

«Finalmente sono stati eliminati gli ailanti in via Vaccina, come avevo chiesto da anni. E’ augurabile che siano estirpati completamente, compreso l’intero apparato radicale, perché basta lasciare qualche centimetro di radice per veder spuntare dall’asfalto o dal pavimento un pollone che in pochissimi anni diventerà albero. Questo albero ha una fortissima capacità pollonifera. E’ altresì augurabile che vengano presto abbattuti tutti gli ailanti che vegetano su v.le A. Gramsci, in via A. Grandi, nell’area parcheggio dell’Istituto Tecnico Industriale Statale “O. Jannuzzi” e tutti quelli che si trovano nel territorio di Andria. L’ ailanto non appartiene alla ricchissima flora italiana, che vanta oltre 7.000 specie di piante e men che meno a quella della Puglia che da sola ospita circa 2225 delle specie italiane insieme a quelle che vegetano solo in Puglia (endemismi). L’ailanto fu introdotto dalla Cina in Europa nel 1740 o 1751, a seconda dei testi, grazie ai semi da lì spediti dal missionario gesuita L.C. d’Incarville al botanico francese B. de Jassieu, fu introdotto in Italia nel 1760. Dopo anni ci si accorse della sua nefasta presenza non solo in Italia. E’ specie infestante e invasiva. Ha limitate esigenze ambientali, si adatta a tutti o quasi i tipi di suoli, vuole pochissima acqua» – ricorda Nicola Montepulciano. A seguito della notizia dell’abbattimento degli alberi – ritenuta necessaria per il proseguimento degli ambiziosi ed impegnativi lavori del cantiere per l’interramento ferroviario – l’attivista ecologista andriese ha quindi proseguito:
«I frutti dell’ailanto sono samare con piccoli semi al centro. La samara è una sottilissima espansione del frutto (come la sfoglia dell’aglio, ma più sottile), a forma di elica, ciò che rende possibile un volo librato, grazie al vento (disseminazione anemocora), quando a maturità si stacca dall’albero e i semi possono, così, raggiungere luoghi distanti anche 2 o 300m. L’ailanto lo si rinviene nelle città, in aree industriali abbandonate o meno, in ambienti ruderali. Infesta con estrema facilità giardini, campagne abbandonate, si insedia ai margini dei boschi per poi invaderli appena si offre la possibilità. E’ quello che sta succedendo nelle quercete di Sant’Agostino, di Abbondanza, con il rischio di vederli trasformati in maleodoranti “ailanteti”. La dolina di Gurgo ne è ormai piena, poiché due ailanti che vegetano su un terreno confinante vi hanno sparso i loro semi e la spettacolo che ora ci offre è desolante. Stesso disastro nella Valle di Santa Margherita per via dei semi di ailanti che si trovano nell’orto botanico (!!!) e in essa trasportati dal vento. Bisogna estirparli quanto prima altrimenti le conseguenze potrebbero essere irreparabili. Rischiamo di perdere tanta biodiversità. Anche il bel borgo di Troianelli ne è molto infestato. I semi possono introdursi in piccole crepe di muri anche di case abitate, invadere terrazze dove germogliano con facilità su un piccolo strato di terra e dopo alcuni anni provocare danni alla stabilità degli edifici, compreso strutture architettoniche di pregio ed archeologiche (si pensi, per quanto riguarda la nostra città, al danno che possono provocare al Ninfeo e alla Grotta delle Rose nella valle di S. Margherita e di ciò mi occupai già nel 1999 nel libro “La Lama di Santa Margherita e il Santuario della Madonna dei Miracoli”). In una rivista specializzata si legge: “Con la sua presenza ubiquitaria l’ailanto costituisce un esempio evidente del profondo sovvertimento ambientale che l’introduzione di una specie esotica può provocare”. È ciò che oggi chiamiamo “inquinamento verde”. Si insedia tra le fughe di cordoli e zanelle dei marciapiedi, sollevandoli e dissestandoli con le radici potenti al punto da costituire grave pericolo per i pedoni. Segnalo un caso eclatante delle conseguenze prodotte nel mettere a dimora, sprovvedutamente, due diverse specie di alberi con identico comportamento delle radici, sul marciapiedi v.le Gramsci. In ampi tratti è completamente dissestato per la presenza di pini ed ailanti che hanno radici con fortissime capacità esplorative ma molto superficiali; in buona parte è completamente impraticabile. Riparare i danni ora ha un costo altissimo. Ci sarebbero ancora molti altri aspetti negativi da segnalare ma, per brevità, passo all’aspetto dendrologico relativo a questa specie. Ha vita breve, raramente raggiunge 100 anni e già a partire dai 50, 60 anni dà segni di decadimento, disseccamento naturale non causato da parassiti, ma come i fiori, le piante, frutti, foglie che, superato il periodo di maturazione, lentamente seccano» – ha proseguito Montepulciano che ha quindi continuato:
