Un andriese rivaluta necropoli migliaia di anni più antica di Castel del Monte, ecco gli antichissimi resti archeologici dei Dauni tutelati grazie anche all’impegno di don Saverio Memeo

Affascinanti le immagini diffuse nel corso di BellItalia: nell’edizione del 15 maggio 2021 dell’approfondimento a cura del Tgr, la redazione giornalistica Rai ha voluto dedicare parte della trasmissione anche allo straordinario patrimonio archeologico situato tra la Provincia BAT e la Provincia di Foggia:

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Come è possibile osservare nelle immagini aree e tradizionali trasmesse nel corso dell’approfondimento televisivo, svariate tombe ipogeiche – caratterizzate da un piccolo ingresso chiamato dromos – sono ancora oggi presenti nell’area rurale di Canosa di Puglia. Quindi, molto probabilmente, l’insieme delle tombe faceva parte di un progetto di costruzione ben congegnato. L’antica Daunia corrispondeva approssimativamente alla medievale Capitanata e all’attuale provincia di Foggia, nonché a parte della nuova provincia di Barletta-Andria-Trani e all’estremo margine settentrionale dell’odierna Basilicata. Il sito è quello della Necropoli dauna di Pietra Caduta IV sec. a.C., situata nell’omonimo parco, nel territorio canosino. Un tempo gestita da una cava, oggi l’area è stata riqualificata grazie all’intervento della Parrocchia della Madonna del Rosario – attraverso un costante impegno di don Saverio Memeo, parroco di origini andriesi da molti anni attivo nella vicina Canosa – in collaborazione della Fondazione Archeologica Canosina, da sempre promotrice del grande patrimonio storico-archeologico di Canosa di Puglia.

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Più avanti, sul Gargano, precisamente nel territorio di Manfredonia, vi è un’altra affascinante ed antichissima necropoli. Parliamo degli antichissimi resti archeologici di Monte Saraceno:

Si tratta di resti risalenti all’epoca Dauna con circa 500 tombe distribuite sul Monte che si innalza a circa 260 metri sopra il livello del mare. A questo grande patrimonio di interesse archeologico, si aggiunge è anche un grande patrimonio di biodiversità unico nel suo genere: fiori, piante ed alberi tipici e talvolta esclusivi della nostra regione che vanno tutelati. Una straordinaria ricchezza, evidentemente, già apprezzata all’epoca dei Dauni che decisero di insediarsi. Un ringraziamento va a chi, dopo svariati anni, continua quotidianamente a tutelare l’enorme patrimonio storico-archeologico custodito nella nostra regione. A tal proposito, riportiamo qui sotto il link all’approfondimento Rai (l’argomento relativo ai Dauni comincia dal minuto 14,50 del filmato):

https://www.rainews.it/tgr/rubriche/bellitalia/index.html?/tgr/video/2021/05/ContentItem-1c92bb64-2356-4ab9-a94a-796efbcfd1ba.html

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