In Puglia torna la produzione di cotone 100% italiano, Andria insegna

Al via la raccolta del cotone 100% italiano grazie alla riscoperta di una fibra naturale che in Puglia coinvolge oltre 100 ettari grazie a una riscoperta della coltivazione da parte del mondo della moda che sempre di più cerca tessuti nazionali per le sue creazioni. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, sulla base del report “2023, il ritorno del cotone italiano” diffuso in occasione dell’entrata in azione delle raccoglitrici nei campi della Capitanata, in contrada Valle di Iaccio a San Severo in provincia di Foggia, nell’azienda agricola Luciani. Con la raccolta partita in ritardo per l’andamento del clima con le piogge di giugno e il caldo persistente fino alla prima metà di ottobre – spiega Coldiretti Puglia – il cotone italiano 2023 è di qualità eccellente, anche per la nuova varietà a fibra media, con una resa superiore del 15% rispetto allo scorso anno e una produzione di oltre 35 quintali ad ettaro, con quotazioni di 140 euro al quintale se biologico e 110 euro al quintale se tradizionale:

La coltivazione costa tra gli 800 e i 1.200 euro ad ettaro per l’acquisto dei semi, la concimazione, l’irrigazione, la manodopera, il gasolio per i macchinari e la raccolta. Il cotone inoltre rappresenta una ottima coltura da rinnovo, che consente di allargare le rotazioni con colture da reddito, rispondendo ad una esigenza fondamentale, in particolare per l’agricoltura biologica. La pianta, la Gossypium, appartiene alla famiglia delle Malvacee, teme il freddo e la carenza d’acqua, cresce bene in zone molte esposte al sole e alla luce e si adatta a vari tipi di terreno, basta che non siano troppo compatti e con ristagni idrici che aumentano il rischio di marciume delle radici. Dopo circa tre mesi dalla semina – spiega Coldiretti – le piante sono già cresciute e hanno l’aspetto di arbusti di media altezza. In cima agli steli ci sono grandi fiori di colore giallo pallido o bianco dai quali arriva il frutto, che è una vera e proprio capsula. Quando il frutto è maturo, i filamenti si distendono e la capsula si apre naturalmente liberando una bambagia soffice. Il cotone – evidenzia Coldiretti – è naturale al 100%, biodegradabile, ecologico e riciclabile, composto al 95% da cellulosa, ipoallergenico, permeabile all’aria e traspirante, e ideale per la tintura e la stampa. Più che una novità, si tratta per la Puglia di un ritorno alle origini visto che questa importante risorsa rappresentava un tempo una colonna portante dell’economia territoriale, come ricordava anche il ricercatore andriese Nicola Montepulciano in un approfondimento pubblicato su VideoAndria.com.

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E non è un caso che esista una sola varietà nazionale ufficiale, la “Gela” alla quale la ricerca agronomica sta cercando di affiancare altre varietà che ben si adattano al territorio italiano. Il ritorno del cotone in Italia è anche il risultato della tropicalizzazione del clima che ha già fatto registrare negli ultimi anni l’introduzione di nuove specie coltivate in sud Italia come il mango, l’avocado e le banane e che ha fatto spostare molto a nord l’areale di presenza della coltivazione dell’olivo.

“Il ritorno della coltivazione del cotone è un’ottima dimostrazione della capacità delle imprese agricole di scoprire e sperimentare nuove frontiere e soddisfare i crescenti bisogni dei nuovi consumatori”, afferma il presidente di Coldiretti Foggia, Mario de Matteo, “nel sottolineare che proprio da queste esperienze di green economy si aprono opportunità di lavoro nelle campagne che possono contribuire alla crescita sostenibile e alla ripresa economica ed occupazionale della nostra regione”.

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Il cotone, la più importante pianta tessile al mondo, è presente in tutte le aree geografiche con Cina, Stati Uniti, India, Pakistan che sono i maggiori produttori, mentre in Europa viene coltivato in Grecia e Spagna. Un tempo diffusa anche in Italia, in molte aree della Puglia, della Calabria, della Sicilia fra l’Agrigentino e la piana di Gela, è stata abbandonata a partire dagli anni ’60 per l’avvento delle fibre sintetiche, lo strapotere del prodotto straniero e il peso dei costi di produzione considerato che la raccolta all’epoca avveniva esclusivamente a mano. In Italia, dove le importazioni nel 2022 hanno superato i 212 milioni di chili per un valore di oltre 1,3 miliardi di euro, la coltivazione del cotone torna alla ribalta per rispondere alla grande richiesta di fibre e tessuti 100% Made in Italy.

Aldilà della tessitura per l’abbigliamento, il cotone ha un utilizzo molteplice – spiega Coldiretti – dal mangime per la zootecnia all’olio per cosmesi e farmaceutica, mentre la pianta, in grado di raggiungere anche i tre metri di altezza a seconda della varietà, può essere ridotta in trucioli da sfruttare come combustibile nelle centrali termiche per il recupero energetico della biomassa vegetale. Dalla fibra – continua Coldiretti – si producono anche cotone idrofilo e ovatta. Nell’Italia patria dell’alta moda il ritorno della coltivazione del cotone – sottolinea la Coldiretti – è la risposta degli agricoltori alla richiesta da parte dei consumatori di produzioni sempre più 100% Made in Italy, dalla tavola all’abbigliamento. Un impegno concreto – conclude la Coldiretti – di fronte all’esigenza di garantire sostenibilità ambientale e sociale nei processi di filiera.

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