“Il comitato ‘No TAP‘, nei suoi studi, ha evidenziato come il percorso dei tubi attraversi proprio zone di uliveti dove sono stati rivenuti i maggiori focolai di xylella. Parliamo in particolare dell’aera sottostante le zone di Veglie e Oria, e poi Trepuzzi, Squinzano e Torchiarolo.”, afferma Daniela Donno.
“Durante i cantieri del Tap gli ulivi, secondo un primo progetto, verrebbero espiantati e ripiantati nell’arco di cento metri”, continua la portavoce del Movimento.
“Ora viene lecito pensare che se gli alberi da espiantare fossero già dichiarati malati di Xylella e abbattuti, non ci sarebbe bisogno di fare tutte queste operazioni con grande vantaggio in termini di costi e impegno da parte di chi costruirà il gasdotto”.
“PENSARE MALE SI FA PECCATO PERÒ A VOLTE…”, conclude la senatrice pentastellata.
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