“Sono andriese, vivo da tempo in Friuli Venezia Giulia ma quella maestosa quercia me la ricordo bene da oltre 50 anni. Difendiamola, la politica si attivi per un museo dell’agricoltura”

“Mi rivolgo a Lei con profonda ammirazione per l’instancabile impegno del notevole studioso ambientalista, Nicola Montepulciano, il cui fervido desiderio di scoprire, tutelare e preservare le ricchezze del patrimonio storico, culturale e artigianale della comunità di Andria, tramandate con passione dalle generazioni precedenti, è davvero lodevole. Nato nel 1950 nella contrada di Troianelli, conservo vivide memorie di due imponenti capannoni che, forse ancora in piedi, erano una parte integrante del tessuto sociale della comunità locale. Conosciuti come i “cudisti” (n.d.r. termine dialettale indicare i “quotisti“, ovvero coloro che avevano ottenuto una parte dei terreni da coltivare), i residenti di Troianelli li adoperavano non solo come modesti alloggi, ma anche come depositi per fieno e attrezzi agricoli. Tra questi edifici, sorgeva una magnifica quercia, sotto la quale trascorrevo l’infanzia raccogliendo ghiande per nutrire i maiali, un’attività intrisa di semplice bellezza e connessione con la natura” – ricorda il Cav. Salvatore Porro. Attraverso una lettera inviata a VideoAndria.com, il consigliere comunale di Trieste (FdI), di origini andriesi, torna così a commentare con passione e nostalgia un recente intervento del nostro concittadino ambientalista Montepulciano:

“A distanza di oltre cinquant’anni, ignoro se questa maestosa quercia si eriga ancora in tutta la sua maestosità. Nel caso persista, sarebbe di fondamentale importanza per l’Amministrazione comunale di Andria preservarla. Perché non valutare l’opportunità di richiedere finanziamenti dal PNRR alla Regione Puglia per convertire i due capannoni in un Museo dell’Arte Contadina? Tale iniziativa potrebbe non solo conservare gli antichi attrezzi agricoli, ora in via di oblio grazie alle moderne macchine, ma anche restaurare il Palazzo Ducale e la sua adiacente chiesetta, offrendo ai visitatori e ai turisti un luogo di
raccoglimento e contemplazione. Preservando le querce di Monte Santa Barbara e di Troianelli, potremmo trasformare questi luoghi in siti storici e culturali, integrandoli
magari in programmi didattici per gli studenti di Andria e dei dintorni” – ha osservato Porro che, molto probabilmente, si riferisce alla maestosa quercia ancora oggi esistente ed ubicata nelle immediate vicinanze del complesso storico-antico di Palazzo Troianelli, più volte oggetto di attenzione da parte di Montepulciano anche attraverso splendide foto che confermano quanto ricordato dall’andriese-triestino Porro, il quale non ha risparmiato critiche alle attuali politiche globaliste, cui “distrazioni” si rivelano in troppi casi più dannose di quanto si possa immaginare:

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Il tutto si verifica infatti in un contesto storico dove in gran parte del cosiddetto “mondo occidentale” vi è evidentemente “un’agenda globalista che minaccia le tradizioni agricole, di allevamento e di pesca, costringendo le popolazioni a consumare alimenti artificiali prodotti dalle multinazionali americane. L’Europa ostile sta svuotando le nostre campagne. Le proposte dell’UE sono inequivocabili: vent’anni di inattività agricola in cambio di un compenso annuo variabile da 500 a 1500 euro per ettaro. L’allevamento in Europa dà lavoro a quattro milioni di persone e contribuisce al 40% del reddito agricolo, pari a circa 100 miliardi di euro“. Continuando sulla questione della storica quercia di Troianelli, il Cav. Porro ha quindi aggiunto:

“La Regione Puglia e l’intera Italia dovrebbero, anzi devono, opporsi fermamente alle richieste dell’UE o considerare un referendum popolare per valutare l’opportunità di installare impianti solari o altre tecnologie sostenibili per mitigare il cambiamento climatico. Queste iniziative non solo sottraggono terreno all’agricoltura, ma potrebbero anche comportare rischi per la salute dei cittadini e distruggere filiere agricole senza apportare benefici effettivi all’ambiente. L’idea di alimenti di laboratorio, come carne sintetica e latte artificiale, costituisce un futuro inaccettabile. Come si suol dire, “è l’aratro che traccia il solco, ma è la spada che lo difende“. E il vomere e la lama sono entrambi di acciaio temprato come il lavoro nei campi dei contadini. Il nostro impegno, così come quello degli onesti e laboriosi contadini, è fondamentale per proteggere le nostre tradizioni, le nostre ricchezze della terra e il nostro ambiente” – ha concluso il Cav. Porro che ringraziamo con un caloroso saluto dalla sua amata Andria.

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