
Si torna a parlare di Borgata Troianelli e dell’antico palazzo affascinante ma al contempo trascurato, oggi vittima anche di degrado e atti vandalici. Se negli scorsi mesi e in diversi anni a questa parte a segnalare la questione anche su questo sito è stato spesso l’ambientalista andriese Nicola Montepulciano, uno dei promotori del neonato Comitato finalizzato alla salvaguardia dell’area e struttura annessa, oggi è l’Arch. Giovanni Alessandro Selano (progettista e direttore dei lavori delle opere in esecuzione) a lanciare un appello, riepilogando ciò che negli ultimi tempi ha interessato Borgata Troianelli. Pubblichiamo dunque il comunicato ricevuto nelle ultime ore a firma dell’Arch Selano:
“A partire dall’inizio dell’estate e in concomitanza con l’apertura di un cantiere di iniziativa privata avente ad oggetto il Palazzo Troianelli e i limitrofi capannoni agricoli ricadenti nella medesima particella, si sono accesi d’improvviso i riflettori sulla Borgata Troianelli. Finalmente, verrebbe da dire, dato che nel corso degli anni il Borgo è stata messo al margine rispetto a qualsiasi azione pubblica di valorizzazione e recupero, e a nulla sono valsi i reiterati appelli alle istituzioni lanciati della Coloni Montegrosso Soc. Coop. Srl, proprietaria degli immobili oggetto dei lavori e delle aree di pertinenza. Le iniziative che si sono susseguite a partire da luglio scorso vanno però, singolarmente, in tutt’altra direzione.
Da una parte, un segnale positivo, stante l’interesse manifestato da alcuni cittadini costituitisi in apposito Comitato, nonché da associazioni culturali e ambientaliste che hanno più volte sollecitato l’attenzione verso la Borgata anche attraverso la pubblicazioni di articoli e l’organizzazione di manifestazioni mirate. Dall’altra parte, invece, segnali totalmente negativi: immediatamente dopo l’apertura del cantiere, ecco un’escalation di atti vandalici, danneggiamenti e intromissioni abusive sulla proprietà privata oggetto dei lavori; ed ancora intimidazioni, minacce, aggressioni e lesioni perpetrate ai danni delle maestranze. Questi atti criminosi, che sono stati regolarmente denunciati, hanno reso necessari continui interventi delle forze dell’ordine e hanno determinato un clima di totale insicurezza e pericolosità per chiunque non fosse ritenuto “gradito” ed osasse anche soltanto avvicinarsi alla Borgata. Una situazione assolutamente surreale ed intollerabile per chiunque abbia a cuore il principio di legalità. Ma tant’è. In attesa che le forze di pubblica sicurezza procedano agli accertamenti delle responsabilità rispetto agli atti denunciati, in qualità di progettista e direttore dei lavori delle opere in esecuzione, ritengo opportuno chiarire alcuni aspetti della vicenda, con la speranza che una maggiore conoscenza dei fatti possa rasserenare gli animi ed isolare sedicenti tutori della legalità “faidatè”. I punti che ritengo opportuno sinteticamente chiarire attengono ai seguenti profili: il regime delle proprietà degli immobili oggetto di intervento, i titoli abilitativi relativi ai lavori, il regime vincolistico e la futura destinazione d’uso degli immobili.
Il regime delle proprietà.
