Discarica di Trani, VIDEO del M5S: “facciamo in modo che non riapra, alcuni tumori alla pari di Taranto”

Ieri sera si è svolto anche a Trani il Consiglio Comunale. Le due consigliere comunali del Movimento 5 Stelle (Antonella Papagni e Luisa Di Lernia) hanno diffuso un VIDEO per esprimere un commento di resoconto:

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Da una nota diffusa sui social, il M5S di Trani fa sapere:

“Cittadini, colleghi consiglieri, assessori, sindaco assente. Un doveroso intervento preliminare su AMET, vittima dell’incuria e della delega in bianco a favore di un Amministratore Delegato fantasma. E l’analisi di quanto sta accadendo in AMET, anzi, di quanto non sta accadendo in AMET la facciamo attraverso la lettura dei verbali delle ultime assemblee dei soci, cioè quei momenti in cui, insieme, Consiglio di Amministrazione e Socio Unico, ovvero il Sindaco in rappresentanza dei tranesi, bisogna fare sintesi e tracciare fattivamente le strade che dovrebbero portare al consolidamento o al rilancio della Nostra Azienda. Dalle letture degli ultimi verbali rileviamo che sostanzialmente non si sono mai prese decisioni fattive e concrete relativamente al pagamento delle bollette insolute, ai trasporti, ai parcometri, alla darsena. Nulla.

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Cominciamo dall’Assemblea dei soci di agosto 2015. Quella in cui il Sindaco dichiara che “il rapporto con AMET deve essere rivisto dalle radici” e di voler “porre un punto fermo, tracciare una linea e ripartire”. Salvo poi, un attimo dopo, affermare che “in merito ai servizi gestiti da AMET, vanno rivisti sia la Darsena che i parcheggi e su quest’ultimo punto vi chiedo di attendere”. E cominciamo con l’attendismo. Nel verbale di ottobre 2015 l’Assessore De Biase, si pone il problema della prospettiva, di quali siano le strategie. Ma ve lo chiederemo fino alla noia: davvero non avevate strategie per il rilancio di AMET quando vi siete candidati a governare la Città?

In questo verbale parlate di “due diligence”, ma la due diligence può dare delle indicazioni tecniche, ciò che invece deve essere proprio di chi governa sono le strategie, le direzioni politiche. Qui invece leggiamo addirittura che “la determinazione di quale destino debba essere assicurato alla Società, certamente non può essere individuato dal Consiglio Comunale”. Sappiano i colleghi, soprattutto di maggioranza, che non possono determinare il destino di AMET, stando alle parole del Sindaco. Quindi che facciamo? Lasciamo ad una considerazione meramente finanziaria e contabile la valutazione su servizi pubblici, alcuni essenziali, come i trasporti? Innegabile che ci si debba rimboccare le maniche per individuare le modalità di miglioramento nei costi e nell’efficienza di quei servizi, ma nei modi che leggiamo qui, ci si scarica di responsabilità.

E se il servizio non viene reso efficiente, perché addossare la colpa sui cittadini tranesi come ha fatto il Sindaco in chiusura di intervento, quando dice “attesa la mentalità del cittadino tranese non ancora abituato a pagare con regolarità il tagliando della sosta”? Anche qui, decisioni prese: nessuna. Nell’assemblea di dicembre 2015 è presente solo l’Assessore De Biase, delegato dal Sindaco, data l’enorme fiducia riposta nell’Assessore, che infatti si è dimesso un mese dopo… Quando parla l’Assessore De Biase, il consiglio comunale torna ad essere nuovamente “degno” di determinare il futuro di Amet, ma si invita il CDA a fare valutazioni economico-finanziarie sul servizio di gestione delle aree di parcheggio a pagamento: in sostanza ci si chiede se deve rimanere in AMET o deve essere revocata la concessione per poi affidarla a un privato.

E decisioni ancora zero.

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Il 22 gennaio 2016 torna il Sindaco in Assemblea dei Soci e finalmente una decisione viene presa: quella di individuare nel Dott. Danisi la figura capace di risolvere le questioni di Amet.
Dalle 11.50 alle 12:30 si produce questa salvifica nomina di Danisi, si preannuncia la “designazione di una componente femminile” per il CDA e stop. E si rinviano i punti all’ordine del giorno “gara parcometri” e “problematica della Darsena”. Nessun accenno a soluzioni, all’informatizzazione dell’ufficio commerciale, al servizio di postalizzazione, e neanche vengono chieste notizie sulla “due diligence” che il Sindaco stesso aveva proposto.

