Antimafia: “Ad Andria criminalità tra le più pragmatiche con furti d’auto e furti predatori”

 

La Direzione Investigativa Antimafia attraverso la consueta relazione semestrale al Parlamento mette in guardia sulla notevole presenza di attività criminali nel territorio della sesta provincia pugliese. Nel rapporto, la Dia sottolinea, per i comuni della BAT, “la tendenza dei sodalizi mafiosi a una progressiva occupazione del mercato legale”. Questi alcuni punti dell’analisi:

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“Al fine di prevenire e bloccare le effervescenze operative e gli insaziabili “appetiti” della criminalità organizzata su questa particolare area geografica i riflettori sono puntati sull’eccellenza del tessuto economico-produttivo a rischio di ripercussioni negative anche a seguito dell’emergenza da COVID-19. Sotto questo profilo permangono, anche nel semestre, le criticità connesse alla zona litoranea Margherita di Savoia – Barletta – Trani – Bisceglie, dove insistono le prevalenti attività turistiche e di ristorazione, nonché quelle legate all’entroterra rurale della provincia gravato da una forte incidenza di reati predatori, danneggiamenti ed estorsioni che affliggono soprattutto il settore agricolo. In quest’ultimo ambito il fenomeno della micro e macro criminalità è divenuto pressante e pericoloso per la stessa incolumità degli agricoltori stante la consumazione dei crimini con l’intimidazione ed il ricatto. A tale campanello d’allarme si aggiunge, altresì, quello relativo al pericolo della pervicace interferenza della criminalità nell’impiego distorto dei fondi europei” – si legge nella relazione. Ad Andria, invece:

la criminalità risulta tra le più pragmatiche in virtù di una elevata flessibilità nel rimodulare di volta in volta la propria operatività in funzione degli interessi da perseguire. L’unico sodalizio che si manterrebbe attivo nella sua tipologia clanica e a connotazione familistica risulterebbe quello dei Pistillo-Pesce, contiguo agli Strisciuglio di Bari. Continuano a rimanere vive le fibrillazioni fra le nuove leve dei gruppi Griner-Capogna e il clan Lapenna (ex Pastore-Campanale) che, nel recente passato, sono state causa di scontri e di gravi episodi di sangue” – si legge nel rapporto semestrale della Dia che prosegue:

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“I rapporti con la malavita cerignolana hanno favorito la specializzazione dei locali gruppi criminali nel compimento dei reati predatori e dei furti di auto, che restano infatti le fattispecie di reato più diffuse nella provincia. Significativo in merito il sequestro preventivo di beni per un valore di circa 80 milioni di euro operato dai Carabinieri il 19 maggio 2021 nei confronti di un pluripregiudicato, dedito ad organizzare gli assalti ai furgoni portavalori” (catturato nel 2020 dopo oltre un anno di latitanza) con gli appoggi dei sodalizi di altre province come il clan PARISI di Bari. Sempre in tema di misure preventive sono da segnalare nel mese di maggio due provvedimenti di confisca (Decreto del 3 maggio 2021 nr. 57/21 del 27 gennaio 2021, depositato in cancelleria il 22 aprile 2021 – Tribunale di Bari e decreto del 26 maggio 2021 n. 20/2018 del 13 luglio 2018 definitivo il 10 marzo 2021), che hanno colpito esponenti intranei al sodalizio Griner e noti nello scenario criminale del traffico di sostanze stupefacenti, figurano nell’ambito dell’operazione “Via Trani” (2015). Il valore complessivo dei beni oggetto del provvedimento ablativo ammonta a circa 2 milioni di euro” – concludono dalla Dia. Per quanto riguarda il mercato degli stupefacenti, queste le constatazioni registrate dalla DIA a Barletta:

“L’analisi delle dinamiche criminali conferma l’assenza nell’area di Barletta di evidenti contrapposizioni tra i locali sodalizi sebbene si registrino segnali di instabilità confermati tra l’altro dai rinvenimenti di armi ed episodi di violenza. Nel barlettano l’efficacia dell’azione repressiva condotta dalle Forze di Polizia e dalla Magistratura ha reso acefalo il clan CANNITO-LATTANZIO. Ne è conferma la sentenza di condanna del 30 giugno 2021 relativa all’operazione “Nabucodonosor” (2019) che aveva evidenziato come il mercato degli stupefacenti fosse gestito non solo dal citato clan (che prevalentemente curava il mercato della cocaina), ma anche dai sodalizi ALBANESE, SARCINA e LOMBARDI”. Tra gli obiettivi c’è un rafforzamento delle verifiche per prevenire infiltrazioni nell’ambito del demanio costiero:

“Per prevenire i tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto socio-economico il 14 maggio 2021 la Prefettura Barletta-Andria-Trani ha stipulato un Protocollo di Legalità con l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Meridionale di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli. L’accordo prevede l’estensione delle verifiche antimafia agli affidamenti, ai contratti, alle autorizzazioni ed alle concessioni demaniali anche sotto la soglia prevista dalla Legge. Tutto ciò a garanzia della massima legalità e trasparenza nella gestione degli appalti pubblici e delle procedure concorsuali, promuovendo il rispetto delle discipline antimafia in materia di anticorruzione e migliorando l’interscambio informativo tra le Pubbliche Amministrazioni coinvolte” – si legge ancora nel rapporto della Dia.

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