazzo. Non funziona neppure il timido tentativo di intervenire su problematiche evidentemente molto ma molto marginali rispetto alla problematica e comunque di scarsissimo valore rispetto alla grandezza del problema che va ben al di la della buccia di mandarino.
A proposito di alcune iniziative che valgono bene un’assemblea d’istituto ma che non possono e non devono sfociare in una indiretta ed inconsapevole forma di criminalizzazione ritengo di intervenire con il giusto garbo e la giusta sensibilità che il caso richiede, guardandomi bene dal porre elementi di sterile critica per iniziative meritevoli ma che devono, a mio avviso, essere sempre ponderate per evitare, da un lato l’inefficienza del risultato e, dall’altro, il risultato di un’inconsapevole caccia alle streghe. Premesso che a nulla servono i proclami di chi affermerebbe di voler sensibilizzare i propri associati cosciente che in tal caso si rivolgerebbe solamente a qualche unità, appagando evidentemente la bramosa voglia di esserci a tutti i costi, anche a costo di rendere vana e inutile tale presenza, intendo, non essendo notoriamente asservito né avendo mai sottoscritto patti di ferro per accondiscendenza assunta, ricordare che la salute pubblica non è e non può essere valutata col metodo dell’utilitarismo economico né considerarsi a tempo e a discrezione. Prendendo ad esempio l’esposizione all’esterno di prodotti ortofrutticoli, grazie alla sensibilità dei venditori a sede fissa di tali prodotti, da tempo abbiamo assunto le necessarie precauzioni dimostrando di non essere in attesa di novelli sensibilizzatori avendo lanciato, ad esempio, la campagna di Unibat “Educazione al consumo” con la sottoscrizione del Protocollo informativo nei confronti della clientela invitata a seguire semplici ma fondamentali norme per il lavaggio dei prodotti prima del consumo come, ad esempio, – non lavare frutta e verdura se si ha intenzione di conservarla in frigorifero perché potrebbero svilupparsi dei microrganismi. Meglio procedere prima del consumo; – lavare sotto il getto dell’acqua corrente e potabile per togliere lo sporco, ridurre la carica batterica e eventuali tracce di sostanze chimiche rimaste sulla buccia; – lavare anche i frutti che poi verranno sbucciati; – usare per il primo lavaggio acqua tiepida: solo l’insalata va lavata in acqua fredda; – i frutti e gli ortaggi con la buccia dura possono essere sfregati e spazzolati leggermente; – eliminare le eventuali parti ammaccate o graffiate, nelle quali possono svilupparsi batteri e altri microrganismi; – igienizzare seguendo le istruzioni su esposte. La formazione del consumatore, questo è stato il punto fondamentale sul quale si è concentrata la meritoria silenziosa ma efficace azione dell’Associazione di Categoria. Curioso, invece, è l’atteggiamento istituzionale del comune di Andria il quale, auto umiliatosi, continua a vivere la profonda depressione derivante dalla sindrome della cassa vuota e cerca il risultato economico barattandolo con la salute pubblica. Infatti basta pagare per ottenere l’autorizzazione ad esporre all’esterno degli esercizi non solo frutta e verdura ma anche alimenti di qualunque genere, compresi quelli sfusi destinati al consumo ed alla somministrazione immediata, sul posto, come nel caso delle consumazioni all’esterno dei pubblici esercizi. Non sappiamo se qualcuno lo abbia spiegato ai giovani buonintenzionati studenti coinvolti. Io credo piuttosto che l’attenzione non si sia affatto soffermato su questo aspetto che la dice lunga su come siano “condizionate” le politiche della salute nella città di Andria, notoriamente ultima in tutto. Voglio rassicurare tutti, anche coloro che hanno un’estrema abilità nel gioco del salto sul carro quando il carro è già partito e qualcun altro ha fatto il pieno di benzina, che gli esercenti la loro parte la stanno facendo benissimo ed appieno e che ora, asciugata anche questa goccia nel mare dell’emergenza ambientale nella città che era di Federico, bisogna smetterla con la distribuzione di camomille e guardare alla realtà che è cruda, crudele e non può essere raccontata sbucciando un mandarino” – conclude Montaruli.
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