Era importante capire quale direzione la società poteva prendere oppure assegnare le poltrone? Non stiamo più parlando di contenuti ma di poltrone.
È evidente che non c’è l’interesse di Trani, è evidente che il Sindaco non sta giocando per Trani e ci chiediamo per chi.
Noi mentre leggevamo i verbali speravamo ad ogni pagina di leggere le sue parole in difesa dell’Amet, in difesa di Trani, ma…
Andiamo avanti con l’Assemblea dei Soci di marzo 2016.
Finalmente si parla della gara dei parcometri, ma solo per fare il gioco delle tre carte.
Il Sindaco, che aveva detto in precedenza di attendere perché l’Amministrazione doveva farsi un’idea, ora improvvisamente chiede ad AMET “quale sia l’indirizzo della Società sull’argomento, dal momento che ritiene che sia proprio l’azienda a dover suggerire all’Amministrazione quale soluzione scegliere”.
A questo punto dovrebbe essere il Mago Danisi a risolvere la questione, ma il Mago Danisi che fa?
Afferma che bisogna “attendere eventualmente le nuove decisioni che la Giunta Comunale andrà ad assumere su un eventuale nuovo piano della sosta”. Il Dott. Danisi fa finta di non sapere dove sia capitato e di non sapere che il piano della sosta è compreso nel Piano Urbano della Mobilità, previsto per Legge per i capoluoghi di provincia, che a Trani non abbiamo ancora approvato. Si passa al punto successivo, e quindi il gioco delle tre carte è riuscito. Sul punto successivo “Darsena Comunale: problematica”, il Nostro Danisi si lancia su una sua analisi (“sembrerebbe che la gestione della Darsena sia antieconomica così come proposta dal Comune”), il Presidente Pappolla rincara la dose (“nella nuova ipotesi di contratto tra Comune ed Amet, si ripresenta il problema della forma mista, ovvero l’assistenza ai diportisti viene affidata all’AMET mentre tutto il resto è in capo al Comune”) e tutto finisce lì, senza una decisione, e via con l’altro punto. “Determinazione compenso organo amministrativo”: ci si lamenta che la Iaculli abbia provveduto “con atto unilaterale” ad eliminare il compenso variabile, ovvero il gettone di presenza, e qui si decide qualcosa. Si decide di chiedere al Socio, cioè al Sindaco, di revocare la delibera del 2015 del Commissario Prefettizio.

Infine, tra le “varie ed eventuali” la due diligence che appariva di primaria importanza, ora viene subordinata alla realizzazione del piano industriale, che avrà il compito di dire definitivamente quale sarà il futuro dell’azienda. E chi se ne frega dell’opinione del consiglio comunale sul futuro da delineare per AMET… Sui compensi e sulle poltrone i concetti sono chiari, sui contenuti il nulla. E ancora, decisioni per la Città: zero. Nell’ultimo verbale a nostra disposizione, quello dell’Assemblea di giugno 2016, oltre che all’approvazione del bilancio, ci si sofferma sulla gara per il nuovo software, Danisi annuncia che è stata avviata la gara, a ben un anno esatto dalla individuazione della consulente.

Sui parcometri si gioca a nascondino: Bottaro ritiene che debba essere rinviato ad una prossima seduta assembleare in attesa del Piano Industriale. Il pugno duro sta però nella decisione che viene presa nel punto successivo: stabilire il ripristino del compenso variabile ai Sindaci che il Commissario Straordinario aveva tolto. L’Assemblea, a fronte di un bilancio in negativo, ripristina il compenso variabile ai Sindaci nella misura determinata dal Sindaco nella successiva Assemblea; l’Assemblea si è riunita il 13 ottobre, quindi? Com’è andata? Cosa si è deciso?

Altre importanti domande scaturite dall’analisi della Relazione al Bilancio d’Esercizio 2015 redatta da KPMG. Viene riportato per iscritto che l’acquisto nel 2003 del ramo d’azienda da Enel Distribuzione per 30 anni, con pagamento per 20 anni, per la cifra di 1.150.000 euro, potrebbe non essere un investimento recuperabile: perché? La sottostazione di smistamento di Monachelle, costata 1.700.000 euro, al momento è ancora ferma perché sono stati solo conferiti incarichi di progettazione per metterla in funzione, però non essendo ancora entrata in esercizio, la KPMG si chiede quando rientreranno gli investimenti; e lo chiediamo anche noi: quando?

La REA Trani, società consortile tra Amet e Noyvallesina di Dalmine, era risultata aggiudicataria di una gara per la costruzione e gestione del termovalorizzatore di Trani, poi però, dato che la Regione Puglia si era ravveduta ed aveva annullato in autotutela l’aggiudicazione, la REA è stata messa in liquidazione, ed ovviamente il socio di minoranza privato ha chiesto il risarcimento dei danni ed il TAR Lazio nel 2012 ha riconosciuto un risarcimento di circa 3 milioni di euro. Invece AMET ha visto riconosciuta solo una parte del risarcimento, e infatti recentemente ha avviato una causa nei confronti della Regione per il riconoscimento del proprio. Perché il Sindaco Bottaro non fa valere i suoi rapporti con Emiliano e fa in modo che AMET ottenga il giusto senza attendere l’esito di tale contenziosoE magari scopre anche perché è stato avviato il contenzioso così tardivamente… Il termovalorizzatore dunque, se pur non costruito, ha un costo, si sappia.

In ultimo, proprio a proposito di bilancio. Abbiamo una chiusura d’esercizio passiva per circa 280 mila euro (segno meno) ed una dichiarazione dei redditi che presenta un reddito di oltre 1 milione e 300 mila euro (segno più), da cui infatti scaturisce una tassazione di circa 360.000 euro. Ricapitolando: Bilancio in negativo e Modello Unico in positivo.
Domanda secca: l’AMET è in utile o in perdita? Anticipiamo dunque che, essendovi troppi aspetti sulle questioni di Amet che presentano incongruenze, stiamo presentando un esposto alla Corte dei Conti ed alla Procura della Repubblica” – concludono. 

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