L’Opera Nazionale Combattenti (ONC), nel 1950 provvide a cedere e trasferire a titolo gratuito alla società “Cooperativa Coloni Montegrosso” alcuni appezzamenti di terreno e fabbricati, extra quotizzazione, tra cui il Palazzo Troianelli, annessi e pertinenze. Del patrimonio facevano parte oltre a dei poderi, anche la scuola, il forno pubblico della Borgata e alcune stalle che la proprietaria Coloni Montegrosso ha nel tempo alienato in favore di alcuni attuali residenti. Ad oggi le sole cisterne monumentali e le aree di stretta pertinenza risultano gravate da una servitù di utilizzo da parte di più soggetti, come si evince dalle visure catastali. Le cisterne sono pericolanti e ad altissimo rischio di crollo e si auspica un intervento urgente da parte degli aventi titolo. Il Palazzo, oggetto di decreto di vincolo ministeriale del 1981, la cappella gentilizia attigua e i capannoni nonché i terreni pertinenziali ricadenti nella medesima particella catastale, sono di esclusiva proprietà della Coloni Montegrosso Soc. Coop. srl, soggetto di diritto privato che dispone dei beni a norma di statuto.Il Palazzo e i suoi annessi sono stati utilizzati sino alla fine degli anni ’70 e adibiti a residenza (il Palazzo) e a opifici o stalle (i due capannoni attigui) e da tali attività la Cooperativa percepiva un canone di affitto. Successivamente al terremoto del 1980, che provocò alcuni danni consistenti al Palazzo, gli immobili suddetti sono stati abbandonati e inutilizzati sino ad oggi, salvo saltuari utilizzi della cappella gentilizia annessa al Palazzo stesso e occupazioni abusive dello stesso, dei capannoni e delle aree prospicienti, facilitate dall’assenza di recinzione della particella 1048 dal lato che confina con la strada comunale n. 8 Troianelli-Murge di Toro. Lo scorso 20 aprile, la Coloni Montegrosso soc. Coop. srl ha sottoscritto e registrato un contratto di affitto di fondi rustici e fabbricati con una società agricola privata, con cui l’affittuaria ha preso in carico anche gli obblighi derivanti da precedente Ordinanze (sindacali e della Soprintendenza) finalizzate al preventivo sgombero di persone e cose, alla messa in sicurezza e all’auspicabile successivo recupero dei fabbricati.
I titoli abilitativi relativi ai lavori in esecuzione.
La richiamata condizione di abbandono, perdurata nel tempo, ha determinato un deterioramento delle strutture degli immobili tanto che il Palazzo oggi versa in una condizione di precarie condizioni statiche, mentre crolli hanno già interessato la copertura della cappella gentilizia attigua, e gli stessi capannoni risultano pericolanti, lesionati e in parte privi delle strutture di copertura. Per tale motivo sono sopravvenute un’Ordinanza sindacale, sussidiaria ad una precedente nota della Soprintendenza, il 13/07/2010, ed una Ordinanza della stessa Soprintendenza ABAP il 21/03/2017. In verità la Soprintendenza è stato l’unico Ente ad accogliere l’esplicito invito della Coloni Montegrosso che aveva trasmesso il 25 gennaio scorso una lettera-appello al Sindaco del Comune di Andria, alla Soprintendenza, al Governatore della Regione Puglia e all’Autorità di Bacino della Puglia.
La società affittuaria degli immobili, intanto, ha inteso proporre e sostenere un intervento organico finalizzato non solo alla messa in sicurezza ordinata, ma anche al recupero statico e funzionale degli immobili, presentando una SCIA in data 4 luglio scorso in cui i lavori sono organizzati per fasi. La prima fase è ovviamente quella relativa alle opere di salvaguardia della pubblica e privata incolumità e di messa in sicurezza, già immediatamente eseguibile in adempimento alle richiamate ordinanze.
Contestualmente alla presentazione della SCIA, come previsto della norme vigenti, il proponente ha richiesto i pareri necessari per le articolate e complesse fasi successive di recupero, di consolidamento strutturale, di restauro conservativo e di recupero igienico sanitario e funzionale degli immobili e in particolare l’autorizzazione della Soprintendenza per il Palazzo vincolato (pervenuta in data 14 settembre per le fasi 1 e 2 con richiesta di integrazioni per la fase 3) e il parere tecnico ai sensi delle norme del PAI dell’ Autorità di Bacino della Puglia, parere delegato ai Comuni relativamente alla tipologia di interventi.
Il Comune di Andria, come previsto dalle norme vigenti, ha provveduto ad una sospensione della SCIA in attesa dell’acquisizione dei pareri già richiesti dal proponente, comunicando di voler coinvolgere direttamente l’AdB della Puglia, per mancanza di figure professionali specialistiche interne, ai fini dell’emissione del parere tecnico previsto dalle Norme del PAI (Piano di Assetto Idrogeomorfologico). Sempre il Comune invitava il proponente a predisporre e consegnare gli studi e gli elaborati all’uopo necessari (studi ed elaborati commissionati a specialisti e già predisposti e in fase di consegna).
