“Nella filiera nazionale del grano c’è grande preoccupazione per la repentina impennata dei prezzi che si sta verificando ormai da diversi mesi; a tali sensibili aumenti, che rischiano di ripercuotersi sul prodotto finito, cioè la pasta, vanno sommati la crescita dei costi produttivi, quali ad esempio concimi e antiparassitari, e la drastica riduzione della produzione mondiale, con scorte ai minimi da cinque anni a causa dei cali verificatisi in Canada, Stati Uniti e Russia”. Lo ha sottolineato la Copagri intervenendo ai lavori del Tavolo grano duro e tenero, svoltisi lo scorso 20 ottobre 2021 presso il Mipaaf, in due momenti distinti, alla presenza del Sottosegretario alle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio:
“A fronte di tale situazione, caratterizzata poi da un forte incremento dei prezzi dell’energia e dei trasporti, con quelli delle navi porta-granaglie che stanno raggiungendo livelli fino a pochi mesi fa impensabili, si registra un aumento della domanda e dei consumi mondiali di grano”, ha fatto notare la Confederazione, evidenziando che “tale preoccupante quadro interessa sia il comparto del grano duro che, in misura minore, quello del grano tenero, con ricadute sui prodotti da forno e di panificazione, ma anche sull’alimentazione del bestiame, vista la concomitante crescita dei prezzi di altre commodity, quali mais e orzo”.
“Per tali ragioni è prioritario accelerare con la messa in campo del decreto attuativo del registro telematico di carico e scarico dei cereali, il cosiddetto ‘Granaio Italia’, apportando alcuni correttivi all’impianto normativo che possano ridurre il carico burocratico sulle spalle delle aziende, andando al contempo a garantire la trasparenza commerciale di un settore che vale oltre 3,7 miliardi di euro e impegna quasi 420mila aziende, con oltre 3,5 milioni di ettari di superficie agricola utilizzata”, ha suggerito la Copagri.
“Pensiamo, in particolare, a interventi sulla quantità minima di cereali prodotta o stoccata per la quale va introdotto il registro, innalzando la rigida soglia attualmente prevista delle 5 tonnellate, e sulla frequenza con la quale ogni soggetto interessato dovrà inserire i propri dati a sistema; la priorità – ha concluso la Copagri – deve essere quella di avere un quadro aggiornato e completo delle produzioni strategiche del Paese, quali ad esempio i cereali, in quanto non è più possibile prescindere da una accurata conoscenza delle fonti di approvvigionamento dei beni di prima necessità”.
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