Montepulciano: “ad Andria la potatura degli alberi deve essere più rispettosa per le piante che ci regalano ossigeno”

Sulla potatura degli alberi, già in differenti occasioni lo storico ambientalista e ricercatore andriese Nicola Montepulciano aveva espresso dubbi sulle conoscenze delle giuste tecniche per trattare i rami delle piante che in città sono forse ancora troppo poche e che forniscono ossigeno all’ambiente urbano, minacciato non poche volte da una cementizzazione che non porta certo salute alla biodiversità e anche all’uomo. In questi giorni sono state effettuate nuove operazioni di potatura in città. Montepulciano commenta così tali operazioni:

“Questo è il periodo in cui assistiamo alle potature degli alberi nella nostra città. Potature scriteriate effettuate senza nessun rispetto e considerazione verso le piante, che sono esseri viventi e organismi senzienti. Ci danno ossigeno, ci regalano ombra nelle assolate giornate estive e regalano pure bellezza ai nostri ambienti (purché vi siano le piante giuste). Però, da parecchi anni a questa parte, nella nostra città gli alberi vengono molto maltrattati. Sono considerati come esseri che sporcano la città ora per la caduta della foglie, ora dei frutti ( ghiande nel caso delle querce, bacche blu-nere nel caso dei ligustri, alberi questi ultimi con periodo fiorale insolitamente lunghi e spesso biproduttivi), ora per la caduta di rami grossi e piccoli”.

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“Sono condizionamenti culturali difficili da cambiare. Un altro condizionamento culturale è quello di trattare gli alberi da ombra e ornamentali come fossero alberi da frutta. Le funzioni degli alberi nelle città sono completamente diverse da quelli destinati alla produzione di sostanze alimentari”.

“La potatura sulle piante destinate alla produzione (olivi, mandorli, viti, peschi, etc.) non vale per gli alberi delle città, dove è necessaria la sicurezza pubblica e, perciò, eliminare in modo selettivo i singoli rami pericolanti. Da noi si assiste a potature che, condotte alla maniera degli alberi da frutta, li rendono scheletrici. Non solo. Spesso per “fare pulizia” si pratica la potatura col sistema della capitozzatura, particolarmente distruttiva perché, eliminando intere branche, si altera la fisiologia della pianta, interrompendo lo sviluppo apicale del tronco, esponendoli agli attacchi di funghi e parassiti. Ed è quello che sta avvenendo per i lecci di c.so Cavour, che piano piano sono condotti alla morte. Veri e propri danni ecologici, ma anche un altro dannoso condizionamento culturale perché il cittadino considera l’opera della pubblica amministrazione, dove spesso si annidano persone incompetenti, come esempio da seguire. Le funzioni degli alberi nelle città sono molto diverse, quindi, da quelli da frutta e sono definite “servizi eco sistemici”.

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“Gli alberi e le aree verdi (anche quelle tenute semplicemente a prato), svolgono moltissime funzioni benefiche per la salute pubblica e per la qualità urbana. Un ruolo determinante viene svolto dalle foglie, perciò, più sono sviluppate le chiome di alberi e siepi, più vantaggi riceviamo dalle piante. I servizi, oltre alla benefica ombra, sono: meno inquinamento atmosferico ( polveri sottili, anidride carbonio, ozono), meno carbonio nell’atmosfera ( responsabile dei cambiamenti climatici), meno consumi energetici, meno alluvioni e allagamenti, meno disturbi da rumore. Ma ancora: più depurazione delle acque superficiali, miglioramento del clima, aria profumata quando vi siano ad es.: tigli, ligustri, gelsomini, rose e simili, sostegno per gli insetti impollinatori, biodiversità urbana( composta da lucertole, pipistrelli, farfalle,coccinelle ed altri piccoli animali), aree per il passeggio, svago, sosta tranquilla”. 

“Cosa fare allora? Seguire gli insegnamenti che ci vengono dalle Università di Roma, Firenze e Pisa, ma anche gli esempi della pubbliche amministrazioni estere dove le piante non sono potate con interventi scorretti bruttissime a vedersi, limitando la potatura alla sola eliminazione (“rimonda”) del secco. Perché 1) la potatura anche la più leggera è uno stress per la pianta, 2) la miglior potatura è quella che non si vede, 3)le piante più belle sono quelle non potate, 4) la capitozzatura costa più di una potatura corretta e riduce i benefici degli alberi, che spesso li porta alla morte. Per tentare di salvare i lecci di c.so Cavour suggerisco di non potarli per quest’anno, salvo procedere solo per la rimonda per la sicurezza pubblica, e provvedere alla salvezza di quelli deperienti” – conclude Nicola Montepulciano. 

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