Una volta si dava colpa alla movida: ma non è proprio così. Questione covid a parte, in una situazione nella norma, il transito di persone provenienti dalla periferia o da altre città nelle vie del centro può essere sinonimo di economia, cultura e piacere della scoperta di altre zone all’infuori della propria abitazione. Purtroppo, questi semplici aspetti vanno a farsi benedire nel momento in cui alcuni soggetti si prendono gioco di altri, a volte di chi lavora e altre volte di chi, in quei posti maltrattati e derisi, ci abita:
Accade in Corso Cavour, dove un soggetto – forse in preda ad un “bisogno” personale di mettersi in mostra con una “storia” – ha deriso alcuni operatori sanitari del servizio 118 mentre questi erano impegnati in una seria operazione di soccorso ad un presunto paziende Covid. Il soggetto in questione, autore di un filmato che NON condivideremo per non fargli troppa pubblicità gratuita, pronuncia battute accompagnate da un marcato accento locale e da un tono confidenziale nei confronti dei professionisti impegnati in un momento che richiedeva inveve grande serietà, così come fortunatamente garantita dagli stessi operatori sanitari del 118. Ne emerge un quadro preoccupante di persone che non sembrano capaci di intuire le difficoltà altrui, mettendo invece al primo piano solo e soltanto la propria visibilità, come se realizzare un video dal contenuto stupido ed offensivo possa rappresentare l’obiettivo principale di un ragazzo che invece avrebbe potuto fare altro: caro concittadino autore del filmato, se vuoi sentirti realizzato, puoi fare volontariato, aiutare chi ha bisogno e fare sensibilizzazione. Sono tutte iniziative che possono essere intraprese da chiunque e che consentono a tutti noi di sentirci “importanti”, rispetto ad azioni che invece non fanno altro che mortificare un’intera comunità. Come se non bastasse, a qualche centinaio di metri di distanza, l’ennesima vergogna a cielo aperto:
Soggetti – perlopiù minorenni o comunque molto giovani – che urlano, danneggiano muri di abitazioni, si ubriacano, abbandonano bottiglie, cartacce e bicchieri e … si, defecano e lasciano sotto le abitazioni persino feci umane! Un fenomeno a dir poco inquietante che sembra essere ambientato in un bordello dei piaceri, un paese dei balocchi privo di regole dove tutto, persino il proibito, diventa azione fattibile. Quello appena descritto è soltanto l’ultimo episodio di questo genere (purtroppo non l’unico tenendo conto di episodi simili avvenuti tempop fa sotto la chiesa Cattedrale)e non può che dimostrare un livello di degrado sociale senza precedenti. Non si può dare la colpa e non si deve dar colpa al fenomeno della movida poiché non è quello il problema (che anzi, se fatto in maniera corretta, può rivelarsi invece occasione di rientro economico e confronto civile e culturale tra le varie popolazioni, nel rispetto dei residenti) ma piuttosto la dimostrazione che vi è qualcosa di assolutamente marcio tra le mura di alcune famiglie dei nostri concittadini. Siamo certi che non sono i residenti del centro storico a sporcare, poiché i primi ad aver dimostrato sensibilità nella tutela del patrimonio pubblico e del decoor urbano e primi avere tutto l’interesse di tener pulite le loro strade così come recentemente dimostrato da uno di loro, che ha persino abbellito una delle stradine con addobbi natalizi, rivalutando il centro storico in maniera autonoma e a dir poco rivoluzionaria. I genitori di questi ragazzi venuti da chissà dove per cagare per strada, invece, hanno insegnato loro il rispetto per il prossimo? Sono persone religiose che magari la domenica mattina fanno le loro preghiere … e poi? Dove sono i FATTI che dovrebbero aiutare tutti a crescere in maniera armoniosa con il mondo che li circonda? Perchè prendersela sempre e solo con le istituzioni se le famiglie di questi ragazzi sono le prime a non pretendere la legalità ed il rispetto altrui? E’ a loro che ci rivolgiamo: se avete riconosciuti i vostri parenti, sensibilizzateli, costringeteli alle buone maniere altrimenti rischiano di perdersi per sempre in un tunnel fatto di assurdità ed egocentrismo che, a lungo andare porterà loro solo solitudine, frustrazione e sofferenza.
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