“Con l’opera tacendo” e la “dissimulazione onesta” nella “società trasparente”, di Giuseppe Brescia

Torquato AccettoUn significato più profondo e attuale del gran tema della “dissimulazione onesta” può forse ravvisarsi nel trattato di Torquato Accetto del 1641, riscoperto dal Croce nel 1928 (insiema all’ “Arte dei cenni” di Giovanni Bonifacio del 1616 e al “Linguaggio dei gesti” del Chiaramonti, in “Critica” del 1931, pp. 224 sgg.; “Varietà di storia letteraria e civile” del ’35 e “Storia dell’età barocca in Italia” del 1929), “non essendo altro il dissimulare, che un velo composto di tenebre oneste e di rispetti violenti: da che non si forma il falso, ma si dà qualche riposo al vero, per dimostrarlo a tempo” ( capo IV ).Si tratta di un significato storico ed etico-sociale, che attraversa certo il”nicodemismo” come silenziosa manifestazione di dissenso nella modernità, peculiare della rivolta religiosa di eretici, calvinisti, protestanti e valdesi, estendendosi alla ripulsa antitotalitaria nel “secolo breve”, o “sterminato-sterminatore”, avverso fascismo, nazionalsocialismo, comunismo e stalinismo. Ma si tratta anche di una forma di dissenso, e risorsa, spirituale, che affonda le proprie radici nella lezione di Virgilio a Dante, sull’argine settimo di Malebolge, nel canto XXIV, vv. 76-78, dell’ “Inferno”. “Altra risposta”, disse, “non tirendo, / se non lo far; ché la domanda onesta / si de’ seguir con l’opera tacendo”. “Con l’opera tacendo”, è anche il motto del Comitato ‘Libertates‘ e della Libera Università “G.B.Vico”, che gli amici commentano in vario modo. Si può intendere in riferimento alla “grande opera” degli alchimisti, alla ricerca della pietra filosofale ( Flamel nella Parigi segreta ); o al versarsi nell’opera dell’individuo, con la nobiltà umile del fare ( Hegel, Croce ); o al Mondo 3 della “Conoscenza oggettiva” di Karl Popper; ancora, al recupero del ‘riserbo’, del “ritrarsi in sé dell’anima”, per fuggire – se pur per un attimo – l'”urlo della via”, come lo chiama Charles Baudelaire in “Les fleurs du mal”. Infine, tale lezione può valere in risposta alla fenomenologia del “Grande fratello”, iper-comunicazione di massa, o comunicazione “in-autentica” ( Heidegger), regno di ‘Twitter’ e “Face-book’, con il rispettivo alter-ego di Wikileaks e hackers. Così, la “dissimulazione onesta” torna in campo nella stagione della “trasparenza”, o trasparenza “arma a doppio taglio”, denunciata dal sociologo coreano Byung-Chul Han, della Università di Berlino, con curioso impasto di hegelo-marxismo con il Popper della “Intervista sulla televisione” , nel suo recente volume “La società della trasparenza” ( Ed. Nottetempo, 1914 ).

Si assisterebbe, e di fatto molto spesso si assiste, a una strana contraddizione. Da un lato, ci si appella alla “rete”, modello vero o presunto di autentica “democrazia diretta”. Dall’altro, si scoprono i limiti della “rete”, dell’invadenza nella sfera privata, del disegno di “sopraggoverno” del mondo economico, politico e sociale.

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Il teorico coreano parla persino di “porno-società” o di società a modello liberista, ispirata al bisogno di “prestazioni” ( v. l’altro suo volume “Eros in agonia”, ivi 2012). Ma il rinvio all’ anima, alla persona, alla “filosofia del giusto”, al “cielo riempito di santi” dai regimi totalitari oltre le loro stesse intenzioni, è assente in questa analisi ( es, Carcere rumeno di Pitesti; testimonianze della Shoah; Aung San Su Kyi; Vasilij Grossanna, “Il bene sia con voi” e “Vita e destino”; E. Cioran, “Storia e Utopia”, e via ). Rimane anche inesplorato il problema dei “modi categoriali”, ossia del rapporto tra “Società trasparente” ( come la definiva Gianni Vattimo nel libro garzantiano del 1989 ), con i suoi pregi e difetti, e i rischi di involuzione “pan-ottica”, totalitaria, di controllo ( anche se “soft”) che in parte scontiamo attualmente. Perciò: “Con l’opera tacendo” resta una risorsa. E l’Accetto, oscuro moralista dell’Italia meridionale del Seicento, esperto di Dante e dello stoicismo cristiano, aiuta in codesta ricomposizione.

Giuseppe Brescia, libera Università “G.B.Vico” – Andria

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