Lo spettro del pre-dissesto preoccupa la Confcommercio che esprime una valutazione in merito alla “ciambella di salvataggio” rappresentata dal piano di riequilibrio. Alla vigilia del consiglio comunale con all’ordine del giorno la delibera, Claudio Sinisi, delegato cittadino dell’associazione dei commercianti, aveva già un monito alle istituzioni: “I maggiori introiti derivanti dall’aumento dei costi, per non essere solo una mannaia sulla collettività, devono almeno in parte essere reinvestiti per la città”.
“Approcciandoci al tema come se stessimo parlano dei bilanci in rosso di un’azienda privata, pensiamo che, quando un imprenditore – spiega Sinisi – si trova in difficoltà cerca di risolvere il problema incrementando le entrate. Per provare ad invertire la rotta, di solito, si parte dal ritocco dei prezzi di vendita del prodotto, bene o servizio che sia. Serve, però, una gestione oculata dei maggiori ricavi, solo così è possibile ottenere qualche beneficio, altrimenti la strategia è relegata ad un mero aumento ed è destinata a fallire perché non è finalizzata a produrre investimenti vitali per l’azienda”.
Uscendo dalla metafora, e riportando il ragionamento all’attuale situazione economico-finanziaria dell’ente, l’amministrazione dovrebbe “rimettere in circolo i maggiori ricavi rivenienti dal piano, altrimenti gli aumenti, se fatti soli nella logica di sanare i debiti, non solo non sono utili per la collettività, ma diventano un’autentica batosta per cittadini ed imprese che già vivono notevoli difficoltà e non hanno bisogno di altri problemi. Se si riuscisse a generare questo meccanismo virtuoso, per il quale una parte di liquidità possa essere reimmessa in un circuito di crescita del territorio, i sacrifici richiesti a noi tutti non sarebbero vani. Altrimenti ci attendono tempi molto duri. Inoltre, dal nostro punto di vista, ci sarebbe bisogno di una seria politica a contrasto dell’evasione fiscale che nuoce alle aziende sane e serie creando concorrenza sleale. È necessario stanare gli evasori totali: ci sono ‘imprenditori’ che non conoscono cosa significhi avere una partita iva e neanche cosa sia pagare le imposte come Imu, Tari o Tosap”.
A proposito di Tosap, il vice presidente della Fiva Confcommercio Bat e delegato Fiva Confcommercio Andria, Michele Scarcelli, interviene per fare chiarezza sui presunti aumenti del tributo per gli operatori ambulanti: “Per ciò che ci è dato sapere, vorremmo tranquillizzare i venditori ambulanti in quanto nel piano di riequilibrio predisposto dal Comune resta l’esenzione per la tassa per l’occupazione del suolo pubblico. Ci sembra necessario sgombrare il campo da notizie non aderenti alla realtà perché tra gli operatori mercatali si sta generando solo tanta confusione che non giova ad alcuno”.
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