Anche gli agricoltori andriesi tra le 20 associazioni contrarie alla Bretella della Tangenziale: tutti uniti per tutelare storia e ambiente

«Le sottoscritte associazioni per finalità statutarie e per impegno civile dei propri iscritti, sono impegnate da anni per la tutela ambientale, e per la valorizzazione degli aspetti naturalistici, culturali e paesaggistici del territorio. In relazione all’oggetto, le Associazioni, pur in una condizione di totale assenza di coinvolgimento dei portatori di interesse e di informazione per tempo da parte degli enti procedenti o partecipanti al procedimento autorizzativo, hanno manifestato in tutti i modi possibili le proprie perplessità circa la realizzazione della Bretella della SP 2 (erroneamente definita Tangenziale Ovest, dato che con tutta evidenza transita a sud del centro abitato di Andria – comincia così il comunicato congiunto inviato anche a VideoAndria.com e firmato da 20 associazioni andriesi sensibili alla questione ambientale. Tra i firmatari, spiccano anche il circolo cittadino di Legambiente, l’associazione 3Place, Onda d’Urto, la sede andriese di Italia Nostra, di Cia Agricoltori ed il C.L.A.A. (il Comitato Liberi Agricoltori Andriesi). Le associazioni hanno così proseguito:

«Non è possibile in poche righe riassumere quali e quante siano le storture e le forzature del procedimento amministrativo fino ad ora svolto, a partire dalla singolare condizione per cui la Provincia BAT abbia avocato a sé tutte le competenze e abbia assunto contemporaneamente il ruolo di proponente, stazione appaltante, ente procedente ed ente competente al rilascio delle autorizzazioni necessarie per il progetto de quo. Basti pensare che si sia auto-concessa proroga di una VIA scaduta (decorsi i 5 anni dal 2018) attestando che nulla fosse cambiato rispetto al quadro ambientale di riferimento. Eppure situazioni nuove sono sopraggiunte, così come sono intervenute nuove norme che regolano la stesura, l’approvazione e l’attuazione dei progetti, e a maggior ragione di quelli oggetto di pubblici contratti. Si citano a puro titolo esemplificativo:

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l’intervenuta nuova previsione di un’infrastruttura strategica per il territorio, come il nuovo polo ospedaliero di Andria, rispetto a cui la strada prevista risulta totalmente interferente, sia fisicamente (sia pure per un breve tratto) e sia per mancato rispetto delle fasce di protezione acustica da ricettori sensibili quali gli ospedali, così come imposti dal DPR 142-2004 (Allegato 1 Tabella 1).
La realizzazione della strada, per come proposta, inficia ogni possibilità di realizzare il nuovo ospedale per evidente mancanza di rispetto di norme che non sono derogabili, in quanto il superamento dei limiti di emissione acustica rispetto a ricettori sensibili incide sulla salute e sulla sicurezza della popolazione ed è una criticità che non può essere mitigata o compensata in alcun modo;
Sono inoltre intervenute nuove norme sismiche a partire dal 2018, che non sono state considerate nella progettazione e la cui obbligatoria applicazione incide pesantemente sulla verifica strutturale e di conseguenza sui costi stimati per la realizzazione dell’opera. Non sono stati considerati i vincoli in itinere e in particolare la procedura di interesse culturale ex Art. 13 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, che la Soprintendenza territorialmente competente ha avviato per la tutela del sito archeologico di Monte Santa Barbara, da cui la Bretella dista appena 250 m ed è totalmente in vista dall’area che occupa una posizione elevata e panoramica sul territorio circostante. Sarebbero bastati questi pochi ma significativi elementi, ma ve ne sono tanti altri, a dover indurre la Provincia BAT a riaprire il procedimento ambientale, almeno a livello di consultazione preliminare con altri Enti e portatori di interessi, invece di auto concedersi proroga in maniera del tutto impropria e censurabile. Sarebbe stata una doverosa azione che avrebbe consentito finalmente e sia pure tardivamente l’attivazione di un vero procedimento partecipato in cui si sarebbe potuto, e dovuto, contemperare gli interessi pubblici in gioco, ossia la realizzazione di un’opera infrastrutturale con le istanze di tutela e sostenibilità ambientale, con la valorizzazione dei beni culturali e paesaggistici, con le vocazioni produttive territoriali e con l’auspicata realizzazione del Nuovo Ospedale atteso da decenni; ma tant’è…. Sarebbe troppo lungo inoltre in questa sede sottolineare le carenze del progetto in essere, e che ne dovrebbero impedire l’approvazione, limitandoci a citarne solo alcune a puro titolo di esempio:

