“Ad Andria anche 4.000 euro per l’occupazione di suolo pubblico, senza contare la tassa rifiuti”

Stanno continuando a giungere nei bar e nei pubblici esercizi della città di Andria le richieste di pagamento del Canone Unico Patrimoniale per l’occupazione di suolo pubblico per l’anno 2024. Richieste di pagamento che stanno preoccuoando i commercianti iscritti di Unibat-Unionecommercioi quali, attraverso il Presidente dell’associazione di categoria, Savino Montaruli, rende conto:

“siamo alla follia. Andria è una città alla deriva dove il piccolo commercio è abbandonato a se stesso, senza considerazione e alla mercé di un sistema di allineamento generale dannoso e pericoloso. I silenzi parlano da sé e dimostrano quanto il clima sia delicato. Stiamo ricevendo le lamentele dei pubblici esercenti che, per una minima occupazione con tavolini e sedie esterne ai locali, stanno ricevendo avvisi di pagamento stratosferici, quasi quanto un canone di locazione annuale. Richieste di pagamento di oltre 4mila euro di canone di occupazione del suolo pubblico, oltre al pagamento della tassa rifiuti, sono un salasso e determinano anche una concorrenza sleale con i pubblici esercizi delle città vicine dove, ormai, gli andriesi si riversano in massa” – ha osservato Montaruli che ha quindi concluso:

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“A proposito delle altre città fa discutere anche il “dirottamento” delle scolaresche e dei visitatori di Castel del Monte verso le visite guidate non nel centro storico di Andria, dove forse le guide si vergognano di portare i turisti, ma nei centri storici delle altre città della Provincia. Un’altra umiliazione per la città di Andria che resta fanalino di coda a causa dell’assenza totale di politiche di sviluppo economico e di visione strategica. Una città dove l’effimero ha preso il sopravvento e dove lo spreco di denaro pubblico destinato a pochi e non al servizio della collettività, sta creando sacche di privilegi e di appartenenze che replicheranno esattamente quelle brutte situazioni che credevamo fossero sepolte e superate. Evidentemente a distanza di quattro anni, ci si rende conto che nulla ma proprio nulla è cambiato e che semmai le cose stanno estremamente e pericolosamente peggiorando. In tutto questo se i silenzi degli assoggettati e del servitori sciocchi debbano significare qualcosa allora di sicuro non rappresentano nulla di buono ma un’aggravante ancor più pericolosa” – hanno concluso da Unibat-Unionecommercio.

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