“Laboratori di analisi pugliesi colonizzati da multinazionali straniere”, la denuncia di Nino Marmo

Una vera e propria colonizzazione silenziosa dei laboratori di analisi pugliesi, portata avanti da multinazionali senza scrupoli e, stando a quando si apprende, anche piuttosto vicine al governo Emiliano. Una situazione che sta mettendo in ginocchio i laboratori della nostra Regione, scaturita dalla delibera di Giunta regionale n. 503 del 2019, di cui chiedo l’immediato ritiro”. Lo dichiara il presidente del Gruppo consiliare di Forza Italia, Nino Marmo:

 “Cosa sta succedendo? Succede che –aggiunge– la delibera in questione spinge affinché i laboratori che non raggiungono le 200mila prestazioni all’anno si aggreghino ad altri. Bene, fin qui, niente di nuovo rispetto al modello precedente, varato nel 2017. Il nuovo sistema, però, oltre ad imporre l’aggregazione, individua un soggetto HUB, che materialmente incassa i mandati di pagamento dei singoli laboratori della rete, emessi mensilmente dalla Asl di competenza. E c’è una società in particolare, di origine austriaca, che sta colonizzando il territorio e imponendo la sua presenza in modo a dir poco discutibile” – Marmo elenca poi alcuni di questi laboratori:

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“Un esempio fra tutti, la provincia di Brindisi, dove c’è una rete composta da tre laboratori: uno ad Oria, uno a San Pancrazio e l’altro ad Erchie. La multinazionale in questione ha acquistato il laboratorio di Oria e ha spostato le strumentazioni altrove, depauperando di fatto la struttura. Poi, un’ispezione della Asl ha constatato l’assenza dei requisiti del laboratorio, spogliato dalla multinazionale, e ha revocato l’accreditamento per tutta la rete. Il risultato? Anche il laboratorio di Erchie, che non si è lasciato acquistare dalla società, adesso non è più accreditato e non riceve le somme dalla Asl. Ci rendiamo conto di quanto sta succedendo? Peraltro, la stessa società sta pressando sui laboratori delle reti di cui fa parte affinché approvino il passaggio al nuovo modello, sotto il “ricatto” –perché di questo si tratta- di recedere dalla rete e far perdere l’accreditamento ai laboratori che, da soli, non raggiungerebbero le 200mila prestazioni stabilite. Tanto basta –conclude Marmo– per richiedere l’immediata revoca della delibera e sul punto ho depositato un’interrogazione diretta al presidente Emiliano: su questo, qualora non dovessimo ricevere riscontri positivi, daremo battaglia, perché non si possono operare scelte così nefaste solo per creare… utili bacini di voti”.

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