Manca il piano particellare di esproprio aggiornato, documento che deve far parte obbligatoriamente del progetto sin dalla stesura iniziale e comunque prima di qualsiasi approvazione, secondo i disposti del Codice dei Contratti;
Manca il computo metrico aggiornato e elaborato secondo il nuovo Prezzario LLPP della Regione Puglia (inutile ricordare quali siano gli aumenti intervenuti su tutte le voci e quanto incidano sul costo inizialmente stimato, portando a cifre che superano di almeno 4 volte le somme a disposizione della stazione appaltante);
Non è mai stata attivata la procedura di VIARC (Verifica preventiva di Interesse Archeologico), obbligatoria sia ai sensi del previgente Codice dei Contratti (art. 25 del D.Lgs 50/2026) e sia da quello attualmente vigente (artt. 39, 41 e Allegato 1.8 del D.Lgs 36/2023 e richiami all’art. 28 D.Lgs 42/2004, e al DPCM 14/02/2022 ).

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Nel corso del procedimento questi aspetti non sono stati valutati; il progetto, per compatibilità con norme di tutela paesaggistica, si è esclusivamente spostato di 50 m dal sedime catastale del già Tratturello Via Appia, su cui insiste l’attuale SP 30 nel tratto compreso tra Canosa e Corato; ma come si evince dalla tavola allegata, il tracciato della strada intercetta in due punti l’antico percorso della Via Appia Traiana, che non coincide con quello del Tratturello successivamente insediato. In definitiva mancano tantissimi elementi affinché possa essere effettuata la validazione del progetto secondo le modalità e le procedure disposte dalle norme vigenti e di conseguenza non vi sono a nostro avviso le condizioni per disporre “di ufficio”, senza i necessari approfondimenti e modifiche progettuali, la variante urbanistica, atto che sarebbe dovuto intervenire preliminarmente all’avvio di qualsiasi progettazione e a qualsiasi procedura di appalto pubblico. A prescindere da tutto quanto sopra richiamato, per cui si fa appello al Commissario ad Acta affinché ne possa tenere conto per le determinazioni di competenza, quello che davvero dispiace è l’atteggiamento della Provincia BAT che “fa spallucce” ad ogni confronto, trincerandosi dietro un procedimento che nonostante i buchi e le toppe è andato avanti tanto da far apparire l’opera come conseguenza ineluttabile.

Ebbene, si fa appello proprio ai rappresentanti della Provincia BAT affinché ci si possa fermare un attimo a riflettere sui danni, questi si ineluttabili, che quest’opera inutile e ultronea produrrà sul nostro territorio.
La realizzazione della nuova Bretella comporterà un inaccettabile consumo di suolo, determinerà una cesura netta tra parti rurali contigue, lo stravolgimento di tutti i percorsi storici in uscita da Andria verso la campagna, lo scavalcamento di lame, l’eradicazione di migliaia di ulivi, la delocalizzazione di importanti attività produttive, l’impossibilità di valorizzare anche ai fini turistici il tracciato della “Regina Viarum” e delle sue diramazioni e dei beni architettonici limitrofi (si pensi alla Tavernola, alla Guardiola e ad altre decine di masserie storiche) , la devastazione del panorama che si gode da Monte santa barbara e da Monte Faraone e tanti altri aspetti che rendono l’agro di Andria tra i più ricchi di elementi di pregio. Si fa appello allo stesso Ente che in altri contesti e per altri territori ha dimostrato e dimostra volontà, supportata anche da atti normativi, di favorire la valorizzazione delle risorse del territorio (si pensi all’ardore con cui si è impegnata per valorizzare la valle del Fiume Ofanto). Invece desolatamente sembra proprio che in questo caso la Provincia non abbia a cuore il territorio del comune più grande della provincia e con maggior numero di abitanti e che lo stesso debba essere sacrificato sull’altare dell’ineluttabile prosecuzione di un inter avviato male e condotto peggio. Facciamo dunque appello al Commissario ad Acta affinché possa considerare tutto quanto sopra richiamato e tutte le eccezioni e perplessità che i rappresentanti dell’Amministrazione e del Consiglio comunale hanno avanzato e manifestato in più occasioni e attraverso atti, e facciamo appello ai rappresentanti della Provincia BAT affinché l’Ente faccia un passo indietro in qualità di proponente, stazione appaltante e competente per l’approvazione del progetto, e far sì che prevalgano il buon senso e soprattutto la propria credibilità di fronte ai cittadini» – hanno concluso le 20 associazioni firmatarie nel comunicato.

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