Dottoressa in matematica della Puglia si trasferisce per fare la collaboratrice scolastica

Scegliere di studiare per realizzare i propri sogni. Investire tempo, fatica mentale e denaro per poi trovarsi a fare un lavoro completamente diverso da quello per il quale ha studiato, a quasi mille chilometri di distanza da casa. È una storia di sacrifici e speranza, quella di una giovane laureata in matematica con il desiderio ardente di entrare nel mondo del lavoro:

Il trasferimento in Emilia Romagna:

Stando a quanto si apprende, per non attendere i tempi lunghi dei concorsi, la nostra conterranea ha lasciato la sua Ruvo di Puglia (in provincia di Bari) per trasferirsi in Emilia Romagna e iniziare a lavorare come collaboratrice scolastica (ancora oggi lavoro comunemente noto come “bidello“, nonostante non sia questo termine giusto per indicare questa importante figura professionale). Come racconta il Corriere, la giovane ha vissuto tre anni intensi in Emilia Romagna, dove i sogni, ammette, hanno dovuto fare i conti con la realtà. Eppure, la libertà di vivere con le proprie forze e l’esperienza maturata le hanno regalato una soddisfazione inaspettata. Nel frattempo, la vita ha preso una nuova piega:

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Il ritorno in Puglia:

Il matrimonio e un primo anno vissuto a distanza. Un’esperienza impegnativa, ma che l’ha resa più forte. In Emilia Romagna si è sentita accolta come in una seconda famiglia, tanto da considerare di restare. Eppure, il richiamo delle radici e dei suoi affetti più cari è stato troppo forte. Tornata in Puglia, la laureata in matematica ha trovato un lavoro in un altro istituto scolastico ma si tratta di un part-time in una scuola del barese. L’augurio che ci sentiamo di fare a lei e a tutte quelle altre donne che come lei sono in situazioni simili è quello di poter ricevere dalle istituzioni il giusto riconoscimento delle proprie qualifiche e del proprio impiego professionale. Ci chiediamo: quanti altri casi simili esistono nella nostra regione? Cosa possono fare i comuni, le province, gli enti regionali per tutelare chi necessita di ricevere il giusto riconoscimento per il percorso di studio raggiunto dopo anni di sacrifici?