“Il manto erboso dello Stadio di Andria? Anche quello effetto dei debiti causati da Giorgino”

«Abbiamo ripetuto spesso che Andria allo stato attuale è un campo di battaglia, una battaglia condotta negli ultimi 9 anni dall’ex sindaco Giorgino e dalla sua maggioranza, contro la città stessa. È normale allora che su un campo di battaglia, soprattutto se la guerra è finita da poco, saltino fuori periodicamente gli scheletri prodotti dal cataclisma appena passato. Questa settimana ne sono spuntati altri 2: lo Stadio Degli Ulivi, e i debiti con l’Aro» – dichiarano unitamente Antonio Griner (esponente locale del Partito Democratico nonché ex assessore della Giunta Zaccaro) e Pasquale Colasuonno (ex consigliere comunale ed esponente locale de L’Alternativa). Nel comunicato congiunto, i due proseguono così la loro analisi:

«Per quanto riguarda lo stadio, la vicenda è ormai nota. Il manto erboso del campo è in stato di disfacimento, mentre nella struttura fino ad oggi sono rimaste illegalmente occupate le stanze del bar, che veniva gestito abusivamente, e quelle destinate alla Polizia. Questa situazione pessima e a tratti surreale era nota da tempo, eppure ha potuto prosperare grazie al lassismo interessato di chi ha amministrato la cosa pubblica fino ad oggi, che, derogando alle regole, ha inteso crearsi così il suo sistema di simpatie e consenso. La cosa più assurda è che oggi si vorrebbe imputare al Commissario Tufariello la responsabilità di questo stato di cose, quando invece il dott. Tufariello – insediatosi a maggio – si è solo trovato a doverle gestire. La colpa non è di chi ha trovato lo scheletro, è di chi l’ha causato. E sarebbe il caso che qualcuno ogni tanto si prendesse le proprie responsabilità. Il secondo scheletro, di cui ancora non è stata data notizia, è quello dei debiti con l’Aro. Sì perché i debiti del Comune di Andria sono come i Rotoloni Regina: non finiscono mai. Le determine che li ufficializzano sono state approvate lo scorso 10 settembre e pubblicate oggi 24 settembre sull’Albo Pretorio del Comune.
Si tratta di oltre 1 milione di euro di debiti in tutto, che il Comune di Andria ha contratto con gli impianti di smaltimento dei rifiuti che hanno servito nel tempo la città. Debiti causati da decreti ingiuntivi arrivati al Comune negli anni 2016, 2017 e 2018 e lasciati nei cassetti senza provvedere a suo tempo al riconoscimento dei debiti fuori bilancio. Il Comune è stato condannato a pagare con formula esecutiva, compreso interessi e spese legali.
Sappiamo che 1 milione di euro, di fronte a 78 milioni di debiti in totale sembrano un quisquilia, ma forse è proprio così che siamo arrivati alla cifra spaventose di fronte a cui siamo, non dando peso alle singole quisquilie. È così che gli andriesi oggi si ritrovano a convivere quotidianamente con i danni di una guerra appena trascorsa e la paura è che molti altri scheletri possano riemergere».

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