“Chiunque, senza la licenza dell’Autorità, in un luogo abitato o nelle sue adiacenze, o lungo una pubblica via o in direzione di essa (1) spara armi da fuoco [704] (2), accende fuochi d’artificio, o lancia razzi, o innalza aerostati con fiamme, o in genere, fa accensioni o esplosioni pericolose, è punito con l’ammenda fino a centotre euro. Se il fatto è commesso in un luogo ove sia adunanza o concorso di persone, la pena è dell’arresto fino a un mese (3)” – (Dispositivo dell’art. 703 Codice penale). Con questa menzione vogliamo introdurre questo articolo per pubblicare quanto segnalato dai cittadini indignati per le ultime vergognose vicende avvenute negli ultimi giorni in Piazza Vittorio Emanuele II (già Piazza Catuma) ad Andria.
L’ultimo episodio riguarda l’esplosione, evidentemente non autorizzata, di fuochi d’artificio (di fabbricazione regolare?) praticamente al centro della piazza mentre la gente stava passeggiando tranquillamente. La festa degli idioti è riuscita: gli autori di questa iniziativa, contro ogni regola di sicurezza e buoncostume, sono infatti riusciti a spaventare residenti ed animali, sporcare la piazza e produrre inquinamento fisico ed acustico. Cosa sarebbe accaduto se disgraziatamente uno di quei fuochi avesse deviato il percorso colpendo abitazioni e/o persone? Questi signori erano autorizzati? Qualche giorno prima, un episodio altrettanto preoccupante ha interessato sempre la storica piazza della città: una lanterna infuocata ha pericolosamente colpito uno degli edifici. Fortunatamente non ci sono stati danni. Ma cosa sarebbe potuto accadere se ad esempio la lanterna infuocata fosse finita sul balcone che ospitava una bombola del gas o del materiale altamente infiammabile? Ma i giovani (sperando non siano adulti perché altrimenti ci sarebbe da strapparsi i capelli) quali sostanze assumono durante la giornata? Si tratta di coglionaggine momentanea oppure ereditaria? Auspichiamo che le forze dell’ordine possano intervenire in questi casi e magari individuare gli autori, anche attraverso l’analisi delle immagini registrate dai locali impianti di videosorveglianza. Questa gentaglia non dovrebbe nemmeno permettersi di pensare di mettere a rischio edifici, alberi, persone e animali compromettendo così anche il valore storico-culturale-turistico del borgo antico cittadino utilizzando metodi degni del peggior “truzzo” di quartiere. Azioni che credevamo oramai estinte grazie al progresso tecnologico e culturale ma che evidentemente persistono nel cervello in alcuni soggetti (ammesso che vi sia attività cerebrale). Occorre dunque intervenire per identificare e punire gli autori di queste iniziative illegali per contrastare il fenomeno, arginandolo. Chiediamo all’amministrazione e alle forze dell’ordine di potenziare gli impianti per identificare i volti dei passanti in luoghi pubblici almeno in Piazza Catuma per assicurare le potenzialità dello strumento qualora dovesse esserci la necessità di utilizzare le immagini per scopi investigativi.
La segnalazione è giunta in redazione attraverso il nostro sistema di segnalazione mobile (a tal proposito, ricordiamo inoltre che scrivendo un messaggio al numero 353 3187906 è possibile effettuare segnalazioni, immagini e partecipare al gruppo Whatsapp per seguire tutte le news in tempo reale oppure iscrivendosi al gruppo Telegram cliccando qui o anche iscrivendosi al gruppo Facebook cliccando qui oppure scrivendoci anche all’indirizzo redazione@videoandria.com). La legge va applicata a tutela dei cittadini. L’ignoranza e la stupidità non possono prendere il sopravvento. Il video:
(1) Mentre per “pubblica via” si intendono i luoghi di transito come le piazze e gli slarghi, per luoghi “in direzione di essa” si indicano fatti che, seppur commessi nella propria abitazione, sono idonei a far giungere oggetti pericolosi sulla pubblica via.
(2) Vi rientrano anche le armi ad aria compressa e le pistole lanciarazzi, non invece le semplici armi giocattolo.
(3) L’aggravante si realizza solo se è presente un numero di persone superiore a quello di norma prorpio di un centro abitato.
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