Storia del Carnevale di Andria: nacque come Commedia dell’Arte

“E’ Carnevale, tempo di allegria, gaiezza, felicità soprattutto per i bambini. Il Carnevale di Andria, le cui certissime notizie ci fanno sapere essere presente nella nostra città almeno dal 1678, stando ad alcune altre ricerche, aveva, probabilmente, una sua particolarità: era un Carnevale teatrale, basato, cioè, sul teatro nel senso letterale del termine, perciò senza carri allegorici” – ricorda il ricercatore storico Nicola Montepulciano. Anche in occasione dell’evento tradizionale, il nostro attento concittadino ha voluto deliziarci con appunti di Storia locale:

“Come descritto in un precedente articolo, si apprende dal libro “Storia di Andria” del canonico R. D’Urso che in quell’anno il 63enne Duca di Andria, Ettore Carafa, “armò un chiassoso teatro ( teatro comico, ndr ) per festeggiare la sua unione in matrimonio con la Duchessina D. Margherita di Sangro, di appena 16 anni (!). Addivenne questo Palazzo Ducale pei tanti Principi e Dame, che di continuo venivano dalla Capitale ( Napoli, ndr ), una scialosa ( amante del lusso e dello scialo ) Foresteria. I festini erano perenni e PRINCIPALMENTE NEL CARNOVALE”, quindi duravano molto più di tre giorni. Nel 1680 la Duchessina diede alla luce l’erede FabrizioV e i festeggiamenti della CASA e della POPOLAZIONE furono strepitosi oltre ogni limite. La Duchessina, ancora, diede alla luce altri tre figli, quindi altri festeggiamenti per Principi, Dame e per tutta la popolazione. Come si apprende dall’impareggiabile sito web “Andriarte” dell’ins. Sabino Di Tommaso, 30anni prima si rappresentò nel Palazzo Ducale la commedia “GLI SDEGNI PLACATI” (scoperta da Di Tommaso e interamente pubblicata nel suo web), composta a metà Seicento dall’accademico ruvese Antonio Avitaia sullo stile classico della Commedia dell’Arte ( comica ), che riporta viva testimonianza delle feste organizzate al tempo nel Palazzo Ducale, in quell’ampio e sontuoso salone, con volta cassonata a doppia altezza e sfarzosi decori dorati, che si estendeva per due terzi dell’intera ala prospiciente via La Corte. La commedia fu presentata nel 1649, in dialetto andriese, durante i festeggiamenti organizzati per la nascita del Conte Fabrizio Carafa, primogenito del Duca di Andria Carlo Carafa e di Costanza Orsini. E’ facile ipotizzare, allora, che possa anche essersi creata una tradizione del teatro popolare di tipo Commedia dell’Arte. Le eventuali commedie potevano essere rappresentate nelle piccole piazze di allora ( 1600, 1770 ) che erano 4:

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p.zza La Corte, p.zza Vaglio, p.zza Sant’Agostino, detta semplicemente “la Piazza” e la piazzetta di San Domenico. Si hanno testimonianze che fino a tutto gli anni ‘50 del secolo scorso, in alcune strade di vari quartieri della città il popolino organizzava piccole scenette teatrali, e mi capitò di assistere ad una di queste. Un serio e compassato agricoltore, che mai si pensava potesse trasformarsi in attor comico, un pomeriggio di Carnevale si travestì da donna e andava nelle case della sua via lamentandosi perché il suo bambino, da poco nato, ( quasi una parodia delle commedie ducali ), non la lasciava riposare di notte perché piangeva sempre e giù botte a quel povero bambino di pezza in vere fasce come si usava allora, e chi assisteva diceva fra tante risate “no, no basta, è peccato”. Tutto in quel travestimento induceva alle risate: scarpe con tacchi, vestito femminile, scialle, fazzolettone avvolgente il capo, occhiali da sole ( a febbraio! ) portati sotto il mento come un guappo, un seno abbondante. Altre scenette si rappresentavano in altre vie del Centro Storico. Allora se questa è la tradizione, viva il Carnevale in piazza” – ha concluso Montepulciano.

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