Mancanza di rispetto per gli agricoltori andriesi: in Regione si continua a rimandare il blocco degli avvisi di pagamento per il Tributo 630

Erano di nuovo presenti in consiglio regionale e provenivano da tutte le parti della Puglia. Sono gli agricoltori che attendevano la decisione del Consiglio Regionale affinché fossero bloccati gli avvisi di pagamento per il Tributo 630. Ci avevano davvero creduto, come avevano creduto alle parole di chi aveva garantito il numero legale dopo la sospensione «ma che ha dimostrato un infantilismo politico e persino personale che mai ci si sarebbe aspettati» – hanno in seguito nel comunicato congiunto le due associazioni di Rappresentanza C.L.A.A. – (il Comitato Liberi Agricoltori Andriesi) e UniPuglia, rispettivamente rappresentati e presenti in consiglio regionale, anche lo scorso 30 aprile 2025, con il Segretario Natale Zagaria ed il Presidente Savino Montaruli.

«Nel riconoscere la serietà di chi, come il caso dei consiglieri del Gruppo di Fratelli d’Italia, ha garantito la presenza alla ripresa dei lavori, altrettanto viene fortemente criticato l’atteggiamento strafottente della maggioranza di governo regionale che si è letteralmente presa gioco di un intero Comparto, anche in questa circostanza rappresentato dalle Associazioni Autonome ed Indipendenti ed abbandonato da quelle cosiddette storiche, completamente assenti e silenti» – si legge nel comunicato stampa. Queste la parole di Zagaria e Montaruli al termine della seduta finita con l’ennesimo nulla di fatto per mancanza del numero legale, nonostante le promesse:

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«lo scorso 30 aprile la maggioranza in consiglio regionale ha dato l’ennesima dimostrazione di quanto si stia prendendo gioco del mondo agricolo pugliese. Qui non si tratta più soltanto di questione politica ma soprattutto di mancato rispetto delle persone e degli impegni assunti. Dopo le strategie per approvare ciò che faceva comodo a chi stava in aula, con uno stratagemma deplorevole si è arrivati al venire meno del numero legale con il risultato di aver messo a rischio migliaia di agricoltori che ora devono fare i conti con le cartelle esattoriali; con il pignoramento dei conti correnti e persino con il blocco totale delle attività a causa dei fermi amministrativi sui mezzi di lavoro. Uno sfacelo le cui conseguenze quei consiglieri regionali che sono scappati dalle proprie responsabilità conoscevano molto bene. Eppure sono scappati, codardamente. A questo si aggiunga il terrore derivante dall’arrivo di temperature altissime. Anche in questo caso il consiglio regionale avrebbe dovuto deliberare misure d’intervento che non ci saranno, come nel caso della legge sui pozzi artesiani. Una legge che sarebbe servita a risanare i tantissimi pozzi abusivi presenti in tutto il territorio Pugliese e a dare respiro a tantissimi agricoltori che non sanno da dove attingere acqua per irrigare i propri appezzamenti. Dopo aver discusso sul deficit sanitario per 4 ore e votato con esito positivo, arriva il momento di discutere la legge dei pozzi artesiani e in aula iniziano i mal di pancia. Consiglieri che sollecitavano i propri colleghi di restare in aula per votare questa legge; altri che chiedevano di votare solo l’emendamento dei pozzi artesiani; altri ancora che con la testa abbassata stavano cercando l’escamotage per abbandonare l’aula, mentre noi del Claa (Comitato Liberi Agricoltori Andriesi) e di UniPuglia, stavamo di fronte a loro a notare tutta la sceneggiata che stavano mettendo in opera. Dei veri attori che sembravano recitare i un teatrino di bassa lega. È la terza volta che si ritorna a parlare di questa legge e per la terza volta la sceneggiata si ripete. Il destino degli agricoltori e dei tantissimi cittadini pugliesi che si ritrovano a pagare le cartelle esattoriali è in mano di questa gente che attinge decine di migliaia di voti dal comparto agricolo ma che poi si dimentica degli agricoltori il giorno dopo le elezioni. Subire tanta violenza psicologica è davvero qualcosa di inspiegabile e di umiliante. Vederli scappare via come bamboccioni in preda al panico è stata davvero la peggiore scena che questa politica avrebbe potuto riservare ai lavoratori ed alle loro famiglie in ansia» – concludono nel comunicato.

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