C’erano dei soggetti “esterni” a Cosa nostra dietro la strage che portò alla morte Paolo Borsellino. Delle “menti raffinatissime” oltre ai rozzi boss mafiosi che il sistema mediatico ci ha insegnato a notare subito. Lo ricordava anni fa ad Andria il Maresciallo dei Carabinieri Saverio Masi (capo scorta del Pm Nino Di Matteo) in occasione di un incontro con il fratello di Borsellino. All’epoca qualcuno annunciò l’inizio di una nuova fase stragista, l’inizio di una strategia della tensione. Attentati che sarebbero poi attribuiti a sigle eversive, forse così come accade ancora oggi ma che invece sarebbero legati ad entità criminali superiori poco note al grande pubblico.
Oggi la politica è abituata a commemorare le morti di Falcone e Borsellino, ma nonostante questo, i dettagli importanti spesso non vengono riportati (ignoriamo i motivi) o addirittura non vengono per nulla considerati. Il tutto spesso, troppo spesso, resta una semplice commemorazione piena di tante belle parole ma di pochi indizi che invece andrebbero sempre riportati per offrire alla popolazione un quadro completo ed uno studio in grado di offrire spunti finalizzati alla prevenzione del vero male. Mentre molto spesso si parla soltanto di Mafia e di parole ordinarie, in maniera passiva. Borsellino e Falcone avrebbero approvato? Probabilmente no.
Nel corso di quell’incontro avvenuto anni fa ad Andria, Masi ricordò come un noto esponente politico locale fosse riuscito a preannunciare le stragi. Chi in realtà ha suggerito a Toto Riina le modalità e le tempistiche delle stragi?
Nonostante i successi delle ultime settimane contro la mafia, la lotta “è dura e difficile contro un’ organizzazione che ha un mondo di relazioni oscure con organizzazioni segrete come la P2 o settori dell’ amministrazione pubblica”. Lo affermava nel 1993 il presidente del Senato Giovanni Spadolini in un’ intervista a “El Pais“, a una domanda sulla lotta alla mafia e sui recenti risultati delle forze dell’ ordine. “Il suo successo è riflesso in un maggiore sforzo dello Stato italiano, di magistrati come Falcone e Borsellino, assassinati dalla mafia, e delle forze dell’ordine, polizia e carabinieri. Dobbiamo essere soddisfatti, ma è una dura e difficile lotta”. Non è la prima volta che il presidente del Senato fa riferimento ai legami tra la massoneria occulta e la criminalità organizzata. Puntualmente raggiunto da minacce dopo essersene occupato, Spadolini osservò tra l’ altro in un’ intervista al “Corriere della Sera” che “le minacce dei centri di cospirazione politico-affaristica come la P2 sono permanenti nella politica italiana. E c’ è un filone piduista che sopravvive, non sappiamo con quanti altri. Mafia e P2 sono congiunte fin dall’inizio, fin dalla vicenda Sindona”.
Il VIDEO registrato ad Andria nel maggio 2014:
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