“Nonostante i nostri ripetuti appelli, sia alle Istituzioni che ai nostri concittadini, ci duole constatare che gli stessi cadono sempre nel vuoto. Ciò che è accaduto nella giornata di ieri dimostra la totale assenza di una cultura ambientale che noi, con le tante iniziative delle singole realtà associative e quelle in programma come forum, quotidianamente, cerchiamo di diffondere tra le nuove e le “vecchie” generazioni” – comincia così il comunicato congiunto diffuso dalle associazioni ambientaliste andriesi (la firma completo a fondo articolo). Nel comunicato, le associazioni dichiarano:
“La prima notizia riguarda i disagi causati dalla mancata raccolta dei rifiuti. Al netto di quelle che sono le responsabilità e i rimpalli tra i vari enti, oltre ai rifiuti non raccolti che stazionano sui marciapiedi in diverse zone, abbiamo registrato l’ennesimo abbandono di massa di rifiuti fuori l’isola ecologica. Capiamo il disagio di chi riceve cartelle tari con aumenti e, allo stesso tempo, vede non raccolti i propri rifiuti, però, lo ribadiamo per l’ennesima volta, il problema non si risolve abbandonando gli stessi nelle campagne o fuori quello che dovrebbe essere un punto di raccolta. Pertanto, chiediamo ai nostri concittadini di pazientare sino a quando la situazione non sarà risolta e non di aggravarla ulteriormente.
L’altra notizia che ci ha lasciati basiti è quella riguardante il sequestro di una discarica abusiva all’interno di un capannone il cui tetto è completamente di eternit. È mai possibile che nel 2019 possano esistere strutture di questo tipo, abbandonate a se stesse e che sono vere e proprie bombe ecologiche? Un ringraziamento va alle forze dell’ordine, in questo caso specifico alla Guardia di Finanza di Andria, che svolgono al meglio il proprio compito nonostante tutto, però non possiamo che esprimere tutto il nostro disappunto nei confronti di chi dovrebbe almeno conoscere il proprio territorio e cercare di bonificarlo da situazioni come queste.
Che la situazione non sia delle più rosee è cosa risaputa, però, se non si affrontano con mano ferma le questioni, rischiamo davvero che il lavoro di quella parte buona della Città, venga travolto dalla “maleducazione ambientale” che danneggia tutti noi. Cogliamo l’occasione per ribadire la nostra disponibilità a incontrare il commissario prefettizio per concordare insieme azioni da cui possa trarne vantaggio tutta la nostra comunità” – concludono le associazioni 3Place, A.I.L., Associazione Maratoneti Andriesi, Andria Runs, Andriaground, ARGES, Associazione Giorgia Lomuscio, Atletica Andria, AVIS Andria, AVIS BAT, Associazione Amici Per La Vita, C.A.L.C.I.T., C.L.A.A. – Comitato Liberi Agricoltori Andriesi, Circolo della Sanità, Comitato Genitori Bambini Leucemici, Comitato Quartiere Europa, Confartigianato, Confcommercio, Curva Nord Andria, Federcommercio BAT, Federiciana Verde, Football Academy Andria 2018, Forum Città Giovani, Fucina Domestica, In Compagnia del Sorriso, Io Ci Sono!, Juventus Official Fan Club, Legambiente, Libera, Mo.V.I., Movimento Consumatori, Nuova Andria, Onda d’Urto – Uniti contro il Cancro, Onda d’Urto Giovani, Ret’Attiva, Riscoprirsi – Centro Antiviolenza, Tutt’Altro, Unimpresa BAT, Victor Andria, Virtus Andria, Oratorio Salesiano. Il video diffuso dalla Guardia di finanza:
Come riportato precedentemente dagli organi di stampa, i Finanzieri della Compagnia di Andria, nell’ambito di un servizio di controllo economico del territorio finalizzato al contrasto dei traffici illeciti, hanno individuato e sottoposto a sequestro preventivo d’iniziativa un capannone, sito in Contrada Martinelli di Andria, adibito a discarica abusiva. Al suo interno, infatti, sono state rinvenute diverse tonnellate di rifiuti tra eternit, plastica, elettrodomestici, pezzi di ricambio, mobili e altro.
I successivi accertamenti hanno permesso di stabilire che il vecchio opificio è di proprietà di una Società con sede in Andria, tuttora operante in altra sede della città federiciana, nel settore della fabbricazione di altri mobili metallici per ufficio e negozi. All’interno del sito i militari si sono trovati di fronte ad una massa di rifiuti di ogni genere, oltre a rilevare che la tettoia dell’opificio in amianto era in fase di sfaldamento. Successivi approfondimenti condotti in loco, anche in collaborazione con funzionari del Dipartimento Provinciale BAT dell’ARPA Puglia e dell’Ufficio Prevenzione Igiene di Andria, hanno confermato il pericolo di una potenziale diffusione nell’ambiente circostante di rifiuti pericolosi. Al termine delle operazioni i Finanzieri hanno sottoposto a sequestro l’intero capannone dalla superficie di 1.400 metri quadrati, ubicato su un’area di 4.800 metri quadrati, unitamente al quantitativo di rifiuti di vario genere rinvenuti all’interno. La responsabile è stata denunciata alla Procura della Repubblica di Trani per deposito incontrollato di rifiuti e getto pericoloso di cose. Sarà poi il Comune di Andria ad emanare un’ordinanza con la quale ingiungerà al trasgressore di provvedere alla rimozione della copertura fatiscente, alla messa in sicurezza dell’immobile ed alla recinzione dell’area, per impedire l’ulteriore accumulo di rifiuti da parte di terzi oltre che l’ulteriore sfaldamento della copertura del tetto. L’ingente quantità di materiali abbandonati, una volta dettagliatamente misurati e catalogati sarà oggetto della cosiddetta “ecotassa” che la Società sarà costretta a pagare alla Regione per il deposito in discarica di rifiuti solidi.
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