In attesa del perfezionamento della SCIA e in attesa del parere tecnico ai sensi del PAI, al momento sono in corso i lavori già eseguibili in adempimento alle ordinanze richiamate e in forza di una comunicazione resa ai sensi dell’Art. 6 e-bis) del DPR 380/2001 e dell’art. 7 del Regolamento Edilizio Comunale relativa alle opere provvisionali, indifferibili e urgenti.
Il regime vincolistico e la futura auspicabile destinazione d’uso degli immobili.
L’intera Borgata di Troianelli è assoggettata a diverse norme di tutela, ma soprattutto ad un vincolo di Alta Pericolosità Idraulica imposto dal Piano di Assetto Idrogeologico dell’AdB Puglia sulla base di dati storici. In assenza di uno studio approfondito di compatibilità idraulica e idrogeologica è impossibile ipotizzare qualsiasi destinazione d’uso più consona al Palazzo e alle aree e fabbricati annessi, che ben si presterebbero ad attività di tipo culturale, turistico e ricettivo legate possibilmente alla storia e alla vocazione agricola e produttiva dei luoghi. La stessa Soprintendenza ha richiesto al proponente un articolato progetto finalizzato anche al complessivo recupero funzionale dell’immobile dando anche alcuni suggerimenti circa le modalità di recupero del Palazzo e dei capannoni, che pur non oggetto di vincolo, risultano in una relazione di prossimità. Come sa chiunque si occupi di restauro, non è possibile redigere un progetto senza focalizzare le possibili destinazioni d’uso finali degli immobili, non fosse altro che per progettare e dimensionare compiutamente le idonee dotazioni impiantistiche. Per tale motivo la Coloni Montegrosso ha trasmesso il 25 gennaio scorso la richiamata lettera-appello affinché si potesse istituire un apposito tavolo di confronto tra i vari enti, anche al fine di poter presentare candidature a specifici bandi e alle forme di agevolazione e finanziamento previste dalla programmazione comunitaria, nazionale e regionale.
Tale appello, se si esclude l’interesse manifestato dalla Soprintendenza e un tentativo di confronto con l’Adb, intavolato dall’assessorato alla Pianificazione Territoriale del Comune di Andria, non ha prodotto al momento alcun esito. La società affittuaria ha commissionato a sue spese il complesso studio idraulico e idrogeologico di dettaglio e si spera che in base ai contenuti dello stesso (che chiarisce il regime e il rischio idraulico effettivo a cui sono soggette le aree della Borgata) si possa concordare in futuro con l’AdB Puglia la possibilità di proporre interventi che vadano nella direzione di quanto auspicato dalle norme di tutela vigenti, ossia che gli immobili stessi possano essere utilizzati a fini culturali e fruiti con destinazione turistico-ricettiva. Ciò anche in considerazione della particolare ubicazione, che vede il Palazzo Troianelli e i suoi annessi al centro del sistema delle ciclovie, dei tratturi, delle strade a valenza paesaggistica, delle aree di interesse naturalistico e paesaggistico così come individuate nel PPTR regionale.
Tutta la documentazione sopra richiamata relativa alle ordinanze, autorizzazioni e ai titoli abilitativi è a disposizione di chiunque volesse prenderne visione, così come personalmente già tempo fa ho proposto all’Avv. Lucia Massaro che cura gli interessi del Comitato Troianelli.
Sperando che queste mie note possano chiarire alcuni aspetti rilevanti circa il contesto ed i lavori in corso, faccio appello ai rappresentanti delle istituzioni, ai cittadini, alle associazioni, e a tutti coloro che davvero hanno a cuore le sorti della borgata, di isolare i facinorosi e gli infiltrati, e di provare a fare fronte comune per sostenere chi sta tentando, con soldi propri, di salvare i fabbricati, di contenerne il degrado e di creare le condizioni per un futuro recupero degli stessi immobili.
Arch. Giovanni Alessandro Selano“
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