“Grazie ad una segnalazione che ho ricevuto da un cittadino italiano all’estero, ho avuto modo di leggere attentamente i dati pubblicati sul sito del Ministero dell’Interno e di notare che – commenta il deputato della Commissione Affari Esteri e Comunitari, Emanuele Scagliusi (M5S) – su un totale di 779.548 votanti (il 19,73% degli aventi diritto), si sono registrati 699.236 voti validi e un totale di 80.312 voti non validi, comprese 13.287 schede bianche. Risulterebbe, dunque, che all’ultima consultazione referendaria, il 10,3% dei votanti dell’AIRE avrebbe espresso un voto non valido, a fronte dell’1,28% sul territorio nazionale. in particolare, escludendo le schede bianche, all’estero risulterebbero l’8,60% di voti nulli, rispetto allo 0,68% in Italia! In altre parole – continua Scagliusi (M5S) – e con le dovute proporzioni, per ogni scheda nulla in Italia ci sono più di 12 schede nulle all’Estero. Un dato a dir poco ‘inatteso’ se si considera che parliamo di una votazione dove bisognava esprimere un SI o un NO”.
Il voto all’estero per le elezioni politiche nazionali e i referendum è regolato dalla Legge 27 dicembre 2001, n. 459 e dal relativo Regolamento attuativo (D.P.R. 2 aprile 2003, n. 104), in attuazione degli art. 48, 56 e 57 della Costituzione, che hanno istituito la Circoscrizione Estero. I cittadini italiani residenti all’estero e regolarmente iscritti all’AIRE esercitano il diritto di voto all’estero, utilizzando il plico elettorale che ricevono al loro domicilio e votano per corrispondenza.
“Nei prossimi mesi, gli italiani saranno nuovamente chiamati a dover votare per il referendum costituzionale ed è opportuno che tutti gli aventi diritto possano esprimere e veder rispettato il loro voto. Per questo, ho immediatamente chiesto ai Ministri Alfano e Gentiloni – conclude il deputato pugliese Scagliusi (M5S) – se fossero a conoscenza dell’anomalia delle schede nulle all’estero e se abbiano intenzione di adottare misure finalizzare a ridurre il rischio di collezionare un numero così alto di schede non valide. Nel prossimo referendum non è necessario raggiungere un quorum, ma è importate tutelare ogni singolo voto, anche perché ogni voto potrebbe essere buono per mandare via, finalmente, un premier che sta portando sul lastrico il nostro paese e che, con le riforme costituzionali, rischia di rovinarlo definitivamente con la complicità di Verdini e della Boschi, i nuovi padri costituenti”.
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