“Mancata bonifica, BAT 100% a rischio dissesto idrogeologico”

Il 95% dei comuni della provincia di Brindisi a rischio frane, smottamenti e dissesto idrogeologico, con il lungo commissariamento del Consorzio di Bonifica dell’Arneo che ha di fatto interrotto le attività di bonifica ordinaria, generando scontento tra gli utenti, contenziosi per danni e delegittimazione di fronte all’opinione pubblica. E’ quanto afferma la Coldiretti, con il presidente di Brindisi, Filippo De Miccolis, che in una lettera al Commissario Straordinario Alfredo Borzillo chiede di acquisire ogni elemento utile sulla composizione del contributo della bonifica, anche al fine di evitare l’insorgere di dispendiose controversie e garantire che i pagamenti richiesti siano legati a benefici fondiari diretti e specifici, viste le complessità legate all’attuale piano di classifica ed alla sua inadeguatezza in relazione ai territori devastati ed impoveriti dalla Xylella.

 

 

 

Sono 230 su 257 i comuni pugliesi a rischio di dissesto idrogeologico e a pagarne i costi – segnala Coldiretti Puglia – oltre ai cittadini residenti soprattutto nelle aree rurali, sono proprio le 11.692 imprese che operano su quei territori. Il rischio idrogeologico, con differente pericolosità idraulica e geomorfologica, riguarda – rileva Coldiretti Puglia – il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Brindisi e Foggia, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi e sono 8.098 i cittadini pugliesi esposti a frane e 119.034 quelli esposti ad alluvioni.

“Le opere di manutenzione da ordinarie sono divenute straordinarie per l’incuria con alberi, sterpaglia e immondizia nei canali della bonifica – spiega il presidente di Coldiretti Brindisi De Miccolis – per cui è determinante che gli agricoltori non siano gravati di oneri impropri, mentre sia dato finalmente il via agli investimenti in infrastrutture irrigue e, soprattutto, agli interventi di manutenzione straordinaria delle reti di distribuzione di acqua potabile nelle aree rurali, gestite dai Consorzi di Bonifica commissariati e caratterizzati da numerose criticità, che generano aggravio di costi nella gestione dei Consorzi stessi e, conseguentemente, delle imprese agricole”, insiste De Miccolis.

Intanto, la terra frana a causa della mancanza di un’adeguata politica di prevenzione e di governo del territorio – aggiunge Coldiretti – con fenomeni meteorologici sempre più intensi e danni ingenti che rendono rende ormai improcrastinabile e vitale una programmazione urgente e complessiva delle politiche territoriali. L’agricoltura della Puglia, per affermarsi in termini competitivi nella crescita dell’ambiente e delle produzioni di qualità che la contraddistinguono non può più prescindere dalla garanzia di un territorio non soggetto ad allagamenti, frane, smottamenti e dissesti, nonché dalla disponibilità di acqua nel momento in cui le coltivazioni ne hanno bisogno – insiste Coldiretti – nella quantità e qualità necessaria e ad un costo adeguato, ciò al fine anche, ed a volte soprattutto, di garantire quel paesaggio unico che costituisce il vero driver dell’economia e dell’occupazione regionale

“La bonifica che raggiunge i propri obiettivi e le proprie funzioni riveste un ruolo chiave nella strategia agricola del nostro territorio, creando i presupposti per investimenti, modernizzazione del settore e competitività delle imprese, nonché maggior sicurezza dei territori rispetto i sempre più frequenti fenomeni climatici calamitosi. Come detto servirebbe uno sforzo straordinario in termini di progettualità e risorse, che non può essere demandato al mondo agricolo, né tantomeno gravare solo su di esso, specialmente in un anno in cui inflazione, scarsità ed aumento del costo delle materie prime, nonché la crisi di alcuni mercati internazionali stanno mettendo in crisi intere filiere”, conclude il presidente De Miccolis.

I Consorzi pugliesi devono garantire lo scolo di una superficie di oltre un milione di ettari (1.014.545); gestiscono circa 500 chilometri di argini; 265 briglie e sbarramenti per laminazione delle piene; 23 impianti idrovori; oltre 1.000 chilometri di canali (1.126); 9.360 ettari di forestazione. Nel settore irriguo i Consorzi pugliesi gestiscono una superficie servita da opere di irrigazione di oltre 210 mila ettari; 102 invasi e vasche di compenso; 24 impianti di sollevamento delle acque a uso irriguo; 560 chilometri di canali irrigui; circa 10.000 chilometri di condotte tubate, conclude Coldiretti Puglia.

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