«Però per alcuni anni non mostra segni di decadimento perché questo inizia all’interno del tronco e dei rami, cariandosi poco a poco. Può capitare che pur quasi del tutto cariato, resti ancora in piedi e lo si può notare attraverso larghe fessure del tronco. È allora che bisogna eliminarlo senza tanti complimenti, diversamente si incorre in grossi pericoli perché all’improvviso può stramazzare, come quell’ailanto in via Grandi il 24 giugno 2022, dove per fortuna, data l’ora del cedimento, verso le 15,00, non ci furono tragiche conseguenze» – ha ricordato Montepulciano che ha concluso:
«Il legno è ritenuto scadente. Emana un odore sgradevolissimo da tutte le sue componenti verdi comprese la foglie, che, se sfregate, puzzano ancor di più e nessun animale se ne ciba perché schifosissime. Produce l’ailanthone, sostanza allelopatica, cioè velenosa tale da non permettere a nessun altra pianta di crescere vicino. Quando maturo, produce in media 300.000 semi e si può immaginare, allora, la sua capacità infestante ed invasiva, e le conseguenze, solo in parte descritte, se non si procede all’eradicazione di questa specie straniera. Dico questo perché oltre ad averlo studiato per molto tempo su riviste specializzate, ho avuto la fortuna di seguire un corso sul controllo degli ailanti organizzato dal Parco dell’Alta Murgia. A mia osservazione nessun uccello costruisce nidi su questo albero, perciò non permette lo sviluppo della fauna ornitologica già in crisi per varie cause tra cui la mancanza di luoghi idonei per la nidificazione. Non è un buon albero-habitat anche per la micro fauna. Per quanto sommariamente detto, si può ritenere che non c’è adeguata relazione ecologica con l’ambiente in cui si trova e quindi non offre un buon servizio ecosistemico, se non quello di fornire un po’ di ossigeno, sequestro di anidride carbonica e ombra. Circa l’allergia provocata dai pollini dei suoi fiori i pareri degli esperti non sono concordi. Detto questo, ritengo completamente inutile qualsiasi forma di dissenso nei confronti di chi ha deciso l’eliminazione degli ailanti, anche se non per motivi puramente ecologici. Sarebbe troppo pretendere dai decisori scelte motivate da criteri ecologici. Senza offesa. Circa la compensazione degli alberi abbattuti piantando lo stesso numero (o più) in altri luoghi interverrò in seguito» – ha concluso l’ecologista andriese, partecipe in passato anche ad un corso di formazione specifico, come documentato in questo attestato:
Ecco i titoli degli articoli pubblicati sull’ailanto:
1) Ailanto stramazzato al suolo 24 06 2022
2) Il ramo d’albero caduto ad Andria appartiene ad una pianta aliena al nostro ecosistema 13 luglio 2020
3) Andria: albero cade completamente sulla strada. Montepulciano: l’ailanto una specie pericolosa e dannosa 24 giugno 2022
4) Andria: l’albero caduto era cavo. Quanti altri come lui? Le foto rivelano una vera e propria tragedia sfiorata 26 giu 2022 ( non esce su google)
5) Andria: alberi cavi nell’abitato a rischio caduta “vanno rimossi per evitare danni a persone e cose. L’ailanto specie alloctona poco longeva” ribadisce Montepulciano 11 nov 2022
6) Andria: l’antica masseria sull’Alta Murgia umiliata da copertoni abbandonati e piante “aliene” infestanti. la scoperta di N. Montepulciano 12 gen 2021 da questi puoi prendere puoi prendere le foto. ovviamente ci sono anche quelle di via Vaccina che ora non ci sono più ma è utile mostrarle come esempio. segue qualche foto su whatsap, ma forse bastano quelle degli articoli
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